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Recensione: WET LEG – “moisturizer”

C’è una tensione carnale, una sensualità nervosa e accennatamene erotica che attraversa “Moisturizer”, il secondo album dei Wet Leg.

Un’energia vischiosa, stratificata, quasi pervertita che si insinua tra le pieghe di chitarre acide e liriche smaliziate, e che ti avvolge con la stessa foga con cui ti respinge.

La band dell’Isola di Wight, dopo il clamoroso esordio datato 2022, torna con un disco più consapevole e insieme più libero. L’amore, il sesso, l’addio e il desiderio vengono attraversati con una spavalderia che non è posa, ma un’attitudine ormai interiorizzata. A partire dal ghigno beffardo – tra il malizioso e il demoniaco – che Rhian Teasdale sfoggia in copertina: una dichiarazione d’intenti che anticipa l’arsenale di riff garage, tra chitarre che sfrigolano e cambi di registro vocali che sembrano strizzare l’occhio al grunge o all’euforia sghemba di certe dinamiche dell’alt-rock americano dei primi ’90 ma anche certo rock fine anni ’90 come i Cardigans dove Rhian mi ricorda qualcosa di Nina Persson forse nel suo approccio vocale. 

Rispetto all’esordio, “Moisturizer” è più energico, ma anche più contorto, più dolce nei suoi slanci romantici, ma pure più conturbante nei momenti in cui affonda nel grottesco o nell’ossessione.

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È un disco che suona, non cerca il colpo a effetto, ma lo trova di continuo: nelle liriche spigolose eppure leggere, nell’uso sapiente della voce di Teasdale – a metà tra ironia spoken e canto spezzato – e in una struttura musicale che si muove fluida tra il synth-pop anni ’80, suggestioni à la Kate Bush e fantasmi di Pixies. Elastica e dintorni.

C’è qualcosa di profondamente inglese – quindi perfidamente dolceamaro – nel modo in cui i Wet Leg trasformano il disagio in groove e l’inadeguatezza in provocazione.

Le loro canzoni d’amore non sono ballate, ma piccoli sberleffi, confessioni sbilenche, litanie disilluse in cui la realtà sentimentale è tanto terrificante quanto esilarante. Una galleria di emozioni che passa dalla rabbia alla malinconia, dalla lussuria alla fragilità, con una leggerezza che non è superficialità, ma chirurgia pop.

“Moisturizer” è il disco di una band che si diverte a sabotare le aspettative, a dettare le regole solo per infrangerle.

Viene il sospetto che, per i Wet Leg, le cose continueranno a non andare come previsto ancora per molto. Ed è proprio questa la loro forza

DA ASCOLTARE SUBITO

CPR –  pokemon – 11:21

DA SKIPPARE SUBITO

Il disco scorre super bene. Non ti viene voglia di skippare. Anzi …

SCORE: 7,00

1. CPR – Voto 8,00
2. liquidize – Voto 7,50
3. catch these fists – Voto 8,00
4. davina mccall – Voto 7,50
5. jennifer’s body – Voto 8,00
6. mangetout – Voto 7,50
7. pond song – Voto 8,00
8. pokemon – Voto 8,00
9. pillow talk – Voto 8,00
10. don’t speak – Voto 7,50
11. 11:21 Voto 8,00
12. u and me at home – Voto 7,50

I VOTI DEGLI ALTRI 

The Indipendent – Voto 10,00
New Musical Express (NME) – Voto 8,00
The Telegraph (UK) – Voto 8,00
Clash Music – Voto 8,00
The Guardian – Voto 8,00
Rolling Stone – Voto 8,00
Uncut – Voto 8,00
Mojo – Voto 8,00

TRACKLIST

DISCOGRAFIA 

2022 – Wet Leg
2025 – Moisturizer

I VIDEO 

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