Dark Mode Light Mode

Recensione: DEPECHE MODE – “Memento Mori: Mexico City”

Depeche-Mode-Memento-Mori-Mexico-City

Non si può negare: aver visto il concerto, aver guardato il documentario “DEPECHE MODE: M” e ora ascoltare l’album “Memento Mori: Mexico City” crea un’esperienza completa, un viaggio nell’oscurità intima della nuova fase dei DM. 

Per chi ama come me i Depeche Mode, questo cofanetto non è una semplice aggiunta, un consolidamento della memoria o della collezione, ma un un tassello ineludibile che non poteva mancare.
È un rito, un’azione necessaria, un appuntamento per chi segue la band con devozione quasi religiosa.

Questo mastodontico pacchetto, con oltre due ore di musica dal vivo distribuite su due CD o quattro vinili, cattura la performance messicana della band in modo potente e fedele. Chi ha visto il tour ritroverà l’energia e l’atmosfera. Chi era a casa potrà farsi un’idea precisa della macchina sonora che i DM hanno messo in piedi.

I Depeche Mode, dopo la scomparsa di Andrew Fletcher, hanno affrontato questo tour come un atto vitale, un modo per cantare la vita pur parlando di morte (un tema che, notiamo, risuona in modo particolare in Messico, dove il rapporto con l’aldilà è cultura, non solo lutto). Il concerto di Città del Messico convoglia l’energia di Dave Gahan e Martin Gore di fronte al suo popolo, un frontman che “comanda a bacchetta” il pubblico in un mix di classici di repertorio e nuovi pezzi.

Advertisement

Ma l’elemento che sposta l’ago della bilancia e lo rende davvero interessante per tutti è la sorpresa degli inediti. Quattro brani mai pubblicati prima, pescati direttamente dalle sessioni di Memento Mori: Survive, Life 2.0, Give Yourself To Me, e In The End.

Tracce che non sono riempitivi, ma documenti preziosi tenuti nel cassetto e sapientemente resi visibili a dimostrazione dell’ennesima riprova della immensa creatività di Gahan e Gore.

Di fronte a questi materiali, l’acquisto del cofanetto smette di essere un gesto da collezionisti e massimalisti della band e diventa un passaggio obbligato per chi voglia cogliere davvero l’ultimo ciclo artistico dei DM. Memento Mori: Mexico City consolida con intelligenza una stagione creativa già forte di suo.

È un’appendice necessaria: niente virtuosismi superflui, nessuna retorica da fanservice, solo una visione coerente portata alle sue estreme conseguenze.

Un prodotto ponderato, solido, che aggiunge valore senza banalizzarlo. Anche questo, ormai, è parte del loro modo di esistere.

SCORE: 8,50

DA ASCOLTARE SUBITO

In The End – Life 2.0 – Give Yourself To Me

DA SKIPPARE SUBITO

Non se ne parla! 

TRACKLIST

Intro
My Cosmos Is Mine
Wagging Tongue
Walking In My Shoes
It’s No Good
Sister Of Night
In Your Room
Everything Counts
Precious
Speak To Me
Home
Soul With Me
Ghosts Again
I Feel You
A Pain That I’m Used To
World In My Eyes
Wrong
Stripped
John the Revelator
Enjoy The Silence
Waiting for the Night
Just Can’t Get Enough
Never Let Me Down Again
Personal Jesus

Survive
Life 2.0
Give Yourself To Me
In The End

DISCOGRAFIA

1981 – Speak & Spell
1982 – A Broken Frame
1983 – Construction Time Again
1984 – Some Great Reward
1986 – Black Celebration
1987 – Music for the Masses
1990 – Violator
1993 – Songs of Faith and Devotion
1997 – Ultra
2001 – Exciter
2005 – Playing the Angel
2009 – Sounds of the Universe
2013 – Delta Machine
2017 – Spirit
2023 – Memento Mori
2025 – Memento Mori: Mexico City

VIDEO 

WEB & SOCIAL 

Website: depechemode.com 
Facebook: facebook.com/depechemode 
Instagram: instagram.com/depechemode 

Previous Post

CANZONI DELLA SETTIMANA: le nuove uscite discografiche (05 dicembre) #NewMusicFriday

Advertisement