SANREMO 2024 – ALFA con “Vai” spero prima di tutto di stupire

SANREMO 2024 – ALFA con “Vai” spero prima di tutto di stupire

Andrea De Filippi, in arte ALFA, è alla sua prima volta sul palco del Festival di Sanremo, chiamato direttamente da Amadeus dopo aver mancato l’appuntamento l’anno scorso alle finali di Sanremo Giovani perché malato.

Il giovane cantautore genovese si presenta con Vai, musica composta con la collaborazione dei produttori statunitensi Ian Scott e Mark Jackson.

Il brano è il primo tassello del suo terzo album, “Non so chi ha creato il mondo ma so che era innamorato”, che verrà pubblicato il 16 febbraio.

Il 2024 inizia carico. Sanremo, disco nuovo e primo tour nei palazzetti. Andiamo con ordine: come senti di arrivare sul palco di Sanremo e cosa puoi raccontarci del brano “Vai”?

È una canzone che ho scritto in California. Cassa dritta, con un suono un po’ folk country e con quella cultura americana che mi ha sempre affascinato. È un brano molto motivazionale, energico e quindi spero prima di tutto stupire un po’ quelli che magari mi conoscono solo per ‘Bellissimissima’.

Chiaramente mi sto preparando il più possibile perché il metodo è il mio modo per gestire l’ansia.

Canto ‘Vai’ venti volte al giorno… in bagno, mentre dormo, sdraiato, a testa in giù.
Lo canto in ogni modo e più per tranquillizzarmi che non per avere dei risultati vocali perché ormai il pezzo l’ho studiato mille volte. Spero che l’ansia non mi inganni, soltanto quello, perché sono molto emotivo. Quindi spero che i dieci minuti prima diventino adrenalina e non ansia che immobilizza.

 L’emozione su quel palco è scritta.

È inevitabile. A ventitré anni essere scelto come Big da Amadeus, al di là del fatto che è un grandissimo banco di prova, mi onora molto e sono felice di vivere questa esperienza”.

Ci racconti quali canzoni sono entrate e invece quali sono rimaste fuori dal disco?

Wow. Quelle che sono rimaste fuori sono veramente tante perché in questi ultimi mesi abbiamo scritto più di cinquanta canzoni. Ne abbiamo scelte dieci completamente nuove, ci sarà soltanto il brano di Sanremo conosciuto. Il titolo del disco è un po’ lungo, ma ha dentro un concetto che a me piace molto… ‘Non so chi ha creato il mondo ma so che era innamorato’.

È un disco che parla d’amore, ma un amore non autobiografico. È un amore da osservatore, come quando incontri per strada un nonno che accompagna il nipote a scuola, quando vedi una coppia che si bacia o un bel tramonto. Sono tutti quei segnali che ti fanno dire che l’amore comunque è bello, è qualcosa di forte e tu lo riesci a intuire guardandolo.

È un disco da osservatore e da innamorato dell’amore”.

Il titolo è un inno interessante che avevi in qualche modo già spoilerato. Potrebbe raccontare uno spazio ancora più ampio, facendoci entrare un podcast, un romanzo o potrebbe diventare e forse lo è già un manifesto per la tua generazione.

Lo spero tanto. Sicuramente è un concetto che colpisce molto, almeno spero, semplicemente perché è un periodo storico dove l’unico amore che esiste è l’amor proprio e ci si concentra molto poco sull’altro. La nostra è una società basata molto sull’apparenza e la mia generazione è carica d’ansia. Siamo molto fragili e molto aggressivi.

Parlare dell’amore altrui, concentrarsi sull’altro, essere ottimisti e positivi, ma anche empatici con il prossimo secondo me aiuta. Dico sempre che essere romantici è la vera rivoluzione perché è la cosa più vecchia del mondo, ma effettivamente manca da un po’”.

Hai parlato di cinquanta canzoni che sono tantissime. Quelle che non sono entrate in questo disco, aspettano il prossimo?

Dipende. Sicuramente qualcuna verrà ritirata fuori qualche canzone dal cappello… sono anche di Genova e non posso buttare via tutto, ma ho sempre scritto perché la musica è il mio migliore amico. Il solo scrivere alcune canzoni che sono un po’ più personali, un po’ più su di me e autobiografiche mi ha aiutato e pubblicarle non è effettivamente così necessario.

Comunque mi vivo la musica, non è che se vado in studio e faccio una canzone che non uscirà mai, non ho imparato qualcosa.

Sono sicuro che mi ha insegnato qualcosa lo stesso quell’esperienza, perché a me scrivere canzoni piace a prescindere, al di là del risultato, al di là del fatto che escano o no, che funzionino o meno. Per me non è mai tempo buttato”.

Forse anche perché quando una canzone è pronta per uscire diventa anche degli altri.

C’è una certa magia quando una canzone diventa degli altri. Forse il fatto che io non abbia mai fatto qualcosa per le persone è quello che può aver un po’ colpito del mio percorso. Io non ho mai voluto avere successo effettivamente. È stato una conseguenza di quello che facevo, cioè fare musica perché mi faceva stare bene e mi fa stare bene farla.

Io non ho mai fatto un talent per esempio. Quando fai un talent metti in conto la visibilità, il successo che potresti avere perché effettivamente lo vuoi.

Per come ero fatto, cioè molto molto timido, i social mi hanno permesso di pubblicare canzoni senza rendermi conto di quante persone potessi avere davanti. A quell’ingenuità sono molto grato perché probabilmente se non fosse stato così, non farei questo lavoro adesso”.

Questo approccio ti rende anche molto autentico.

Per me è importante essere sincero. La musica oggi è molto cool, legata al concetto di coolness.

È più musica per occhio che per orecchio in certi casi. La mia vita però è scrivere canzoni. Non ho tempo di concentrarmi su un’immagine di me fasulla, magari più colorata e più interessante, ‘più flex’… la maglia costosa, la macchina costosa. Non c’è nulla di male, sono scelte di vita. A me quell’attitudine non mi appartiene proprio.

Mi piace scrivere canzoni ed essere un ventitreenne normale. Scrivo canzoni d’amore perché l’amore è ciò che rende straordinaria l’ordinarietà. Non è che se non ho avuto un passato di strada ho meno diritto di scrivere canzoni”.

Dal disco al tour.

Ci stiamo lavorando da mesi perché è un enorme banco di prova anche il tour. I palazzetti li puoi fare una volta come li puoi fare cinquecento volte, dipende chiaramente da quanto sei bravo a fare concerti. Credo che le mie canzoni abbiano un di più nella dimensione live, sono molto convinto di questa cosa.

Stiamo lavorando a tutti gli arrangiamenti e stiamo creando un palco molto diverso dai palchi soliti dei palazzetti. Stiamo cercando di fare qualcosa di un po’ più teatrale. Diciamo che sarà un live un po’ diverso dei soliti live italiani, sia per le scelte musicali che sono un po’ più americane e sarà un po’ sullo ‘stile Jovanottiano’… non voglio spoilerare troppo.

L’obiettivo è quello di far perdere la voce. Se chi è venuto a un mio concerto il giorno dopo ha la voce bassa, vuol dire che abbiamo fatto un buon lavoro”.

IL TOUR

24 FEBBRAIO 2024 – MILANO – MEDIOLANUM FORUM
05 APRILE 2024 – PADOVA – KIOENE ARENA
06 APRILE 2024 – TORINO – PALA ALPITOUR§
16 APRILE 2024 – NAPOLI – PALAPARTENOPE
19 APRILE 2024 – BARI – PALAFLORIO
§21 APRILE 2024 – FIRENZE – NELSON MANDELA FORUM

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WEB & SOCIAL

www.instagram.com/alfaadf

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