Milano, Alcatraz bello carico. Un popolo variegato. Hype, tanti stranieri, giovani e meno giovani. Un melting pot accorso non per un concerto qualsiasi, ma per un rito collettivo dedicato a chi ama la musica capace di coniugare urgenza artistica e visione culturale.

Little Simz – all’anagrafe Simbiatu Ajikawo – porta sul palco non soltanto il rap e il soul, ma una forma complessa di performance che attinge al teatro, alla spoken word e alla tradizione black e soul made in uk.
Il palco è essenziale: una scenografia che ricorda un fiore di loto, niente effetti pirotecnici, solo una band compatta – basso, chitarra, tastiere e batteria – a tessere il terreno su cui lei può agire. Simz entra e l’impatto è immediato: una dichiarazione di poetica. Il pubblico viene trascinato dentro, convocato a un viaggio che è insieme musicale e identitario.
Il suo flow non indulge in virtuosismi: è secco, netto, dritto, chirurgico. Ogni parola sembra cadere con un peso specifico preciso, dialogando con la band in un equilibrio che sfugge sia alla retorica del rap “classico” sia alle derive pop da playlist. La scaletta gioca sugli opposti: l’intensità quasi claustrofobica di Introvert, la dolcezza sospesa di Two Worlds Apart, la potenza catartica dei brani più recenti. Fragilità e forza, poesia ed eleganza convivono, e non è un caso: è la cifra del suo linguaggio.
A metà concerto, Simz si mette dietro la console, si improvvisa dj, cambia registro e trasforma l’Alcatraz in un dancefloor londinese. Non un capriccio da star, ma un atto di controllo totale sul proprio spazio scenico, un modo per ribadire che la sua musica non è gabbia ma continuum.
Il repertorio più datato scava nelle radici, evoca nostalgie e riferimenti; quello recente, soprattutto “Sometimes I Might Be Introvert”, conferma la sua capacità di scardinare il linguaggio rap dall’interno, affrontando femminilità, appartenenza, conflitti interiori. È rap, certo, ma è anche spirito cosmopolita, teatro, spoken word, soul britannico, riflessione politica, voglia di rivalsa e crescita.
Simbi non sta solo avanzando nel suo percorso, ma sta ridisegnando la mappa stessa del rap e del soul contemporaneo. E questa sera a Milano, lo ha reso impossibile da ignorare.
LA SCALETTA
Thief
Flood
Two Worlds Apart
I Love You, I Hate You
Enough
Young
Heart on Fire
Introvert
101 FM
Venom
Mood Swings
Fever
SOS
Interlude
Lion
Point and Kill
Only
Selfish
Lonely
Peace
Free
Lotus
Miss Understood
Woman
Encore:
Gorilla
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