Recensione: HARRY STYLES – “Harry’s House”

Recensione: HARRY STYLES – “Harry’s House”

Agatha Christie diceva che un indizio è solo un indizio, due inizi possono essere una coincidenza ma tre indizi sono una prova certa. “HARRY’S HOUSE”, il terzo album di inediti di Harry Styles, è una prova certa del suo talento e del fatto di essere una star indiscussa dell’olimpio del pop mondiale. 

Harry è la massima espressione del pop contemporaneo. Espressione a tutto tondo che va ben oltre alla musica. 
Harry è oggetto del desiderio degli stilisti, Harry è un’azienda, Harry è uno status che va ben oltre la musica.
E proprio questa è l’asticella del pop contemporaneo, posizionarsi anche al di fuori della musica. 

Harry è l’espressione della contemporaneità e delle sue infinite derive e contaminazione sonore. 
Se nel primo disco c’era una reminiscenza da boy band (è necessario ricordare che è un ex One Direction) in questo terzo sigillo quella origine e albore è stata sfruttata in pieno per sviluppare al meglio il suo realizzare canzoni.  

Le 13 nuove tracce che compongono il disco sono state registrate in diverse location, tra Regno Unito, Los Angeles e Tokyo, dal 2020 al 2021 e questo può essere stato un ulteriore valore aggiunto di questa produzione.  Accorpare ambienti e situazioni diverse ti porta a meglio variegare il composto sonoro. 

Quello che si respira nei 41 minuti che dura il giro turistico nella casa di Harry è un policromo di pop, con momenti di yacht rock, di funk e di intimità acustica quasi country. 

Non penso di dire una bestialità a paragonare Harry Styles a Paul McCartney. Ascoltate subito Grapejuice e ditemi se non ritrovate il mondo di Paul e degli ultimi Beatles!
Ma ci sento anche una bassline e coretti alla Prince e alla Earth Wind and Fire nella iniziale Music for a Sushi Restaurant o dei perfetti cambi di registro con schitarrate e assoli, ascoltare per credere Daylight. 

E poi ancora la splendida Matilda un misto di miele acustico quasi fosse diventano il terzo membro dei Kings of Convenience, la urban morbida ed easy Cinema e Daydreaming pop ampio, quasi soul pieno di gorgheggi e chitarrine funky. 
Per finire una quartina composta da Keep Driving, Satellite, dal country di Boyfriends e dai suoni distorti di Love of My Life.

Traendo le somme il disco non è senza dubbio un capolavoro assoluto. Difficile anche per lui raggiungere tali livelli sublimi.

Forse è mancata qualche volta la sostanza lirica, non che sia un disco banalotto, ma per fare gridare al capolavoro serviva forse qualcosa i più.
Però questa mancanza letteraria è compensata tutta con lo stile, quello, c’è sempre e ce n’è tanto!

È dunque possibile la vita post-boy-band… andate a casa di Harry e ve ne accorgerete!!! 

SCORE: 8,00

DA ASCOLTARE SUBITO

Late Night Talking – Daylight – Daydreaming 

DA SKIPPARE SUBITO 

Niente. Tutte le canzoni sono potenzialmente dei singoli. 

TRACKLIST

DISCOGRAFIA 

2017 – Harry Styles
2019 – Fine Line
2022 – Harry’s House

VIDEO 

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