RENATO ZERO “ZEROSETTANTA – VOLUME UNO” il racconto del disco traccia per traccia

RENATO ZERO “ZEROSETTANTA – VOLUME UNO” il racconto del disco traccia per traccia

Esce “ZEROSETTANTA – VOLUME UNO”, terzo e conclusivo capitolo della trilogia di Renato Zero.

Un disco che chiude il cerchio disegnato da Renato Zero che non ha intenzione di concludere il viaggio lungo tre mesi e 40 canzoni inedite da lui intrapreso: semmai invita l’ascoltatore a proseguire, “per dare smacco a questo tempo, privo di logica e di attenuanti”.

Il senso del progetto prodotto dallo stesso Renato Zero per Tattica è tutto qui: non battere sentieri già percorsi nell’universo di una discografia che smarca sé stessa, quanto piuttosto spingersi dove il sentiero non è ancora segnato e proprio lì, lasciare una traccia.

Un grande lavoro, coerente dal primo all’ultimo brano, caratterizzato dal pensiero costante di dare e ottenere sempre il meglio, dalla volontà fiera di arrivare alla radice delle emozioni e degli accadimenti. Una trilogia che scruta e legge il presente, composta col cuore lieve di chi ha il coraggio e l’onestà delle proprie convinzioni. 50 milioni di album venduti all’attivo, Zero ha voluto inaugurare questo progetto a partire dal giorno del suo settantesimo compleanno, il 30 settembre scorso.

Il progetto RENATOZEROSETTANTA è stato anche l’occasione per Renato Zero di presentare i brani dei tre dischi in tv in forme differenti: in ogni apparizione televisiva infatti si è esibito per il pubblico con canzoni diverse tratte dagli album, sparigliando ancora una volta le tradizionali regole promozionali e attingendo a questo vasto repertorio di quaranta brani inediti.

In questo terzo ed ultimo capitolo, intimo, immediato e sincero come quelli che l’hanno preceduto, si snodano 13 nuovi brani e ancora una volta si ritrovano e si consolidano le collaborazioni che hanno arricchito tutti e tre i lavori. Il fil rouge che lega le nuove canzoni è ancora una volta l’amore, potenza catartica che muove ogni cosa, scoglio salvifico al quale aggrapparsi quando si è in balia dei flutti imperiosi della vita di tutti i giorni.

Tra un racconto onirico e l’altro, Zero non si esime però dal lanciare anche in quest’ultima produzione dei lucidi messaggi di denuncia sull’attualità: coerente portabandiera degli Ultimi ormai da decenni, grande e coraggioso sparigliatore di luoghi comuni e di dinamiche ingessate, megafono di voci inascoltate.

IL RACCONTO DEL DISCO 

Mentre scorreva l’inchiostro e le note si rincorrevano nella mia testa, il cuore usciva dalla finestra e corrompeva il tempo, convincendolo a consentirmi di ripercorrere a ritroso tutte le fasi salienti della mia avventura artistica. Quanta sana e bella fatica riaffiora! Un impegno fin troppo arduo, per quell’età.
Avevo appena quindici anni e già mi guadagnavo 500 lire cantando per 6 ore consecutive al Ciak di via Torino, a Roma, con un gruppo di 4 amici dall’onesta passione per la musica. Quanto avrei potuto resistere a quello stress e a tutta quella nicotina? Eppure qualcosa m’impediva di distogliere lo sguardo da quel microfono.
Un mezzo talmente efficace per urlare a tutti che non avrei voluto, mai e poi mai, essere messo all’angolo dalla vita. Sentieri impervi per la mia costituzione fisica e fragilità emotiva, a quel tempo: la forza la produce la resistenza e l’insistenza insopportabile dei “soliti idioti”. Una razza dura ad estinguersi…

“Renatino” mi ci hanno chiamato per tenerezza ed affetto. Limitandomi nell’esercitare il diritto di difendermi da un destino avverso e disattento ai miei piccoli, ma necessari bisogni.
Uno fra tutti: la libertà di esprimermi senza censure. L’ho poi fatto, a mia cura e spese, svincolandomi un po’ alla volta da certi brutti regolamenti di una discografia e di una radiofonia che banchettano insieme, a discapito dell’integrità e della genuinità dei malcapitati artisti. Un giro di favori e scambi, al di fuori del privilegiare chi, con coraggio e determinazione, produce cambiamenti significativi nel costume e nella cultura di questo Paese.

Io guardo avanti! Anche se il mio futuro si è andato via via assottigliando, non incidendo però sul mio entusiasmo e sulla mia creatività.

Ecco dunque la mia ultima produzione, tre album: perfetti, per festeggiare le mie stagioni con grande soddisfazione. Quaranta brani, rappresentativi di un trascorso che qui vuole ribadire lo sforzo e l’attenzione verso quella coerenza che mi ha sempre contraddistinto.
Ho approfittato dei momenti di stasi, che ultimamente abbiamo attraversato un po’ tutti, per consolidare rapporti artistici e personali.

Operazioni necessarie, da cui attingere materia e valore aggiunto e da trasformare in pagine musicali. Quindi compilation languide e nostalgiche: molto meglio emozioni inedite, se possibile.

C’è sempre tanto da dire, tanto ancora da scrivere. Io ho sempre addosso una certa premura, come se fuori dalla porta ci fosse un esattore, perennemente avido di riscuotere profitti dalle mie esperienze. Forse il funzionario è la mia stessa coscienza. Comunque mi sono speso ancora una volta, più generoso che mai.

Il mio compleanno si festeggia così: con la mia penna ancora calda di scrittura e con il microfono acceso. Poiché mai sazio di ricevere le mie attenzioni.

Tre pubblicazioni separate: settembre, ottobre e novembre, con scadenza al 30 di ogni mese. Per non ingolfare la piazza e per dare respiro ai padiglioni uditivi del mio paziente pubblico.

Argomenti disparati: l’amore qui, ha preteso più spazio. Ma il filo del discorso sono questi miei rumorosi anni, riflessioni e bilanci, tracce del mio passaggio.

Non è vero che sono un cantante.

Non lo sono mai stato.

Un osservatore pensante e parlante, si. Un raccoglitore di anime, con un costante rispetto ed innamoramento verso la melodia.

L’ispirazione stavolta è stata tanta e generosa. Che posso dire… Zero si rinasce!”

IL DISCO TRACCIA PER TRACCIA 

AMARA MELODIA

Aperto da un intro maestoso e potente di archi e fiati, il brano esplode in un ritornello a cui si accompagna una ritmica soft che scorta l’ascoltatore fino alla fine della traccia, chiusa da un’elegante scala di pianoforte. Un amaro messaggio diretto alla musica “copia-incolla” di oggi, dal cui pentagramma “è sparita la stella”.

IO NON MI STANCHERÒ MAI DI TE

Il piccolo intro di piano anticipa una ballad diretta e toccante che scava, nota dopo nota, nei sentimenti di un uomo senza più fantasia, stretto nella morsa dei ricordi e smanioso di tornare a vivere emozioni con la persona amata. E mentre l’organo Hammond ricama in sottofondo, l’entrata dei cori e il ripetersi ostinato del risoluto verso che sintetizza il concept del brano (“Non mi stancherò, non mi stancherò, non mi stancherò, non mi stancherò”) somministrano la giusta iniezione di pathos.

ORFANI DI CIELO

Un arpeggio di chitarra estremamente evocativo e dal sapore rock, mentre il basso è cattivo e portante. Zero canta di uomini insoddisfatti, in balia della precarietà e senza la guida di una luce sovraterrena. Nel ritornello, costruito sulle note di un pianoforte acuto, eleva la sua accorata supplica al Cielo. Sul finale spazio a versi recitati, il naturale prolungamento di una preghiera piena di speranza per il domani.

NEMICO CARO

Sound pop, cori campionati e chitarre elettriche fanno da scenografia musicale a una lettera scanzonata e irriverente indirizzata a tutti i nemici cari che, nascosti dietro sorrisi compiacenti, hanno impugnato armi a tradimento e teso trappole subdole, stimoli in realtà di un rinvigorimento per chi è stato offeso e tradito. A condire il tutto, inserti di voci campionate nei cori ed efficaci riff di piano nel ritornello.

IO E TE

Aperto da maestosi archi e da un elegante pianoforte a cui si aggiunge poco dopo una delicata ritmica, il brano è la preghiera accorata dell’uomo, servitore pronto a qualsiasi cosa pur di ritornare ad amare la sua bella che, nel fiore degli anni, è volata via da lui. Una ballad ariosa e sofisticata.

L’ULTIMO GIGOLÒ

Un brano divertente, leggero e a tratti scanzonato, dedicato all’ultimo amante di professione del mondo, un tempo passionale, acuto e irriverente. Il sound è variegato: da una voce campionata stretto attorno al ritmo cadenzato di una marcia, si passa a un’atmosfera tipicamente più pop, per sfociare infine in un maestoso arrangiamento tessuto da potenti assoli di trombe e chitarre elettriche.

TI RICORDERAI DI ME

Il brano si apre con dei pad atmosferici avvolgenti ed è una riflessione disincantata sulla vita. Incisivi gli assoli di tromba nel finale, che preparano all’ultimo sussurrato messaggio: “una lacrima ci vuole quando in fondo al cuore c’è serenità, e un sorriso a questa vita per ciò che ci dà”.

FINALMENTE TE NE VAI

Ammiccante nel suo dipanarsi, il brano trascina con il ritmo sostenuto da basso sporco e clap, miscelando liriche taglienti e groove moderno. Finalmente te ne vai è poi arricchito in corsa da chitarre elettriche e trombe, che contribuiscono a rendere beffarda e divertente la tematica relativa alla fine di un amore.

GLI ANNI DELLA TRASPARENZA

Fisarmonica, chitarra classica e mandolino per rievocare le atmosfere di un tempo che ora sembra lontanissimo. Su questo tappeto musicale tenue e lieve, Zero ripercorre le tappe fondamentali del cammino di ogni uomo, dagli anni della leggerezza, con “le preghiere della sera e i racconti degli eroi”, agli anni della tenerezza.

C’È

Un intro “filmico” di batteria solenne e intenso, quasi marziale, usato per passare in rassegna le varie declinazioni dell’amore: il brano è un continuo salire di intensità ed emotività, per poi chiudersi di nuovo con una possente marcia di rullanti.

L’ITALIA SI DESTA?

L’Italia Si Desta? è l’interrogativo che si pone Zero in questo brano dal ritmo solido: il pianoforte è potente e intenso e il ritornello è molto aperto nella parte iniziale, con archi e loop ritmici. Ci si chiede cosa sia cambiato negli italiani, cosa li abbia spinti a sacrificare i propri valori identitari, perché abbiano smesso di credere negli ideali di giustizia e libertà, navigando nell’incertezza e nella fragilità più dilagante. Un invito ad assumerci, giorno per giorno, le nostre responsabilità.

IL TUO ETERNO RESPIRO

Un leggero arpeggio di chitarra introduce una ballad lenta ed emozionale, che tocca con delicata attenzione una tematica più che mai attuale. Un dialogo a cuore aperto con la Terra, che è invitata a gridare forte tutto il suo dolore per risvegliare le coscienze dormienti degli uomini, che troppo spesso dimenticano di rispettare le bellezze che ci offre. Nel finale, il cinguettio degli uccelli e la presenza di cori vagamente onirici testimoniano l’importanza e l’urgenza di ristabilire un contatto più autentico con la natura.

UN MONDO PERFETTO

Un sognante acquerello dalle tinte pastello, costruito su sonorità che sembrano cullare l’ascoltatore, con pianoforte e archi in primo piano e strumenti a vento nell’intro. Ricongiungersi in questo locus amoenus, dove tolleranza, rispetto e solidarietà sono all’ordine del giorno, chiude perfettamente il cerchio del disegno zeriano.

WEB & SOCIAL 

https://www.facebook.com/renatozero
http://www.renatozero.com/

 

Related Posts