“Ma io sono fuoco” non è solo il titolo di un album, ma come sempre fa Annalisa è un manifesto di identità, un richiamo alle energie che ci attraversano e ci plasmano.
Uno statement che è la dichiarazione di chi, di fronte alla vita e ai suoi cicli, non si arrende ma si trasforma. “Quando è tutto da rifare / io mi posso trasformare / pensi che mi faccia male / ma io sono fuoco”: poche parole che condensano l’urgenza, la determinazione e la scintilla interiore che attraversano ogni traccia.
Il fuoco di Annalisa non è solo energia creativa, è metamorfosi, reazione, resilienza. La copertina stessa racconta questo percorso: la tigre e il fiume evocano la circolarità del tempo, la sua potenza inesorabile, e la capacità dell’essere umano di attraversarlo, di bruciare e rigenerarsi. Ogni colore, ogni gesto, ogni dettaglio visivo è una finestra su un percorso che non è mai passivo: ci si muove, si reagisce, si plasma.
L’abbiamo incontrata per farci raccontare il suo processo evolutivo il suo “Ma io sono fuoco”.

L’INTERVISTA
“Ma io sono fuoco” porta qualcosa di diverso rispetto ai tuoi lavori precedenti?
In realtà non ci sono rivoluzioni, quanto un affinamento di ciò che già faccio.
Torniamo in qualche modo quindi anche al vortice, quello della vita, dove ci ritroviamo a girare, ma in questo viaggio non c’è nulla di puramente passivo, c’è anzi un equilibrio tra accadimenti e opportunità, e il titolo dell’album, “Ma io sono fuoco”, si inserisce proprio in questa linea di pensiero.
Da qualche anno dedico molta attenzione all’uso delle parole: mi piace scrivere come si parla, trovo che sia più onesto e diretto, e in questo disco sono stata ancora più pungente.
L’ironia, che è sempre stata una mia cifra, qui diventa a volte provocazione, e mi piace esercitarmi in questo.
Crescere mi ha spinto a farlo ancora di più, e credo che l’album rispecchi un percorso di maggiore sincerità e incisività.
Tra i brani, “Esibizionista” è stato indicato come tuo preferito e quello di tua mamma. Cosa rappresenta quel pezzo?
È un brano divertente e ironico, in cui parlo un po’ di giudizio sociale. Racconto di come a volte, anche essendo una ragazza per bene, ci si ritrovi vittime di stereotipi e cliché.
È un pezzo leggero ma con una riflessione sottesa, un ponte tra momenti passati e presenti, tra ironia e provocazione.
Il filo conduttore dell’album sembra la trasformazione: cosa intendi con “ma io sono fuoco”?
Il “ma” serve a sottolineare la reazione agli eventi, anche quelli negativi. La trasformazione è la capacità di reagire, di trarre opportunità da ciò che accade.
Si tratta di adattarsi senza rinnegare la propria essenza. Questo album racconta come affrontare tutto ciò che la vita porta, dalle cose belle a quelle difficili, senza perdere la propria identità.
Nei testi emergono riflessioni sul ruolo delle donne, sulle tensioni nei rapporti. Come ti rapporti a questi temi?
Racconto esperienze personali, vicende di amici o storie romanzate: non una sola canzone è legata a un episodio specifico. Parlo di giudizio, di empatia mancante, di come le persone possano essere considerate sbagliate o perfette sulla base di minimi dettagli. È un’osservazione della realtà, che a volte diventa ironica e pungente, ma resta molto autentica.
Rispetto al tuo precedente album, dove avevi mostrato diverse sfaccettature, qui sembra che “fuoco” sia il tema centrale. Cosa rappresenta questo nuovo personaggio?
Non è un unico personaggio, ma tanti, perché l’album racconta diverse trasformazioni emotive. Si parte da pezzi arrabbiati, si passa alla malinconia, all’ironia, fino a momenti più intimi e confidenziali. È un viaggio tra emozioni contrastanti, che racconta la mia complessità e quella di chi ascolta.
In questo album hai collaborato con Marco Mengoni e Paolo Santo. C’è una donna con cui ti piacerebbe collaborare e perché in Italia sembra raro vedere duo femminili?
Ci sono molte artiste, di tutte le generazioni. Non credo sia raro, quanto difficile incastrare progetti e tempi: trovare il pezzo giusto, il momento giusto, l’energia giusta. In questo disco non ci sono collaborazione femminile perché volevo che, quando ci fossero, fosse letteralmente esplosiva. Magari in futuro, con esperimenti o nuove artiste, succederà, ma sempre rispettando il peso e la qualità del progetto.
Nella copertina e nei visual c’è molta densità simbolica. Ce li racconti?
La copertina è un tentativo di raccontare tutto ciò che c’è nell’album: trasformazione, fuoco, reazione. Mi sono ispirata a un passo di Borges sul tempo come fiume e circolarità: il fiume, la tigre, il fuoco. L’abito ricorda un’armatura, a sottolineare la forza interiore e la nostra attiva percezione del tempo. Non siamo passivi: la vita ci trascina, ma siamo noi a vivere intensamente, e questo volevo trasmettere visivamente.
Hai mai pensato di raccontare nei testi quello che sta accadendo nel mondo? Eventi sociali o contemporanei, come manifestazioni o emergenze attuali?
Sì, ci penso spesso, ma affrontare temi così complessi non è semplice. Alcune situazioni sono talmente grandi e drammatiche che raccontarle nei testi richiede delicatezza e rispetto: parliamo di vite, di sofferenze, di ingiustizie. Cerco sempre di trovare un equilibrio tra la mia voce artistica e la responsabilità di trattare argomenti così profondi senza banalizzarli.
Mi piace inserire provocazioni velate o osservazioni sottili, piccole finestre su quello che succede, senza trasformare la canzone in un reportage, ma stimolando chi ascolta a riflettere. A volte prendo appunti, altre volte accumulo sensazioni e immagini per farle emergere naturalmente in un brano, come parte di un discorso più ampio sulle emozioni collettive.
Recentemente, ad esempio, ho visto la partecipazione delle persone alle manifestazioni Pro Palestina, la loro energia, la loro determinazione, e questo mi ha toccato profondamente. Non è semplice trasporre tutto questo in musica leggera o pop, ma provo a farlo con rispetto, cercando di far emergere empatia e umanità. Alla fine, penso che il ruolo dell’artista in questi casi sia più quello di evocare sensazioni, far sentire la presenza delle persone e delle loro storie, che raccontare cronaca.
In questo senso, alcune canzoni nascono anche da riflessioni su quello che vedo attorno a me, sulle tensioni sociali, sulle ingiustizie, sulle contraddizioni della società. Non sempre diventano brani pronti per l’album: a volte restano spunti, a volte diventano parte di un testo più ampio, perché voglio che abbiano un impatto emotivo reale e non solo un valore descrittivo.
Stai già pensando al tour nei Palasport, come sta procedendo il lavoro sugli arrangiamenti live?
Sì, questo tour richiede tantissimo lavoro. Stiamo già lavorando da un po’ sugli arrangiamenti live, che è tra l’altro una delle cose che mi piace di più fare e a cui mi diverto moltissimo. Non sono ancora entrata in sala prove con i musicisti, ma abbiamo dedicato diverse giornate in studio per definire i pezzi. Sarà uno spettacolo intenso, non troppo lungo, circa una trentina di canzoni. Penso durerà un paio d’ore, comprensivo di tutto. Ho fatto molta fatica a rinunciare a qualche brano perché ci tengo, e so che anche il pubblico li apprezza, soprattutto alcuni pezzi non singoli in radio, ma momenti importanti per me e per loro. Ci sarà un palco particolare, con visual, ballerini e tanti elementi scenici: ci sarà modo sia di emozionarsi sia di divertirsi.
LA TRACKLIST

DIPENDE
PIAZZA SAN MARCO feat Marco Mengoni
DELUSA
ESIBIZIONISTA
MASCHIO
AVVELENATA feat Paolo Santo
EMANUELA
CHIODI
IO SONO
AMICA
UNA TIGRE SUL LETTO CONTINUA A PARLARMI
Sul piano dei numeri Annalisa conferma il suo momento d’oro: con “Piazza San Marco” entrata nella top 10 della classifica Fimi/GfK, l’artista diventa la donna con più singoli nella parte alta della chart (19 in totale). A questo si aggiungono 52 dischi di platino, 14 dischi d’oro, oltre 250 mila biglietti venduti nel 2024 e un posizionamento costante tra le artiste italiane più ascoltate su Spotify.
IN STORE
Per celebrare l’uscita dell’album sarà allestita una mostra fotografica, “Art Gallery & instore” , in alcune gallerie d’arte delle principali città italiane. Questa sarà un’occasione unica per incontrare l’artista . L’ingresso ad ogni mostra è garantito con l’acquisto del disco in location che verrà autografo in loco.
Questi sono i sei incontri speciali :
venerdì 10 ottobre @ MILANO – ORE 17:00 BOSSSPACE Via dei Bossi, 2
sabato 11 ottobre @BOLOGNA – ORE 14:00 GALLIERA E20 Via Galliera, 18/C
domenica 12 ottobre @TORINO – ORE 11:00 CAMERA via delle Rosine 18,
lunedì 13 ottobre @ROMA – ORE 16:00 HORTI SALLUSTIANI Piazza Sallustio 21
martedì 14 ottobre @NAPOLI – ORE 14:00 MADE IN CLOISTER Piazza Enrico De Nicola, 48
mercoledì 15 ottobre @BARI – ORE 14:00 GALLERIA BAART- via Calefati, 35
IL TOUR
Annalisa, inoltre, sarà live dal 15 novembre con il “CAPITOLO I” del suo nuovo viaggio nei principali Palasport italiani
sabato 15 novembre @Jesolo (VE)– Palazzo del Turismo (data zero) SOLD OUT
Domenica 16 novembre @Jesolo (VE)– Palazzo del Turismo
martedì 18 novembre @Padova – Kioene Arena
venerdì 21 novembre @Roma – Palazzo dello Sport
sabato 22 novembre @Roma – Palazzo dello Sport
lunedì 24 novembre @Firenze – Nelson Mandela Forum
venerdì 28 novembre @Milano – Unipol Forum SOLD OUT
sabato 29 novembre @Milano – Unipol Forum SOLD OUT
martedì 2 dicembre @ Eboli (SA) – Palasele
venerdì 5 dicembre @Bari – Palaflorio
sabato 6 dicembre @Bari – PalaFlorio
mercoledì 10 dicembre @Bologna – Unipol Arena
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