Intervista: GIO EVAN poliedrico e istrionico

Intervista: GIO EVAN poliedrico e istrionico

Poliedrico e istrionico, sicuramente controcorrente questo è Gio Evan.

Scrittore, cantautore, umorista, Gio Evan torna alla dimensione live dopo la pubblicazione di Himalaya Cocktail, il brano e video che ha ottenuto la cover della playlist Scuola Indie di Spotify, e di “Cento Cuori Dentro” il suo ultimo romanzo.

Dal 5 luglio è disponibile su tutte le piattaforme digitali il nuovo singolo “Amazzonia” che anticipa l’album di inediti in uscita il prossimo autunno: “AMAZZONIA

 

Come stanno andando i live? Cosa porti sul palco?

 Sono contento del messaggio che il mio intuito ha deciso di espandere. Lavorare con e per la tenerezza, la delicatezza, l’amore incondizionato e la rivoluzione gentile non è facile oggi, sotto il palco c’è un nonno, un bambino e un pappagallo, una ragazza e la sua mamma, c’è un papà da poco e un papà da troppo. Siamo vari, siamo vasti. Abbiamo distrutto l’età, e non è merito mio. Questa cosa la sa fare bene la poesia. La poesia ci ricorda che non esiste l’anno, che fluttuiamo tra metamorfosi ed eterno .

 

Cosa vuol dire essere Sovraumani oggi?

Essere sovrumani è tutto ciò che va controcorrente con ciò che viene presentato oggi dalla società, dove viene ostentata la superficie e il giudizio facile, dove viene celebrata la guerra e la diffidenza, l’idea di non commettere errori, la perfezione. Essere umani oggi è questo, è quello che sentiamo ai telegiornali. La sovraumanità è avere ancora ideali di amore, di pace. Vedere tante persone vibrare sulla mia stessa frequenza mi fa sentire meno solo, mi toglie di dosso la demoralizzazione che avevo accumulato in tutti questi secoli. Parlo di presunzione e autostima, come e quando riconoscerli, dell’importanza di riconoscere la bellezza che si fa. Racconto di  quanto sia importante e sacro ritornare a giocare, di come il gioco sia la cosa più seria rimasta da fare. Parlo di acrobazie e di acrobati in un mondo che ha dimenticato come si fanno i salti mortali

Qual’è il peso specifico dell’errore?

E’ una bella domanda, l’errore paradossalmente è ciò che ci definisce, ci permette di evolvere. Tendiamo a rifiutare l’errore senza capire che è il motore che ci aiuta a cambiare e ci definisce.

Cos’è per te l’Amazzonia?

La capacità di cogliere la bellezza dal mondo, i sapori, i colori, gli odori. È il coraggio di dire a un mondo di cerchi e quadrati che noi siamo trapezi. È la forza di cambiare le carte in tavola, di accettarsi diverso ma senza sentirsi esclusi dall’insieme. Amazzonia è una storia diversa.

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