Il suono espanso e spirituale di Kamasi Washington ha attraversato l’aria dell’Anfiteatro del Vittoriale, ieri sera, giovedì 17 luglio, durante il festival Tener-a-mente.
Un concerto denso, imprevedibile, che ha confermato la caratura di un artista capace di ridefinire le coordinate del jazz contemporaneo.
Sax tenore in mano, Washington ha guidato un ensemble affiatato – batteria, tastiere, basso e cori – lungo una traiettoria musicale che ha toccato spiritual jazz, soul, afrobeat e richiami sinfonici, in un continuo gioco di equilibrio tra scrittura e improvvisazione. I brani, spesso dilatati, si sono trasformati in suite fluide e trascinanti, capaci di parlare tanto al pubblico più colto quanto a chi cercava puro trasporto emotivo.
Il contesto scenografico del Vittoriale, affacciato sul lago e avvolto dalla notte, ha fatto da cassa di risonanza alla profondità del suono: ogni nota sembrava nascere dal silenzio per ritornarvi trasfigurata. Washington non cerca mai il virtuosismo fine a sé stesso, ma costruisce paesaggi sonori in cui l’improvvisazione è sempre funzionale alla narrazione.
Il pubblico, partecipe e attento, ha accolto con entusiasmo i momenti più meditativi come quelli più ritmici, in un clima di ascolto raro. In scaletta, alcuni estratti da The Epic, Heaven and Earth e Fearless Movement, il recente lavoro che prosegue il dialogo tra jazz e contemporaneità già avviato in collaborazioni con Herbie Hancock, Kendrick Lamar e Thundercat.
Kamasi Washington, dal vivo, conferma la sua vocazione: quella di un artista che non cerca di aggiornare il jazz, ma di ampliarne i confini. Senza proclami, con rigore e visione.
LE SCALETTA
STREET FIGHTER MAS
LESANU
ASHA THE FIRST
LOVE
KO
VI LUA VI SOL
PROLOGUE