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MAURO ERMANNO GIOVANARDI “Veloce” è il suo nuovo singolo

Mauro Ermanno Giovanardi - Ph. Silva Rotelli

VELOCE è il nuovo singolo di Mauro Ermanno Giovanardi in uscita venerdì 12 dicembre (Woodworm).

In VELOCE, Mauro Ermanno Giovanardi osserva una condizione che tutti riconosciamo: quella corsa continua che attraversa le nostre giornate, mentre il tempo accelera e il mondo sembra chiederci di stare al passo senza spiegarci per cosa, né perché. È una frenesia silenziosa, quasi una apnea quotidiana, che scivola nei gesti e li rende più rapidi del pensiero.                

La canzone si muove con un respiro trattenuto: una musica che scruta senza giudicare, lasciando affiorare dubbi più che certezze. Giovanardi segue l’umanità nel suo tentativo di reggersi in equilibrio tra due forze opposte: il bisogno di rallentare e la pressione invisibile – ma perentoria – di un’epoca che accelera da sola, come un algoritmo lasciato incustodito.                          
Da qui nasce la domanda che serpeggia nel brano: che cosa resta dell’essenza umana quando la velocità diventa dettato?

La poetica di Giovanardi evita l’enfasi e preferisce scolpire le pieghe del quotidiano, quelle tensioni sottili che vivono ai margini: i dettagli che sfuggono, l’ansia che serpeggia sotto traccia, la linea fragile tra una quiete desiderata e una corsa che non finisce mai. È uno sguardo che trasforma le vibrazioni del presente in un racconto musicale che non impone, ma svela. VELOCE diventa così il punto d’incontro fra critica e poesia urbana:
Kierkegaard che guarda un mondo iperconnesso, “l’aut aut” che si confronta con il refresh continuo.
Un brano che non denuncia, ma illumina. Che racconta la frenesia del tempo contemporaneo senza moralismi, restituendone il paradosso: confondere l’urgenza con il senso, il movimento con la libertà, mentre il futuro assomiglia sempre più a una “piazza di spaccio” di ansie e aspettative.        

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Musicalmente pulsante e testualmente affilato, VELOCE mette in scena il cortocircuito tra cuore e prestazione, tra desiderio di pace e culto della performance. Racconta l’essere umano che tenta – ingenuamente, ostinatamente – di “andare più veloce delle macchine”, ritrovandosi infine in quello spaesamento esistenziale che è il marchio della nostra epoca.

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@mauroermannogiovanardi

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