SANREMO 2019 dalla A alla Z

SANREMO 2019 dalla A alla Z

Il 69° Festival di Sanremo dalla A alla Z.

A come Anossia. Quella che arriva a una certa ora, dopo inutili siparietti, che per la durata dovrebbero esser definiti siparioni senza alcun senso.

B come Ballerini. Mai visto un dispiegamento così voluminoso.

C come Claudio Bisio. Ci si aspettava qualcosa di più da quello che è sempre stato il mattatore di Zelig, non dico un uragano di risate ma almeno una leggera brezza.

D come Dirottatore/Dittatore musicale. Così si è definito Baglioni. Che abbia dirottato è sicuro, spesso non solo la musica.

E come Eleganza, che salvo qualche rara eccezione non si è presentata a Sanremo quest’anno.

F come Finale, che tutti negano di vedere Sanremo salve poi parlarne, che tutti lo aspettano e un po’ dispiace che sia finito.

G come Giacche. Mai viste di così imbarazzanti sino ad ora. Ma anche G come Gelataio. Così sembrava vestito Baglioni per la finale.

H come hotel, naturalmente. Quelli in cui siamo andati ogni giorno per strappare un’intervista ai protagonisti del Festival. E speriamo che abbiate apprezzato!

I come Irama. Il fresco vincitore di Amici torna a Sanremo dopo 3 anni con un pezzo pretenzioso sulla violenza domestica, ben costruito (pure troppo, scomodando un coro gospel più per estetica che per sostanza). Se la gioca.

L come Loredana Bertè. Lei il suo Sanremo lo ha già vinto, facendo il suo miglior Festival, l’11° e, a suo dire, l’ultimo. Il pezzo di Curreri e Pulli non è un capolavoro millenario ma lei lo fa esplodere con la sua graffiante personalità. Ottimo il duetto venerdì con Irene Grandi. Comunque vada, vincitrice morale. Ma sai che figata vederla all’ESC??

M come Mannoia. Fiorella è stata fra gli ospiti più apprezzati, sia con il nuovo singolo “Il peso del coraggio” (“una canzone necessaria”, come lei stessa l’ha definita) sia nel duetto con Baglioni sull’intramontabile “Quello che le donne non dicono”. Qualcuno ha avuto l’ardire di accusarla di farsi promozione fresca con il nuovo brano: perché, gli altri ospiti che hanno fatto? Giorgia, Elisa, Ramazzotti, lo stesso Bocelli con Bocelli jr… Solo che lei solo 2 anni si è messa in gioco ed era in gara con tutti gli altri.

N come Nigiotti. Anche se le scalette lo hanno relegato per 3 sere su 4 dopo la mezzanotte, il suo “Nonno Hollywood” ha emozionato il pubblico, portandosi a casa endorsement di Laura Pausini, Gianna Nannini ed Eros Ramazzotti. Forse rischiava di oscurare qualcuno con più santi in paradiso?

O come ospiti. Sono arrivati in tanti fra big e meno big della musica italiana; un’Amoroso mai in gara, Ligabue, Ramazzotti, Cocciante, i 2 Bocelli, Elisa… ma gli ospiti internazionali hanno latitato. Chi è contento, chi no. Ok pensare al budget, ma a pensare che da quel palco sono passati Queen, David Bowie, Whitney Houston, Madonna, Elton John, Celine Dion, Peter Gabriel, Take That, Backstreet Boys, Eminem, J. Lo, Ed Sheeran fa stringere un po’ il cuore se oggi si spera che Luis Fonsi, oltre al duetto-marchetta con Ramazzotti, si possa intrattenere per intonare Despacito…

P come Patty Pravo. Tutto si può dire tranne che questo decimo Festival per Patty sarà indimenticabile; il brano, “Un po’ come la vita”, non è nemmeno male, è elegante e con una bella linea melodica ma non resta in testa ed è privo di mordente; aggiungici che le tocca duettare con Briga e che si è scelta un look rasta abbastanza shockante e il quadro è completo. La si ricorderà per il simpatico siparietto con Ornella Vanoni e Virginia Raffaele e l’incidente tecnico della prima sera in cui attende invano per 5 minuti che il pianista torni dalla toilette (“Ma sono venuta per cantare o per fare una passeggiata?”). Iconica comunque.

Q come Quanto manca? È tra le frasi che più avrete pronunciato quando a mezzanotte e mezza c’era ancora la diretta tv.

R come Rancore. Che ha dato alla canzone di Silvestri quel tocco di modernità che ha contribuito a valorizzarla ancora di più. Uno dei testi migliori dell’intera edizione.

S come Silvestri, appunto, che si è dimostrato uno degli artisti italiani più capaci di sempre. Il duetto con Manuel Agnelli è stato tra i più magistrali degli ultimi anni.

T come Tatangelo che il Premio Gnocca è tutto suo quest’anno.

U come Ultimo. Che mentre scriviamo non è ancora finita la serata. E qui si pensa possa vincere e la vittoria sarebbe più che meritata.

V come Virginia Raffaele, in continuo crescendo, serata dopo serata. Promossa ma la si preferisce quando imita e si traveste.

Z come (The) Zen Circus: tra le sorprese di questa 69° edizione. Che a noi è piaciuto molto. E lo sappiamo che in fondo pure a voi. Grazie, ci vediamo l’anno prossimo che saranno 70.

 

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