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Intervista: VENERUS: “Speriamo” è un viaggio di luce, trasformazione e rivoluzione

Venerus-Credits-by-Kasap-Rocky-2025

C’è una parola chiave che attraversa il nuovo disco di Venerus come un filo luminoso: “Speriamo”.

Semplice, quotidiana eppure potentissima, è l’espressione che più di ogni altra racconta il tempo incerto in cui viviamo, tra desiderio di fiducia e resa al destino.

Anticipato dai singoli Ti Penso, Felini (con Marco Castello) e Impossibile, il terzo album in studio, seguito di  “Il segreto” (2023) segna per Venerus un ritorno profondo e trasformativo: due anni e mezzo di esperimenti, di testi riscritti, di suoni che hanno cambiato pelle fino a trovare una forma definitiva, libera e vitale.

Al suo fianco, ancora una volta, il produttore Filippo Cimatti e Andrea Cleopatria – coautrice e artista visiva – che ne condividono la visione poetica e spirituale.

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GLI OSPITI

In Speriamo convivono collaborazioni e mondi diversi intrecciati in un racconto che oscilla tra introspezione, viaggio e speranza collettiva: Mahmood, Cosmo, Mace, IZI, Gemitaiz, Side Baby, Jake La Furia, Marco Castello, Altea, amanda lean, not for climbing.

Un gesto musicale e umano, nato da un lungo attraversamento e culminato in una performance poetica nello spazioSERRA di Milano: quattro giorni in cui Venerus ha scritto, cancellato e riscritto i testi del disco, trasformando l’attesa in arte.

Ha raccontato il disco al Biko di Milano dopo uno showcase di presentazione. Ecco il resoconto. 

L’INTERVISTA 

‘Speriamo’ è l’espressione più rappresentativa del tempo che viviamo: basta uscire di casa e porre attenzione alle conversazioni dei passanti, ai commentatori in radio, a qualsiasi voce umana che così spesso atterra su questo profondo appiglio.

Un fiducioso abbandonarsi nelle mani del destino. Speriamo è un disco che, per sublimarsi nella sua forma finale, ha conosciuto innumerevoli ere, trasformazioni, rivoluzioni e processi. Figlio delle esperienze del disco precedente, ma anche della consapevolezza di voler arrivare realmente in profondità nell’arte di scrivere canzoni, indipendentemente dai generi, e anzi volendosi arrampicare tra tutte le mie identità. Le canzoni che lo compongono hanno retto le tempeste emotive dei nostri rapporti, delle nostre crescite, e delle nostre visioni. Sono state occasione di incontro, con vecchi amici e nuovi volti che sono stati accolti con entusiasmo sulla navicella.

Un disco in cui crediamo e investiamo molta della nostra speranza.

Nel disco si percepisce un senso di serenità, di benessere, quasi di felicità. Ti ci ritrovi? E come convive questo stato con la creatività, che spesso nasce dal contrasto?

Penso che chi ha la fortuna di occuparsi di una pratica come la musica — ma potrei dire lo stesso della pittura o di altre forme d’arte — cerchi di scolpire nella propria stanza un ritratto di pace dentro la frenesia della vita.
La musica, per me, è quel luogo di felicità che cerco anche quando tutto intorno è complicato.
Tutto il sole che c’è dentro questo disco è il sole che io e i miei amici abbiamo provato a dipingere sulle pareti del nostro studio, per creare un angolo felice del mondo, sapendo che fuori succede di tutto.
Detto questo, non bisogna pensare che la positività delle canzoni significhi vivere costantemente in quella luce. La musica diventa un modo per alimentare la gioia, e nel mio caso una gioia condivisa.

Hai detto che questo disco è un desiderio di apertura, di mettersi in viaggio. Cosa rappresenta per te questo movimento?

Non è un caso che il disco si apra con canzoni dedicate al viaggio. Viaggiare è un’esperienza che ti predispone all’ignoto e all’incontro, e più lo fai più capisci che la parte più bella del viaggio non sei tu che ti muovi, ma ciò che ti arriva incontro.
La destinazione conta poco: è il continuare a viaggiare, a ripartire, a restare in movimento. Vale per le persone come per la musica. Crescendo capisci che la parte più bella di questo lavoro non è tanto “spaccare” o fare un suono incredibile, ma quando le canzoni arrivano davvero alle persone.
Finché il sole che abbiamo dipinto rimane chiuso nella nostra stanza, è destinato a spegnersi. L’idea di coinvolgere tante persone in questo disco nasce proprio dal desiderio di condividere quel sole.

Parliamo di palco: ti rivedremo a Sanremo o in altri contesti?

Non lo so, sinceramente. Non so cosa la vita mi metterà davanti. Ma so che qualsiasi palco — che sia quello di un piccolo club di Milano, di Sanremo, o da qualche parte nel mondo — lo affronterò con lo stesso amore e la stessa emozione che metto nelle canzoni.
La mia musica è un viaggio misterioso, e vedremo dove porterà.

Hai annunciato anche uno spettacolo teatrale legato al disco. Come nasce questa idea?

Sì, Speriamo sarà raccontato anche a teatro. È un progetto che nasce da me e e Filippo Cimatti e dall’idea di viaggiare anche in una forma nuova.
Il teatro è un luogo che rispetto molto, mi ha dato tanto da ragazzo: mi ha aperto la mente. Abbiamo deciso di fare uno spettacolo sul disco prima ancora di sapere cosa sarebbe diventato! Ci siamo buttati nel mistero e da lì è nata una storia che coinvolge molte delle persone che hanno partecipato al disco: io, Cleo (Andrea Cleopatria), Filippo e i musicisti.
Una grande parte del mio mondo è fatta di collettività: la vera magia accade quando la musica è condivisa.
Nello spettacolo, le canzoni saranno trasfigurate in una sorta di racconto, un’avventura che tocca le modalità con cui sono nate, gioca sui titoli, diventa spunto per altri pensieri.
Ci stiamo emozionando molto nel farlo. Sta andando bene anche la biglietteria, quindi forse è solo il primo passo di una nuova serie di cose in cui ci butteremo.
E sì, ci sarà anche la moto… anche se portarla a teatro sarà un po’ complicato (ride).

L’ARTWORK 

L’artwork del disco è un quadro a olio realizzato da Cleopatria. L’opera ritrae Venerus spoglio di ogni orpello, abbandonato tra le braccia di un albero all’ingresso di un bosco, con accanto la sua moto e la mano intrecciata a quella di una figura nascosta dietro il tronco: un simbolo di unione e fiducia nell’umano. Il dipinto restituisce un’estetica classica che dialoga profondamente con i temi dell’album.

LA TRACKLIST 

Venerus-cover-speriamo

1. La moto (Alizèe)
2. Impossibile
3. Tra le tue braccia feat. Cosmo
4. La chiave
5. Ti penso
6. Un giorno triste feat. Gemitaiz
7. Cool feat. Side Baby, Mahmood, Jake, MACE
8. Felini feat. Marco Castello
9. Pensieri parte 1 feat. Izi
10. Pensieri parte 2 (Bellusco Blues)
11. Stazione Bovisa
12. Quello che resta
13. Okay feat. Altea, amanda lean, not for climbing
14. Sesso

LE DATE 

27.11 – LUMIERE – PISA
29.11 – AUDITORIUM SAN FEDELE – MILANO
30.11 – TEATRO BOLIVAR – NAPOLI
01.12 – ANGELO MAI – ROMA
04.12 – TEATRO SAN MARCO – TRENTO
05.12 – TEATRO VERDI – GENOVA

COME PARTECIPARE 

Chi preordina o acquista qualsiasi formato di SPERIAMO di Venerus entro la mezzanotte del 20 novembre 2025 sullo Shop Ufficiale, potrà avere la possibilità di ricevere un codice univoco esclusivo per riservare uno dei biglietti gratuiti per le date di “Speriamo – Lo Spettacolo”.

La possibilità di partecipare è retroattiva: chi ha già preordinato l’album avrà comunque diritto a partecipare all’iniziativa.

Il 21 novembre 2025 alle ore 11:00, tutti coloro che avranno preordinato o acquistato l’album riceveranno un link per registrarsi. I primi utenti che completeranno la registrazione riceveranno un codice esclusivo per riscattare il proprio biglietto gratuito sulla piattaforma di ticketing DICE. I codici sono limitati e saranno assegnati in ordine di registrazione, fino a esaurimento posti.

Entro le ore 18:00 del 21 novembre 2025, ciascun partecipante riceverà il proprio codice e link per riscattare il biglietto.

WEB & SOCIAL 

https://www.instagram.com/venerus/

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