Recensione: STING -“The Bridge”

Recensione: STING -“The Bridge”

Per Sting questo “THE BRIDGE” è il suo quindicesimo album in studio. Tantissimi! Immagino per un artista come è lui la difficoltà di dovere affrontare il discorso di un nuovo disco. 

I dubbi, le controversie, i cambi di programma e di idee. Attorno a personaggi come lui ci sono poi sempre tantissime aspettative: la casa discografica, i fan, il pubblico distratto, le nuove generazioni.

Sting o sperimenta e fa un progetto di nicchia che magari aggrada solo i suoi ascolti musicali, cosa che tra l’altro ha già fatto molte volte in passato, o cerca una mediazione e realizza un disco che possa, in qualche modo, soddisfare tutti. 

“THE BRIDGE” è forse proprio questo ponte. Un ponte che mette in mostra la sua professionalità e abilità riassumono gli stili e i generi differenti esplorati dal cantautore inglese nella sua incredibile carriera.

Un disco all’intero del quale è possibile ascoltare le sue svariate sensibilità artistiche. 

Sotto il profilo lirico e concettuale “THE BRIDGE” racchiude tutte una serie di riflessioni che vanno dalla perdita personale, alla separazione, ai nuovi amori fino alle problematiche sociali e politiche.

L’album esplora una moltitudine di concetti e temi, rappresenta quel duraturo e in costante evoluzione legame tra idee, culture, continenti, i due argini del fiume.

Queste canzoni sono tra un posto e un altro, tra uno stato mentale e un altro, tra la vita e la morte, tra le relazioni. Tra le pandemie, tra le ere, politicamente, socialmente e psicologicamente, ognuno di noi è bloccato nel mezzo di qualcosa. Abbiamo bisogno di un ponte”.

Ed ecco che ascoltando il disco escono tutte le sfaccettature del sue essere artista. Si parte dagli echi del passato di Rushing Water, passando al pop arioso, aperto e positivo del nuovo singolo If It’s Love, al pop-rock di The Book of Numbers o al soul elettronico di Loving You.

Non mancano le tipiche ballatone romantiche For Her Love (sembra la riedizione di Shape Of My Heart) o le le atmosfere jazzate come in The Bells of St. Thomas.

C’è naturalmente il pop classico in Harmony Road o nella finale The Bridge e anche gli echi folk come in The Hills on the Border o Captain Bateman.

Interessante, nella versione Deluxe, anche la cover di (Sittin’ on) The Dock of the Bay.

Scritto e registrato durante l’ultimo anno in lockdown, al disco hanno collaborato Dominic Miller (chitarra), Josh Freese (batteria), Branford Marsalis (sassofono), Manu Katché (percussioni), Martin Kierszenbaum (piano), Fred Renaudin (sintetizzatori) e Melissa Musique, Gene Noble, Jo Lawry e Laila Biali ai cori.

Tutte le canzoni di “THE BRIDGE” sono prodotte da STING e Martin Kierszenbaum a parte “Loving you” prodotta da Sting, Maya Jane Coles e Martin Kierszenbaum.

Alla fine Sting sa fare e suonare tutto e in questo disco lo mette in mostra.
Non un capolavoro ma un disco maturo ed onesto, da ascoltare, molto meglio questo Sting che quello di molte operazioni commerciali degli ultimi anni! 

 SCORE: 6,75

DA ASCOLTARE SUBITO

If It’s Love – The Bells of St. Thomas

DA SKIPPARE SUBITO

Captain Bateman non mi sono mai piaciuti i suoi mondi folk 

TRACKLIST

DISCOGRAFIA 

1985 – The Dream of the Blue Turtles 
1987 – …Nothing Like the Sun
1991 – The Soul Cages 
1993 – Ten Summoner’s Tales 
1996 – Mercury Falling 
1999 – Brand New Day 
2003 – Sacred Love 
2006 – Songs from the Labyrinth (Sting & Edin Karamazov – musica di John Dowland)
2009 – If on a Winter’s Night… 
2010 – Symphonicities (Sting & The Royal Philharmonic Concert Orchestra) 
2013 – The Last Ship 
2016 – 57th & 9th 
2018 – 44/876 (con Shaggy)
2019 – My Songs
2021 – The Bridge

VIDEO 

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