“A Complete Unknown”: Timothée Chalamet incarna il giovane BOB DYLAN

Con “A Complete Unknown” (Searchlight Pictures) il regista, sceneggiatore e produttore James Mangold riesce nell’impresa complessa di far rivivere nei dettagli un’epoca analogica e ormai anni luce lontana dalla nostra in cui dipinge un fedele e accattivante ritratto della fase giovanile di Bob Dylan.
Altra sfida degna di nota in cui si cimenta di Mangold con la pellicola è raccontare con successo e senza fronzoli una pietra miliare della musica come Bob Dylan. Il film è in grado di soddisfare i fan, ma anche il grande pubblico, pur con qualche licenza poetica su fatti e personaggi. A Complete Unknown per oltre due ore tiene inchiodato lo spettatore senza cali di ritmo ed è basato sulla biografia Dylan Goes Electric! di Elijah Wald (edito in Italia da Vallardi).
La guerra fredda, il Vietnam, le battaglie per i diritti civili, una scena musicale in vibrante cambiamento, sono sullo sfondo dell’arrivo a New York in cerca di fortuna nel 1961 del diciannovenne Robert Allen Zimmerman del Minnesota con la sua chitarra.
La pellicola parte da una visita tributo all’amato Woody Guthrie in un ospedale nel New Jersey. Capelli arruffati, vestiti logori, atteggiamento enigmatico, Dylan in breve riesce a svelare il suo talento, grazie anche ai contatti e all’affinità con le icone musicali del Greenwich Village fino al successo e poi alla svolta dell’elettrico con l’addio contestuale all’etichetta di cantante folk, il primo dei tanti cambi di faccia e tentativi di uscire da ogni classificazione che caratterizzeranno la carriera di Dylan.
A scandire il tempo e i passaggi sono gli appuntamenti annuali al Newport Folk Festival (nel periodo del suo massimo splendore) fino alla contestata esibizione della rockstar con chitarre elettriche del 1965.
Timothée Chalamet interpreta e dà voce magistralmente a un tormentato Bob Dylan alle prese con il successo, i dubbi e una complessa personalità, il suo ruolo di protagonista ha come unica pecca il fatto d’essere più bello e meno ruvido dell’originale.
Il controverso rapporto con la Baez, le tante fidanzate, i colpi di genio, i ripensamenti e la voglia d’emergere di un ragazzo destinato a diventare un’icona della musica sono rappresentati con efficacia e in grado d’attrarre anche le nuove generazioni, nonostante la lontananza culturale. Volendo ben vedere però, in quanto a conservatorismo americano e blocchi geopolitici contrastanti il panorama attuale non è molto diverso da quello di allora. Magistrale il ruolo di Edward Norton in Pete Seeger, Monica Barbaro invece è Joan Baez.
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