Intervista: CARENA Romanticismi interspaziali

Intervista: CARENA Romanticismi interspaziali

I Carena cantano storie semplici e quotidiane. Chi l’ha detto che non può esserlo anche l’amore tra un umano e…un alieno? Il singolo “FBI” parla proprio di una lovestory interstellare. Ne parliamo con loro, in attesa del primo album.

Cari Carena, da dove nasce l’ispirazione per il singolo “FBI”?

“FBI” è una delle prime canzoni scritte dal nostro chitarrista Giovanni Palmer. In pochi versi descrive la paura di perdere ciò che si ama, il tutto in una chiave fantascientifica e sognante.

“FBI” parla di una dimensione onirica. Che rapporto avete con i sogni?

Il nostro rapporto con i sogni è conforme al resto dell’umanità. Ci interroghiamo sul loro significato e quasi mai li capiamo. E questo li rende così affascinanti.

Definite questo pezzo “un esperimento di romanticismo interspaziale”. Perchè?

FBI racconta una storia d’amore tra un umano ed un alieno. Questo ci ha spinto a lavorare molto dal punto di vista compositivo, ci ha fatto sperimentare intrecci di melodia, l’uso di suoni e strumenti particolari – theremin, synth, feedback di chitarra – il tutto per creare un ambiente romantico e al contempo interdimensionale.

Come sarà il primo album dei Carena, in uscita tra poco?

Speriamo che possa trasmettere le stesse emozioni che abbiamo provato nel realizzarlo e che proviamo ogni volta che lo suoniamo dal vivo. Ci auguriamo che il pubblico possa capire il nostro modo di interpretare il pop ed il cantautorato. Nell’album ci sono 9 canzoni che parlano di storie semplici, quotidiane, di gente che ama le lente abitudini della vita in provincia.

Avete lasciato il vostro lavoro per dedicarvi alla musica o continuate con le vostre attività? Se avete mollato il lavoro, vi chiedo se è un atto di amore o di coraggio, se continuate, vi chiedo come conciliate dei mondi così diversi.

Abbiamo lasciato il lavoro per fare musica. Il cantante, Giovanni Maggi, è da pochissimo laureato in Giurisprudenza. Gli ultimi anni dei suoi studi sono andati di pari passo con le prove ed i concerti, quindi è come se indirettamente ci fossimo laureati anche noi! Ora siamo tutti musicisti, lavoriamo con i Carena e come turnisti per altri artisti. Ma il nostro sogno è rendere questo gruppo di amici qualcosa di davvero serio.

Chi vi influenza, a livello musicale?

Il britpop dei Blur in primis, l’indie made in the USA di Mark Linkous degli Sparklehorse. Il cantautorato italiano, come De Gregori, Dalla, De Andrè, Battisti… e infine l’indie vecchio stampo italiano, Dente su tutti.

Ci raccontate dei vostri singoli precedenti a “FBI”, “Detersivo” e “San Lorenzo”?

“Detersivo” è stata scritta dopo la morte di una persona cara, ciò nonostante rimane dolce e delicata ed è per questo che l’abbiamo scelta come esordio. “San Lorenzo” invece è una canzone maleducata e con un tempo dispari, che rispecchia più fedelmente la nostra identità e il resto dell’album.

Restando in tema: qual è il sogno dei Carena per domani?

Abbiamo un solo sogno comune. Vogliamo creare felicità, spensieratezza e momenti di riflessione per le persone che ci vogliono bene e che ci ascoltano, affinché quello che facciamo non resti solo un piacere personale, ma che possa coinvolgere più gente possibile.

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