SANREMO 2019: le prove generali

SANREMO 2019: le prove generali

Le prove generali del lunedì, aperte alla stampa, dalle poltrone del Teatro Ariston.

Sanremo 2019. Dovevo partire alle 4:15, arrivo in stazione alle 4. Treno in ritardo di 40 minuti quindi a Milano perdo la coincidenza. Prendo due regionali, scendo prima a Genova poi ad Alassio per un guasto sulla linea. Pullman sostitutivo da Alassio fino ad Andora. Poi di nuovo treno da Andora a Sanremo, la gente scalpita, urla, mangia, scoreggia. Vado in albergo, saluto la signora che da anni mi accoglie e mi chiama Mattia. Mi lavo le ascelle e corro all’Ariston, mi accredito, mi danno la solita fila, accanto a me Novella 68 mila. Corro alle prove generali, forse devo rilavare le ascelle. Qui, intanto, le mie impressioni dopo l’ascolto in anteprima dei brani in teatro.

Causa treni, dicevo, ho perso la conferenza stampa d’apertura. E sono arrivato che avevano già provato Francesco Renga (“Aspetto che torni”), Nek (“Mi farò trovare pronto”), Nino D’Angelo e Livio Cori (“Un’altra luce”), The Zen Circus (“L’amore è una dittatura”). Quindi per le loro canzoni dobbiamo aspettare domani. Io e voi. Entro e quasi sussulto: si stanno esibendo Mimì, Cocò e… insomma sì, Il Volo (“Musica che resta”). Vi risparmio il commento, ho ascoltato troppo poco. Il sussulto, però, immaginate a cosa poteva essere dovuto.

Ma ci siamo con gli altri:

Loredana Berté – “Cosa ti aspetti da me”
E minchia.. Che pezzo rock ha tirato fuori la Bertè?

Daniele Silvestri – “Argento vivo”
Ricorda “Il mio nemico” ma più soft e più moderna, complice il featuring con Rancore. Parole importanti, lacrimuccia facile sull’ultima nota.

Federica Carta e Shade – “Senza farlo apposta”
Attenzione. Non male. Niente di che ma non male. Pure la teenager undicenne l’abbiamo accontentata.

Ultimo – “I tuoi particolari”
Quest’anno l’ho adorato. Il pezzo merita ma ha fatto di meglio. Ma dopo “Ti dedico il silenzio” o “Pianeti” vedi che è dura, eh?

Paola Turci – “L’ultimo ostacolo”
Il sound della Turci anni Novanta. Che ci piace. Posata come suo solito, bella come suo solito. Una certezza.

Motta – “Dov’è l’Italia”
Il mio preferito for ever. Pezzo lontano dalla logica sanremese ma d’altronde dice: “Dov’è l’Italia, amore mio? Mi sono perso”. Chiudete tutto.

Boomdabash – “Per un milione”
SINE MOI A QUAI. Che poi l’estate non è poi così lontana. Belli.

Patty Pravo e Briga – “Un po’ come la vita”
Fatico a comprendere il duetto. Che la canzone non è neanche male ma fatico. Ci riproverò domani.

Simone Cristicchi – “Abbi cura di me”
Sicuramente teatrale. È come se gli avessero aperto il cuore e avessero tirato fuori le parole della canzone. Lacrimuccia due.

Achille Lauro – “Rolls Royce”
Già me la immagino mia madre domani. Regia, ti prego non fategli i primi piani sennò non me la scollo più. Outsider coraggioso e meraviglioso. L’ho detto oggi, non lo dirò più.

Arisa – “Mi sento bene”
La Bella e la Bestia 2019 edition per i primi quindici secondi. Poi boom, non sentivo una Pippa così da anni. Ops.
E poi la voce, scusate: la vuoi sbaglià una nota, Arisa? Una ogni tanto.

Negrita – “I ragazzi stanno bene”
Pau è sempre più Enrico Ruggeri.

Ex-Otago – “Solo una canzone”
“Non è semplice restare complici quando l’amore non è giovane”. Sono un fan dai tempi di “Mezze stagioni” e sono di parte, ma che testo, ragazzi!

Einar – “Parole nuove”
Teenagers accontentate parte due.

Anna Tatangelo – “Le nostre anime di notte”
Quanto cazzo sei fortunato Gigi D’Alè?

Ghemon – “Rose viola”
Tanti cuori per quest’altro outsider a cui vogliamo tutti un po’ bene.

Irama – “La ragazza con il cuore di latta”
Ecco Bagliò, avrei rivisto la quota degli artisti per teenagers. Ma questo pezzo, se cantato bene, ha del potenziale. Come prima, l’ho detto adesso e non lo dirò più.

Enrico Nigiotti – “Nonno Hollywood”
Canzone paracula ma così si fa se vuoi vincere. Bravo Nigiotti. Lacrimuccia tre.

Mahmood – “Soldi”
Ogni certezza sprofonda. Altro pezzo che Baudo non si sarebbe mai cagato. Ma Baglioni sì. E io sono in crisi. “Soldi” spacca.

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