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Recensione: CAPAREZZA – “Orbit Orbit” [Traccia per Traccia]

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Ci sono artisti che devono essere lasciati liberi di fluttuare e di perlificare arte. Artisti che viaggiano nei meandri della sperimentazione e della creatività svincolati da logiche di mercato, di algoritmi specifici e di altre alchimie dettate dal mercato. 

Caparezza è uno di questi corpi erranti: autore, artigiano di idee, smontatore del linguaggio e delle sue convenzioni. Ogni sua opera è una scossa tellurica nel panorama musicale italiano, una frattura che apre nuove faglie di senso. Con “Orbit Orbit” questa tensione trova la sua massima espansione: un viaggio sonoro, visivo e simbolico che unisce musica e fumetto, realtà e immaginazione, in un unicum narrativo fuori dal tempo e dal mercato.

Questo disco è il risultato di un percorso doloroso e necessario. Caparezza lo ha definito, in più occasioni, una sorta di “terapia creativa”: la risposta artistica a un trauma fisico e psicologico, quello degli acufeni e della parziale perdita dell’udito. È da quel vuoto che nasce l’universo di “Orbit Orbit”: un fumetto prima, un album poi, entrambi nati per dare forma al silenzio, per riempirlo di figure, suoni e storie. L’artista, in questo senso, non compone: ricompone sé stesso.

I quattordici brani, come i capitoli di una graphic novel, tracciano un percorso mentale, una migrazione interiore. Ogni traccia è un viaggio, ogni parola un frammento di un cosmo più grande che si svela ascolto dopo ascolto. C’è dentro l’ironia corrosiva che da sempre contraddistingue Caparezza, ma anche una nuova gravità emotiva, un’urgenza più intima. Il linguaggio resta denso, giocato su doppi sensi, immagini e rimandi, ma qui assume un peso diverso: più lirico, più adulto, meno satirico e più introspettivo.

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“Orbit Orbit” è un album di fantascienza umana. Un esperimento che si nutre della tradizione concettuale del progressive italiano e della cultura visiva del fumetto, per costruire un mondo parallelo dove ogni canzone è un episodio di un racconto più grande. Il risultato è un’opera che resiste alla classificazione: rap, elettronica, teatro, poesia, psichedelia, spoken word. Tutto convive in un equilibrio instabile ma coerente, come se Caparezza fosse il regista di un film che non si accontenta di un solo linguaggio.

Certo, non è un album semplice. È denso, verboso, stratificato. Chiede attenzione, forse anche fatica. Ma è proprio lì, nella sua complessità, che si trova la ricompensa. “Orbit Orbit” non è un disco da streaming compulsivo, ma da immersione: un ascolto che richiede lentezza, concentrazione e soprattutto curiosità.

Caparezza continua a essere un caso unico nella musica italiana: un artista che non si ripete, non si compiace, non si adatta. Un pensatore travestito da rapper, un umanista che usa il beat come lente d’ingrandimento. Con questo album ci ricorda che la creatività, quando è autentica, può essere anche un atto terapeutico.

Orbit Orbit è la dimostrazione che la guarigione passa attraverso la creazione. È il suono di un uomo che, dopo aver perso parte del suo udito, ha imparato ad ascoltare meglio.

Grazie, Caparezza. Non per averci intrattenuto, ma per averci costretto ancora una volta a pensare

TRACCIA PER TRACCIA 

Fluttuo, orbito
Un’ouverture monumentale, sospesa tra elettronica e sinfonismo, che apre le porte del viaggio cosmico interiore. Caparezza sale in orbita.
Il pianeta delle idee
Percussioni battenti e testi visionari per un inno alla mente come laboratorio creativo, dove i pensieri diventano materia sonora.
Io sono il viaggio
Il singolo manifesto: ritmo pulsante e introspezione filosofica si fondono in un brano che parla di identità come movimento continuo.
Darktar
Ritratto oscuro e teatrale dell’umanità più vittimistica. Un personaggio di fumetto che diventa specchio psicologico, tra groove distorti e ironia tagliente.
A Comic Book Saved My Life
L’anima del disco. Caparezza si racconta attraverso le sue tavole di salvezza: tre momenti autobiografici in cui l’arte ha fatto da scudo alla realtà. Emozionante e rivelatore.
Il banditore
Omaggio a Enzo Del Re: ritmo minimale, onomatopee e spirito combattivo. Una cover che amplifica il legame tra tradizione e sperimentazione.
Autovorbit
Viaggio introspettivo nel ciclo infinito del pensiero: elettronica granulare, rime ipnotiche e un senso costante di rotazione mentale.
Curiosity (Oltre il bagliore)
Omaggio alla curiosità come spinta vitale, impreziosito dalla voce reale dell’astronauta Maurizio Cheli. Una lezione di umanità tra stelle e silenzi.
Gli occhi della mente
Campionamento sorprendente di Deliri di Gianni Morandi, rielaborato in chiave psichedelica. Tra ironia e metafisica pop.
Come la musica elettronica
Manifesto generazionale: guardare avanti senza nostalgie, trasformando il tempo in energia creativa. Moderno, lucido, necessario.
The NDE
Un’esperienza extracorporea tradotta in musica. Minimalismo e intensità per una riflessione sulla vita vista da fuori.
Pathosfera
Ballad densa e spirituale. Caparezza invita a recuperare l’empatia in un mondo anestetizzato: un respiro profondo dentro la disumanità.
Cosmonaufrago
Barre serrate e ritmo galoppante per un ritorno sulla Terra intriso di disincanto. L’astronauta diventa metafora del sé contemporaneo.
Perlificat
Finale corale e luminoso: 76 voci per un inno alla creazione come atto di resistenza. Caparezza chiude il cerchio con una visione collettiva e vitale.

SCORE: 7,25

DA ASCOLTARE SUBITO

A comic book saved my life – Autovorbit – Perlificat

DA SKIPPARE SUBITO

Il disco è un unicum da ascoltare dall’inizio alla fine. Magari anche con il fumetto! 

TRACKLIST

Fluttuo, orbito
Il pianeta delle idee
Io sono il viaggio
Darktar
A comic book saved my life
Il banditore
Autovorbit
Curiosity (Oltre il bagliore)
Gli occhi della mente
Come la musica elettronica
The NDE
Pathosfera
Cosmonaufrago
Perlificat

DISCOGRAFIA

2000 – ?!
2003 – Verità supposte
2006 – Habemus Capa
2008 – Le dimensioni del mio caos
2011 – Il sogno eretico
2014 – Museica
2017 – Prisoner 709
2021 – Exuvia
2025 – Orbit Orbit

VIDEO 

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