Ci sono band che piacciono. E poi ci sono le Wet Leg: un’ossessione collettiva. Una proiezione estetica, sessuale, generazionale.
La band a cinque teste dell’Isola di Wight fondata da Rhian Teasdale e Hester Chambers, è divertente, folle, sensuale e favolosa: un’esibizione sfrenata della muscolatura live che hanno affinato in anni di tour ininterrotti. Più potente, più accattivante e più perverso dove serve.

Dopo l’esordio fulminante del 2022, Rhian Teasdale e Hester Chambers sono tornate con “moisturizer” (LEGGI LA RECENSIONE) e il mondo ha confermato ciò che si intuiva da tempo: le Wet Leg sono la band più figa del momento.
Fighe non solo in senso musicale. Fighe nel senso pieno, ambiguo, desiderante del termine. Rhian Teasdale – che sul palco balla come se si stesse prendendo gioco di tutte le frontwoman prima di lei – è diventata una fantasia estetica per uomini e donne. Gonne corte, shorts, bikini, stivali lunghi, smorfie da liceale punk e sguardo da sfinge postfemminista.
moisturizer cavalca l’onda dell’hype senza cercare di contenerla. Al contrario, la band ci nuota dentro, si immerge nella sua estetica liquida. Il titolo stesso è un manifesto: qualcosa che si spalma sulla pelle, che si assorbe lentamente, che lascia una traccia sottile e profumata. E anche se le nuove tracce sono meno immediate rispetto a “Chaise Longue”, il magnetismo non cala: si trasforma.
Teasdale si è innamorata. E questo ha segnato tutto il disco. Prima evitava le canzoni d’amore come la peste. Ora invece canta di una storia omosessuale con lucidità e libertà. In “liquidize” dice:
Come ho fatto a essere così fortunata? Non è da me perdere la testa così”. «Pensavo di essere etero fino a quando ho incontrato la mia attuale compagna. Scrivere canzoni d’amore in cui non desidero un uomo è stato molto più interessante e potente.»
Questa nuova libertà si riflette anche nella copertina del disco, scattata da Iris Luz: un’orgia estetica in cui Rhian e Hester sfoggiano artigli lunghissimi, sopracciglia rasate e sorrisi da incubo.
Quando vivevo nel mondo etero mi coprivo molto di più. Scoprendo la mia identità queer ho iniziato a sentirmi finalmente padrona del mio corpo, perché lo facevo per me stessa e non per lo sguardo maschile», dice Rhian. «La cover è proprio figlia di questa consapevolezza.»
Hester è altrettanto centrale nel disco, con brani teneri e intensi. “pond song” cammina svagata e dolcissima:
Sei dolce anche quando sei acido / Ti penso ogni minuto, ogni ora.” E poi c’è “davina mccall”, ballata romantica e devota, costruita a più mani: Hester ha scritto la musica con Durand, Rhian ha aggiunto testo e melodia. «Io ed Ellis eravamo tipo lo risolviamo, è un enigma da completare!», racconta Hester.

In moisturizer torna spesso un tema: uomini molesti. Dopo un concerto di Chappell Roan alla Brixton Academy, Rhian si è ritrovata in un bar dove l’atmosfera sicura e queer-friendly del live è stata rotta da un approccio sgradevole. Lo racconta nell’ultima strofa di catch these fists
“Un tipo si avvicina e dice che sono il suo tipo / Ho appena vomitato in bocca / Quando ha provato a chiedermi di uscire / Non avvicinarti / Voglio solo ballare con le mie amiche”.
Detto questo, gli uomini idioti non sono il tema centrale di moisturizer. Anche se “mangetout” e il suo ritornello gelido “sparisci per sempre” potrebbero essere la versione musicale della foto di Nicole Kidman post-divorzio, questo è soprattutto un disco sull’amore in tutte le sue forme: stressato, languido, arrapato, ossessivo, dolce, enigmatico.
Rhian e Hester sono dentro fino al collo – e invece di affogarci, usano moisturizer per analizzare quel sentimento, smontarlo, vedere cosa c’è sotto.

I suoni si fanno più densi, più stratificati. C’è meno ironia frontale e più stratagemma psichedelico. Ma tutto, sempre, ruota intorno a un’idea di femminilità che sfugge alle definizioni. Le Wet Leg sono tutto quello che una band contemporanea dovrebbe essere, senza lo sforzo di volerlo dimostrare. Hanno carisma, attitudine, gusto. Un’estetica riconoscibile, curata nei minimi dettagli. Sono punk senza esserlo, pop senza esserci nate, modaiole senza un stylist.
Lo dimostrano i numeri, oltre che gli sguardi. moisturizer ha raggiunto la vetta della classifica album nel Regno Unito: un traguardo clamoroso per un progetto che non ha mai chiesto il consenso, ma l’ha ottenuto giocando con le regole dello star system. E dal vivo non sbagliano un colpo: lo hanno dimostrato anche a Milano, sul palco dell’Ippodromo, dove l’energia – a tratti garage, a tratti teatrale – ha trasformato il live in un rituale collettivo di sguardi, sudore e desiderio.
Il loro successo non è solo musicale, è visivo. È un’estetica che invade. Una band che esce dai confini dell’indie-rock e diventa icona, riferimento, sfondo di fantasie e moodboard. Non è solo un disco: è un mondo.

Le Wet Leg sono più affilate e compatte che mai, una macchina perfettamente affiatata che devasta tutto.
I VIDEO
Da guardare anche l’esibizione a Tiny Desk Concert di qualche settimana fa.