SANREMO 2021: ERMAL META ancora al primo posto

SANREMO 2021: ERMAL META ancora al primo posto

Sanremo, quarto atto. Tazza di caffè fumante, tanta musica da ascoltare e la consapevolezza che oggi avremo un primo vincitore.

Serata che vede il primo vincitore decretato per la sezione Nuove Proposte i 4 giovani rimasti in gara sono: Davide Shorty, Folcast, Gaudiano e Wrongonyou. A decretarne il vincitore le tre giurie: demoscopica, sala stampa e televoto. A Seguire le esibizioni di tutti i 26 Big in gara e i super ospiti previsti per questa serata: Mahmood e Alessandra Amoroso.

Si parte con Fiorello sulle note di Wake me up before you Go-Go dei Wham

Entra Beatrice Venezi, madrina per la gara delle Nuove Proposte. Amadeus decanta la sua anima pop, dalla classica al pop in un balzo verrebbe da dire

Entra Davide Shorty il primo ad esibirsi questa sera che sembra essere un po’ meno a fuoco della prima volta vocalmente.

E’ il turno di Folcast, sulle note di Scopriti con chitarra imbracciata ma poco suonata. Visibilmente teso per poi riprendere possesso della voce.

Terzo giovane in gara Gaudiano sicuramente calato maggiormente nell’interpretazione della sua Polvere da sparo, rispetto alla prima serata.

Ultimo in gara WrongonYou anche lui armato di chitarra. Visibilmente teso mentre interpreta Lezioni di volo. Che poi, l’emozione, la paura chi non ce l’avrebbe nei loro panni?.

Erano 961 i giovani che hanno tentato la strada per accedere alle Nuove Proposte e sono rimasti in quattro, che detta così sembra tutt’altra canzone. Beatrice Venezi,  in poche battute mostra una grande lezione su cosa voglia dire essere riconosciute per competenze e studi a prescindere dal sesso. Beatrice Venezi è Direttore d’orchestra e non direttrice.

Il Premio della Critica Mia Martini della Sala Stampa va a Lezioni di Volo di WrongOnYou. Il Premio della Sala Stampa Lucio Dalla Radio e Tv va invece a Davide Shorty con Regina.

Quarto posto per Wrong on You, Terzo posto per Folcast, secondo Davide Shorty. Vince, contro ogni pronostico, la sezione Nuove Proposte Gaudiano che dedica la vittoria al padre scomparso due anni fa.

Si parte subito con la gara dei Big e la prima ad esibirsi è Annalisa con Dieci. Un’interpretazione di corsa, al limite dell’urlato a tratti, che fatichi a seguirne le parole. La canzone può piacere o meno, una cosa va detta è che se una come Annalisa ha problemi intonazioni, ormai la questione problemi tecnici è assodata.

E’ il turno di Ajello che dopo la prima esibizione di Ora non può far altro che tentare di riscattarsi. Sicuramente un limite mio nel non riuscire a comprendere a pieno neanche questa seconda performance sicuramente più composta della prima, almeno in apparenza.

Tocca i Maneskin che dopo ieri sera hanno dimostrato una volta in più che età anagrafica e l’essere pronti sono due cose diverse. A fuoco, dritti e con un brano che rimane in testa un po’ di più. Irriverenti, ma ormai ci avevano abituato.

Torna sul palco Fiorello che dopo il precedente Michielin, porta avanti il diritto dei “fiori a tutti o nessuno”. Annunciano Barbara Palombelli che ripone l’accento sulla necessità di ritornare a fare spettacoli dal vivo, mai frase più vera.

Annuncia Noemi che scende con un abito elegantissimo dallo spacco vertiginoso. La rossa sicuramente sembra più a fuoco della prima esibizione, pronta anche a riscattarsi dalla serata Cover e problema tecnico annesso. Glicine viene cantato come merita e Noemi ci mette tutta la grinta e il graffio che ben conosce.

Si ripresenta Fiorello che insieme al suo amico Patato (Aka Amadeus) iniziano il loro momento battute off limits o quanto meno, non per tutti. Unico neo, in considerazione della scaletta lunghissima, della mole dei cantanti in gara, dei quadri di Achille Lauro, degli ospiti, direi che parlare dei gorilla alle 22:06 direi che è un po’ troppo. Capisco lo show televisivo, un po’ meno l’allungare il brodo.

Di rosa e argento sale sul palco Orietta Berti che malgrado il brado retrò, ancora una volta mostra un po’ a tutti come si canta non sbagliando mezza nota.

Ritorna sul palco Ibra per ripercorrere la sua peripezia in moto della sera prima. Le regole di Ibra e il rimarcare il suo carattere esuberante, ancora dopo quattro serate, è quanto meno ridondante.

E’ la volta del duo siciliano Colapesce Dimartino con Musica Leggerissima. Scanzonati e divertiti, inevitabilmente strappano un sorriso e un fischiettio a ritmo. L’insolita coppia ha segnato il punto, classifica sì/classifica no.

E’ l’ora di Max Gazzè con Il Farmacista senza la Monstery Band ma con giacca targata Dalì seduto su trono. Sicuramente più dentro al pezzo della prima esibizione. Un brano non semplice, ma io uno degli intrugli proposti dl suo Max Gazzè lo vorrei proprio provare.

Willie Peyote elegantissimo canta i giorni che stiamo vivendo senza autotune e deciso incalza su quel Mai dire mai fregandosene del trend o dell’hype. Convinto e convince, che non è cosa da poco a questo punto della gara.

Diritti e veloci (grazie) si passa a Malika con Ti piaci così, di bianco vestita. Magnetica e libera di divertirsi malgrado il brano non sia di facile intonazione, praticamente impossibile da cantare. Un brano non da tutti, ma da Malika sicuramente sì.

E’ il momento del grande show di Achille Lauro, l’estetica del rifiuto all’appartenenza di qualunque ideologia mentre un’elettrica suona l’inno di italia e Achille vestito da sposa bacia il suo sposo Boss Doms, per poi intonare Me ne frego. Sicuramente un’esibizione punk, estrema e me la vedo la casalinga di Voghera strabuzzare gli occhi. Un Fiorello in total black si presta a duettare su Rolls Royce.

I problemi tecnici sembrano non lasciare il palco di Sanremo, dopo i microfoni anche il gobbo e finalmente sul palco La Rappresentante di Lista con Amare. Un brano e una voce che ti rimangono in testa già dal primo ascolto. Sono una bellissima certezza e finalmente il beat si alza e la voglia di lei si fa sentire forte.

Dopo lo slot saluti a caso è la volta di Madame che, per questa serata, sfodera gli artigli e un look nude che stupisce. Canta Voce e la sua cifra vocale sembra lasciare spazio, per un istante, a una maggiore attenzione per le parole, almeno nell’inciso. Misurata anche nei gesti, performance che riporta ufficialmente Madame in gara.

E’ la volta di Arisa con Potevi fare di più. Esibizione, o meglio compitino, che nella parte aperta del brano lascia il volume aperto su incertezze, più intenzionata a ricercare la perfezione vocale che a lasciarsi emozionare.

Barbara Palombelli lancia il duo Rosario Salerno e Amedeo Squillo con Siamo Donne. Il senso? Ai posteri l’ardua sentenza, sicuramente quello di ricordarci di essere comunque all’interno di un contenitore televisivo.

Riprende il palco Ibra e l’ennesimo siparietto sul Suo Festival, preannunciando i Veri Campioni del Festival, l’orchestra, che regala una standing ovation. Annunciano il duo Coma_Cose che son in gara con il brano Fiamme negli occhi. I Coma_Cose mi piacciono, sia chiaro, solo che questa partecipazione e la taratura delle loro tre performance (cover compresa) mi fa asserire, con non poco rammarico, che sono il grande bluff di questo Festival.

Grande ritorno sul palco di Sanremo per Mahmood con una combo che spazia da Rapide, Inuyasha, Barrio, Calipso per finire con Soldi, il brano che gli è valso la vittoria e che lo ha fatto conoscere al grande pubblico dopo la parentesi XFactor e un primo Sanremo nei Giovani nel 2016 abbastanza deludente.

E’ la volta di Fasma con Parlami. Poco concepisco l’autotune alla luce della mia veneranda età e alla seconda performance di Parlami la cosa che mi sembra lampante è che Fasma ha molte assonanze, o cerca di averle, con Ultimo (vedi alla voce cori, postura). Ma il ragazzo è giovane la strada di fronte a lui è ancora lunga.
Torna sul palco Barbara Palombelli con un monologo rivolto alle donne italiane e al loro compito nel tenere in piedi il Paese. Il padre la immaginava in futuro come la Cinguetti in Non ho l’età, mentre lei aveva un animo ribelle diviso tra la stima ricercata nel padre e nel lavoro degli anni 70 in cui si doveva lottare per costruire i diritti delle donne. Un omaggio alla ribellione delle donne, contro il non andare mai bene agli uomini della nostra vita.
Volano sul palco Lo Stato Sociale e al secondo ascolto Combat Pop acchiappa e mette a fuoco senza grandi giochi di sparizioni l’immagine e l’intento di questo brano: il collettivo. Concetto spesso insolito nelle band odierne in cui il frontman viene riconosciuto come leader indiscusso della band e portano sul palco la voglia di fare baracca.
A mezzanotte e venti è il turno di Francesca Michielin e Fedez con Chiamami per nome. Francesca ci mette la grinta e sostiene vocalmente Federico che si mostra sicuramente meno teso della prima esibizione. Una canzone che resta in testa va detto.
 
Super ospite anche Alessandra Amoroso che canta Pezzo di Cuore. A sorpresa l’incursione di Emma e questo brano rientra sicuramente in quella sezione dei duetti riusciti. Nota a margine, ben vengano sempre i ringraziamenti all’orchestra.
 
Ancora una volta di Irama vedremo le prove de La Genesi del tuo colore e sinceramente dispiace non vederlo su quel palco perché sarebbe stato interessante vederlo esibirsi dal vivo.
 
Extraliscio con Davide Toffolo sono carichissimi e seppure Bianca luce nera non sia un brano accessibile, rimane una delle piacevoli scoperte del festival. Seconda performance più centrata della prima.
 
 Ospite della serata Avitabile che presenta insieme a Fiorello un omaggio a Carosone che a quasi l’una di notte risulta oltremodo pesante e se avevamo recuperato minuti in scaletta, fanno di tutto per perderli ulteriormente.
 
Diciannovesimo cantante in gara Ghemon che sicuramente migliora il flow per questa seconda esibizione di Momento perfetto rendendo il brano sicuramene più appetibile con un secondo ascolto.
 
Segue Francesco Renga con Quando trovo te. E alla luce della sua disastrosa esibizione, perché le cose vanno dette in modo sincere, mi chiedo cosa sia successo alla voce di Angelo. Un brano che non ha capo e coda per un’ esecuzione pessima.
 
Alessandra Amoroso e Matilde Glioli rendono un omaggio e un messaggio di speranza rivolto ai lavoratori del mondo dello spettacolo e del difficile periodo che stanno vivendo. E’ giusto ricordare che mentre il Teatro Ariston è acceso, molti altri sono spenti da mesi. Nota personale certi messaggi andrebbero lasciati in prima serata e non all’1. Un’ occasione parzialmente persa.
 
Seconda esibizione per Francesco Renga che si è trovato con un problema al microfono che giustificherebbe la sua prima esibizione deludente. ammettendo che non sia il brano migliore di Renga direi che anche questa seconda/terza esibizione non entusiasma. La voce fuori forma anche ora.
 
Ventunesimo cantante in gara Giò Evan con Arnica e malgrado due esibizioni e al netto del fatto del suo essere artista poliedrico ancora non me ne capacito. Di arnica ne ho usata localmente parecchia per attenuare ematomi, qui, dopo due esibizioni, a poco serve.
 
Ore 1.30 per l’esibizione di Ermal Meta con Un milione di cose da dirti. In musica solitamente si dice dentro il pezzo quando un cantante entra completamente nel pezzo dimenticandosi il palco, ecco Ermal era davvero dentro il pezzo questa sera. Un milione di cose da dirti, chi non le ha in un cassetto.
 
Bugo nel giorno di rivalsa personale come artista e cantautore, Cristian Bugatti si presenta sul palco deciso a fare vedere quella che è la sua cifra stilistica con tutti i limiti compresi. Poi posso dirlo? E invece sì è un brano che canti e Bugo sai quante volte anche io mi sono immaginata di non aver mai sbagliato?.
 
Fulminacci con Santa Marinella ci fa vedere la luce in fondoal tunnel di un festival lunghissimo. Non al top della forma come esibizione, ma Fulminacci sa fare bene e volente o nolente il brano piace.
 
Penultima Gaia, che oggi era praticamente afona. Buona performance in Cuore amaro, unico suggerimento non richiesto le mosse si fanno non si accennano come direbbe qualcuno che di ballo ne sa più di me.
 
Random con Torno a te chiude la gara. Per lui, al netto della seconda esibizione, vale lo stesso discorso di Fasma avrei aspettato per farlo crescere musicalmente piuttosto che buttarlo sul carrozzone del Festival con un brano che resiste poco.

LA CLASSIFICA DELLA SALA STAMPA:

  1. Colapesce Dimartino
  2. Maneskin
  3. Willie Peyote
  4. La rappresentante di lista
  5. Ermal Meta
  6. Noemi
  7. Arisa
  8. Irama
  9. Malika Ayane
  10. Madame
  11. Francesca Michielin e Fedez
  12. Orietta Berti
  13. Coma_Cose
  14. Max Gazzè
  15. Lo stato sociale
  16. Fulminacci
  17. Annalisa
  18. Extraliscio feat Toffolo
  19. Ghemon
  20. Gaia
  21. Fasma
  22. Francesco Renga
  23. Bugo
  24. Giò Evan
  25. Ajello
  26. Random

LA CLASSIFICA GENERALE

  1. Ermal Meta
  2. Willie Peyote
  3. Arisa
  4. Annalisa
  5. Maneskin
  6. Irama
  7. La Rappresentante di Lista
  8. Colapesce & Dimartino
  9. Malika Ayane
  10. Noemi
  11. Lo Stato Sociale
  12. Orietta Berti
  13. Extraliscio feat. Davide Toffolo
  14. Max Gazzè
  15. Fulminacci
  16. Gaia
  17. Francesca Michielin e Fedez
  18. Madame
  19. Fasma
  20. Ghemon
  21. Francesco Renga
  22. Coma_Cose
  23. Gio Evan
  24. Bugo
  25. Random
  26. Aiello

 

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