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Intervista – TOMMASO PARADISO benvenuti a “Casa Paradiso”

“Casa Paradiso” è il  titolo del nuovo disco di Tommaso Paradiso, una dichiarazione d’intenti che svela già tutta la sua ossessione per lo spazio domestico come rifugio, approdo, pensiero felice.

Un disco che nasce da un periodo in cui il cantautore ha attraversato trasformazioni private e professionali non banali e intorno a tutto questo il monopattino a noleggio diventato per lui mitologia personale e motore creativo.

Nel racconto di Paradiso c’è il riflesso di un presente complicato – pandemie, guerre, un sentimento generale di frizione costante – e la necessità, quasi morale, di difendere il diritto alla leggerezza senza scadere nell’innocenza. “Casa Paradiso” si muove così: un disco che non ignora il caos, ma tenta di orientarsi, di accogliere, di restituire conforto. Una pop music che non pretende di spiegare il mondo, ma che conserva la possibilità di essere un rifugio.

Ecco il suo racconto. 

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L’INTERVISTA 

Tommaso cosa rappresenta per te “Casa Paradiso”?

Io credo che ogni disco sia un pezzo di vita in forma compatta. Un tempo, quando ascoltavo gli album dei miei idoli, li divoravo perché volevo capire come avevano vissuto quei tre o quattro anni lì, che cosa avevano attraversato. Era come leggere un romanzo da cui imparare qualcosa dell’esistenza. Anch’io sono molto attaccato all’esperienza, non al pensiero astratto: nei dischi racconto proprio come ho vissuto gli ultimi anni. In questo caso non ho potuto inserire l’esperienza più bella di tutte, cioè la nascita di mia figlia, perché è arrivata dopo la scrittura. Ma ci sarà, inevitabilmente.

Il disco nasce in un periodo difficile per tutti. Negli ultimi cinque anni abbiamo attraversato di tutto, collettivamente e individualmente. Io vivo molto il presente, assorbo ciò che succede dentro e fuori di me. C’è chi dice che ai tempi della guerra non si dovrebbe essere leggeri, ma io la vedo diversamente: l’arte deve anche conciliare, riportare a una forma minima di quiete. Quando sto male, quando l’ansia sale, io cerco rifugio nell’arte: un film che conosco a memoria, una commedia di Totò, un libro che mi consola. “Miseria e nobiltà” è il mio Aulin. La leggerezza non è superficialità: è un meccanismo di sopravvivenza.

Come hai trovato la chiave musicale del disco?

In movimento. È stata una sorpresa anche per me. Ho scoperto il monopattino a noleggio e mi ha cambiato il modo di scrivere. Prima guidavo la macchina, motorini, bici elettriche… ora tutto è scarico, tutto abbandonato. Prendo un monopattino ovunque mi trovi – Roma, Milano – metto le cuffie e inizio il viaggio. Guardare le case mi ossessiona: è un vizio morettiano, come in “Caro Diario”. E pedalando – anzi: scivolando – mi vengono le melodie, le frasi. Poi piano e chitarra arrivano dopo.

Il concetto di “casa” è diventato il centro del tuo immaginario. Da dove nasce questa ossessione?

Credo che a 42 anni il pensiero sia ormai formato. Per me casa è il luogo più importante del mondo, la scintilla del mio pensiero felice. Come Peter Pan quando per volare deve pensare ai figli. Io penso alla casa: aprire la porta, le scale, il suono dell’ascensore. Il paradosso è che oggi non ce l’ho, l’ho appena venduta e non ho ancora concluso per la prossima. Carolina è felicissima della situazione, ovviamente (ride). Ma sì, sto trattando: questi però non cedono di un millimetro.

Ad aprile tornerai nei palasport con un nuovo spettacolo. Che cosa dobbiamo aspettarci?

Stiamo definendo tutto in questi giorni. Ho cambiato agenzia, sto lavorando con persone nuove che mi stanno dando stimoli molto interessanti. La band è la stessa, dieci musicisti sul palco che suonano dal vivo, sempre. Stavolta sarà più complicato fare la scaletta, perché c’è un disco in più da aggiungere al repertorio. Io però ho una regola: chi spende 60 euro per un concerto deve potersi godere anche le canzoni più conosciute. Sarà un mix ragionato, credo molto energico.

Qualcuno ha definito il disco “malinconico ma consolatorio”. Ti ritrovi?

Totalmente. Vengo da due dischi di guerra: interiore, esteriore, collettiva. Questo invece è un disco che cerca di capire come si possa essere leggeri ai tempi della guerra. È una domanda vera, che mi porto dietro. L’ho scritta anche in un pezzo: come faccio a cantare quando il mondo fuori brucia? Eppure lo faccio, perché la musica è uno spazio di cura.

Hai cambiato casa discografica e agenzia live. Una transizione forte. Perché questa scelta?

Perché a un certo punto ti guardi dentro e capisci che un rapporto è arrivato al capolinea. Con Universal, ad esempio, avevo firmato e il giorno stesso è cambiato tutto il quadro: una persona va via, ne arriva un’altra molto distante dai miei gusti e dalla mia idea di musica. Non era più il mio posto. Come in una relazione: provi a resistere, a parlarti, ma arriva il momento in cui devi dirti la verità e cambiare! 

Sei uno dei più gettonati nelle previsioni Sanremesi. Che ne pensi? Ci vai a Sanremo?

Lo so, lo so… Prima o poi, per statistica, ci devo andare. Chissà se quest’anno, o l’anno prossimo, o tra tre anni. Però intanto la statistica, a un certo punto, una volta ci deve prendere. Quindi adesso chissà quale sarà. Nei prossimi giorni capiremo! 

IL TRAILER 

 

 
 
 
 
 
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TRACCIA PER TRACCIA 

1.     Lasciamene un po’
Prod. Simonetta
Vero inizio di questo importante progetto, “Lasciamene un po’” – che ha scalato i vertici delle classifiche radiofoniche – è arrivata di petto confermando lo stile inconfondibile di Paradiso: una scrittura unica, sempre attuale con una vena nostalgica, capace di trasformare scene quotidiane in immagini universali. Le sonorità, estremamente identitarie, uniscono il calore degli anni ’80 a un pop contemporaneo più diretto tra synth, chitarre e ritmi incalzanti, per un brano romantico, incisivo ed estremamente coinvolgente.

2.     Forse
Prod. Matteo Cantaluppi
Nuova anticipazione di “Casa Paradiso” pubblicata venerdì 14 novembre, con la scrittura distintiva di Tommaso – qui particolarmente intima e osservativa – restituisce un ritratto lucido e spontaneo di pensieri sospesi tra istinto, rimpianti e consapevolezza.

3.     Tornare a casa
Prod. Simonetta
Affinata con più stesure prima di trovare la sua forma definitiva, “Tornare a casa” mette al centro il motore dell’intero album, un impulso essenziale, un desiderio magnetico. L’intuizione arriva in un inverno di qualche anno fa, provando con gli amici un visore di realtà aumentata che permette di impostare un indirizzo e un anno preciso per rivedere un luogo nel passato. Tommaso inserisce la via di casa di sua madre, dov’è cresciuto, e sceglie gli anni ’90: l’impatto emotivo è forte e immediato. Da quella scintilla parte la scrittura del brano, perfezionato nel tempo insieme a Simonetta.

4.     Goditela
Prod. Matteo Cantaluppi

Scritta di getto, in pochi minuti, “Goditela” cattura l’energia più allegra e rock dell’album. Dentro, immagini italianissime: la Panda carica di tavole da surf, Santa Marinella e la sua mitologia da costa romana, micro-rituali che diventano un racconto generazionale. Il brano gioca con la malinconia che arriva quando torna l’ora solare e le giornate si accorciano, trasformandola in un invito a vivere finché c’è luce.

5.     Comunque splendido
Prod. Matteo Cantaluppi
“Comunque splendido”, una delle tracce più narrative del disco, è costruita attorno a rituali notturni e domestici che per il cantautore romano sono fonte di ispirazione. La canzone nasce da un paradosso tutto suo: la vitalità che arriva quando la casa si spegne, il piacere di perdersi di notte in un vuoto stimolante e creativo. Tra sonorità limate nel tempo e un immaginario intimo, il brano fotografa una dimensione sospesa tra quiete, pensieri e piccole ossessioni collettive – come l’eterna noia delle pause per la Nazionale – restituendo un quadro autentico di quotidianità.

6.     70.000 voci
Prod. Matteo Cantaluppi
Ponte naturale tra il disco precedente e “Casa Paradiso”, “70.000 voci” è un brano costruito per immagini, ogni verso è un piccolo fotogramma. Non c’è una vera trama ma una sequenza di istanti visivi che insieme compongono un mosaico di scene.

7.     Citofonare Paradiso
Prod. Mamakass
“Citofonare Paradiso” raccoglie i pensieri più ricorrenti di Tommaso: il tempo che scivola via senza che ce ne accorgiamo, la sensazione di un passato che resta nitido mentre gli anni corrono veloci, il desiderio di volare. Un pezzo che unisce introspezione e visioni luminose, restituendo alcuni dei temi più persistenti dell’immaginario di Paradiso.

8.     Ma come fanno i rapper feat. Setak
Prod. Matteo Cantaluppi, Fabrizio Cesare
Brano spontaneo e immediato, nasce dall’alchimia naturale tra Paradiso e Setak, due amici di lunga data che si ritrovano a tavola, in una trattoria, e ripercorrono momenti condivisi, risate e ricordi.

9.     Non mi va
Prod. Matteo Cantaluppi
Nata quasi per scherzo durante una giornata al mare con il team di produzione, “Non mi va” è la scheggia pazza del disco. Tra risate, film cult e momenti di puro cazzeggio riaffiora “Gringo” di Sabrina Salerno (sigla della commedia “Fratelli d’Italia” diretta da Neri Parenti) e da quell’energia sfrontata e smaccatamente pop nasce un brano nuovo. La canzone prende forma in pochi minuti, conservando l’ironia e la leggerezza estiva che l’hanno accesa.

10. Spettacolo
Prod. Matteo Cantaluppi
“Spettacolo” è il finale perfetto di “Casa Paradiso”: una traccia che torna ai luoghi di Roma, trasformandoli in una grande geografia emotiva. L’immagine ricorrente è quella delle uscite con il monopattino elettrico, diventato ormai una nuova ossessione, lungo una salita che per il cantautore è al pari di un paesaggio interiore. Il brano mette a fuoco una verità semplice: anche quando la vita ha colpito forte, basta una vibrazione, un istante preciso, per rendere tutto “uno spettacolo”.

IN STORE 

Per celebrare l’uscita del nuovo album, Tommaso Paradiso torna a incontrare i fan dal vivo con tre speciali appuntamenti instore: sabato 29 novembre a Roma presso la Feltrinelli di Largo di Torre Argentina alle ore 17:00, domenica 30 novembre a Milano presso la Feltrinelli di Piazza Piemonte alle ore 18:00, e giovedì 4 dicembre a Napoli presso la Feltrinelli di Piazza Giuseppe Garibaldi alle ore 18:00.

IL TOUR 

Il tour nei palasport – occasione per ascoltare dal vivo nuova musica e grandi successi di Tommaso Paradiso – toccherà tutta Italia nella primavera del 2026: in partenza dal Palazzo dello Sport di Roma il 18 aprile, arriverà poi all’Unipol Forum di Milano il 22 aprile, all’Inalpi Arena di Torino il 23 aprile, all’Unipol Arena di Bologna il 25 aprile, alla Kioene Arena di Padova il 26 aprile, al Mandela Forum di Firenze il 28 aprile e al Palapartenope di Napoli il 30 aprile.

18 aprile – Roma – Palazzo dello Sport
22 aprile – Milano – Unipol Forum
23 aprile – Torino – Inalpi Arena
25 aprile – Bologna – Unipol Arena
26 aprile – Padova – Kioene Arena
28 aprile – Firenze – Mandela Forum
30 aprile – Napoli – Palapartenope

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