Intervista: ALFIERO – Un mare di speranza

Intervista: ALFIERO – Un mare di speranza

Il “Mare” di Alfiero non è certo quello dei tormentoni estivi. Il suo è quello dei lunghi viaggi di uomini, donne e bambini  che sfidano il pericolo per andare incontro ad una vita migliore. Proprio come la piccola protagonista della sua canzone.

Nella vita Alfiero fa due cose, entrambe con una passione smisurata: l’ educatore in una casa famiglia, e il cantautore. Con lui abbiamo parlato di come il suo lavoro e la musica si influenzino a vicenda, della storia che ha ispirato “Mare”, ma soprattutto di amore.

Chiedertelo in un un momento normale sarebbe quasi banale, ma in questo periodo è tutt’altro che scontato: come stai?

Fortunatamente bene, grazie!

“Mare” è il tuo ultimo singolo. Non per tutti però il mare è sinonimo di vacanze, relax e divertimento. La tua canzone, infatti, parla di un’infanzia rubata, da ritrovare… ci dici qualcosa di più?

Mare è una canzone a cui tengo molto, esprime una parte di emozioni che trasmette il mio lavoro principale, quello di educatore. È la storia di questa bambina venuta da lontano, la sua storia precedente è quasi sconosciuta. La ricordo ancora i primi giorni, una creatura piccola, indifesa e con gli occhi pieni di paura. La sua esperienza nella casa famiglia è stata una vera e propria rinascita per lei.

Alfiero_cover_mare

La cover del singolo “Mare” di Alfiero

E tu che rapporto hai con il mare, con il tuo mare, quello di Terracina?

Preferisco il mare di inverno, o di fine estate. Sono un po’ atipico, non mi piace il mare d’estate, soprattutto nella mia zona che viene assalita dai turisti. Cerco sempre dei posti isolati.

A proposito di mare e di emergenza sanitaria: personalmente penso che si sia parlato molto di più di come vivremo quest’estate e di come si potrà fruire delle spiagge, che di molte altre questioni più importanti, come appunto i bambini, l’assenza della scuola in presenza, l’aumento della povertà e il digital gap che ha isolato ancora di più chi non ha un computer per poter fare lezione…cosa ne pensi?

Posso dire con certezza che questo è stato un periodo veramente difficile per tutti, soprattutto per chi già aveva problemi prima della pandemia. So di tanti ragazzi che non avendo un computer hanno iniziato le lezioni online poche settimane fa… E credo che questo dica tutto.

Gli abitanti della casa famiglia in cui lavori come hanno vissuto questo particolare periodo di lockdown? E’ stato duro per loro, e per voi operatori?

Per i bambini della casa famiglia noi operatori eravamo gli unici che vedevano. Naturalmente le visite con parenti e genitori sono state sospese. Ricordo il loro desiderio di ricevere un abbraccio, naturalmente non ci siamo sottratti… Come si fa a rifiutare o non dare calore ad un bambino?

Il tuo lavoro influisce sulla tua musica? Se sì, quanto?

Essendo esperienze che ti entrano dentro, a volte può capitare che escano sotto forma di musica.

Hai mai pensato alla possibilità che la musica diventi il tuo lavoro full time?

Si ci ho pensato, ma a questi livelli non si riesce a vivere solo di quello.

Alfiero

Ascoltando “Mare” ho pensato a tutti i bambini che ti capiterà di conoscere. Come gestisci le emozioni, anche il “rischio” di legarti a questi bimbi che hanno bisogno di aiuto, che sono soli e per cui magari tu rappresenti l’unica speranza?

Facciamo tanta supervisione apposta, perché il rischio è alto. Ma con l’esperienza riesci a capire qual è l’essenza dell’amore, legarti a loro, piantare qualche buon seme e avere la forza di lasciarli andare sperando che prima o poi quel seme possa fiorire dentro di loro.

E’ importante che la musica ci aiuti a conoscere queste realtà?

Sì, la musica può essere un buon tramite, ma non l’unico mezzo.

Il tuo album arriverà nell’autunno 2020. Ci anticipi qualcosa?

Sarà l’album più bello del 2020 e del mondo!

C’è qualche artista che ti ha “formato” come musicista?

Ascolto molta musica, potrei citarne qualcuno tipo Gregory Alan Isakov, The lumineers, Fabrizio Moro, Lucio Dalla, i Nirvana, Placebo, De Gregori… Potrei continuare all’infinito.

Come ti vedi da qui a dieci anni?

Con i capelli bianchi e un po’ più magro a causa dei miei problemi di digestione! Un mostro!!! Ahahahh!!

Sembra che questa pandemia abbia avuto due risultati: da un lato ci ha avvicinato, nel nome di un sentimento comune di appartenenza, altruismo, rivalutazione di quello che è davvero importante. D’altro canto, si è creato anche una specie di razzismo regionale tra chi ha più o meno casi, e addirittura come italiani siamo quasi “malvisti” da alcune nazioni che fanno fatica ad aprire nuovamente i confini. Tu che vivi quotidianamente le situazioni di svantaggio di chi viene suo malgrado visto come “diverso”, pensi che questa pandemia ci renderà davvero tutti migliori o è la solita favola che ci stiamo raccontando?

Non saprei, è come quando uno decide di smettere di fumare. Sa che fa male, smette per qualche giorno, forse un mese, ma poi ricomincia. Spero non sia così, i presupposti ci sono, ma non bisogna ricadere nella tentazione di essere sbagliati e di puntarci il dito a vicenda!

Instagram: @_alfiero_

Facebook: @AndreaAlfiero

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