Intervista: MARCO MASINI – Con il mio concerto vi dico grazie

Intervista: MARCO MASINI – Con il mio concerto vi dico grazie

Il 30 settembre Marco Masini festeggerà 30 anni di carriera sul palco dell’Arena di Verona, assieme ai suoi amici di sempre. Un concerto-evento per rivivere i momenti più speciali della sua carriera, attraverso i suoi più grandi successi.

Giuliano Sangiorgi, Ermal Meta, Umberto Tozzi, Nek, Francesco Renga. E anche Luca Carboni, Fabrizio Moro, Red Canzian, Virginio, Ambra, Annalisa, Bianca Atzei, Giusy Ferreri, Rita Bellanza, La Camba. Sono questi gli artisti che affiancheranno Marco Masini sul palco dell’Arena in occasione dei suoi trent’anni di carriera. Non una festa, ci ha detto, ma un modo per dire ringraziare tutti coloro che lo hanno affiancato e supportato in questo lungo percorso ricco di successi.

Marco, quest’anno compi 30 anni, anzi, 31 di onoratissima carriera. Come ti senti arrivato a questo traguardo?

Da un lato mi sento normale, uguale a prima, ma è sicuramente un onore poter condividere ancora tante emozioni con la gente: è fondamentale per chi scrive, per chi interpreta e per chi suona. Si tratta comunque di condividere una vita che racconta musica, e che il pubblico non solo accoglie ma tramanda anche alle nuove generazioni, uno dei gesti più belli che si possano compiere. Sapere che la mia musica viene ascoltata anche ragazzi molto giovani mi onora e mi gratifica, e mi rende davvero felice di questi trent’anni. Poi mi sento sicuramente uomo che è cresciuto, che ha camminato seguendo una linea coerente tra il passato e oggi. Un allineamento dell’anima e del cuore col presente, che è ancora tutto da scoprire e da vivere.

La tua non sarà una normale festa di compleanno. Salirai su uno dei palchi più importanti d’Italia, quello dell’Arena di Verona, al fianco di colleghi che come te sono la storia della musica italiana. Ci anticipi qualcosa senza spoilerare troppo?

E’ un ringraziamento più che un festeggiamento, a tutti coloro che da vicino o da lontano hanno contribuito a segnare questo percorso, e al pubblico, anche se sarà ridotto al 50% a causa delle misure anti-covid. Un grazie non solo a chi canta con me, ma anche agli autori, i produttori, i musicisti, i discografici, tutti coloro che hanno contribuito a farmi crescere e ritrovare me stesso nei momenti di difficoltà, indicandomi dove stava andando la musica. Grazie anche ai giovani che hanno portato una nuova scrittura, una nuova metrica, un nuovo linguaggio. E’ un ringraziamento per tutti.

 

Marco Masini

Marco Masini (foto di Luca Brunetti)

Qualche anticipazione anche sulla scaletta? Canterai solo brani tuoi o anche dei tuoi ospiti sul palco?

Ci sono delle cose particolari che non vorrei svelare, ma che si scopriranno durante la serata. Posso dire che ci saranno molti riferimenti al mio passato, saremo circondati di tutto ciò che ha fatto parte del mio percorso da solista, da quel lontano 1975 in cui facevo il musicista in una band. Questi riferimenti che ascolterete sono stati fondamentali per i miei inizi e il  mio percorso di crescita.

Sul palco ci sarà con te una grande generazione di artisti, la maggior parte dei quali della vecchia guardia. Nessun nuovo talento, nessun trapper, nessun cantautore della new generation italiana. Come mai? Non ti piacciono?

La musica è musica sempre. E credo che la musica, in qualsiasi sua fase, regali canzoni belle e meno belle, testi profondi e testi più leggeri. Ascolto molto la musica di oggi, perchè credo che farlo sia un dovere professionale, anche se poi lo faccio per piacere personale, d’istinto. Sul palco ho scelto di portare i amici di una vita, coloro che hanno contribuito attivamente alla mia carriera professionale, l’essenza vera del mio percorso.

Lo faresti un featuring in stile Morandi, Ornella Vanoni, Orietta Berti, con uno dei nuovi talenti sulla scena?

La musica non si può decidere a tavolino. Un’alchimia può nascere quando meno te lo aspetti o può non nascere mai. Personalmente preferisco fare ciò che mi viene d’istinto piuttosto che prestarmi ad una mera operazione commerciale. Se dovessi incontrare un giovane talento con cui ci sono delle cose in comune, perché no?

Finalmente si torna a suonare dal vivo, con un pubblico. Come ti senti in merito a questa cosa? Come ti appare al momento la situazione, ti senti ottimista anche rispetto all’introduzione del green pass obbligatorio?

Non mi sento né ottimista né pessimista, penso solo che si debba ripartire. Tutti, non solo noi musicisti. La musica è un settore importante perché trasmette emozioni, e non si può vivere troppo a lungo senza. Quando abbiamo bisogno di distrarci, di staccare dal lavoro, di vivere un momento di spensieratezza, andiamo sempre a cercare un film o una canzone, qualcosa che ci alleggerisca l’anima. Per questo è giusto ripartire. Poi l’introduzione del green pass è uno step di un percorso politico che spetta a chi è proposto a questo genere di decisioni, non a noi musicisti. A noi dispiace ovviamente sapere che c’è chi può rimanere fuori perché non ha fatto il vaccino, ma la musica deve andare avanti. Ognuno poi farà le sue scelte.

Come hai vissuto il momento in cui non si poteva più suonare in presenza ma hai dovuto farlo in streaming, senza pubblico?

Noi del settore abbiamo vissuto tutti male, sicuramente, ma niente di paragonabile alle scene di Bergamo o a quello che capitava negli ospedali. A livello personale è stata dura, ho perso due amici, ho perso mio padre che non aveva il covid ma a causa del covid non è stato ricoverato, e chissà, magari se si fosse intervenuti prima oggi ci sarebbe ancora. La musica si è fermata, è vero, portando tristezza e malinconia, ma le priorità erano altre, il disastro vero è stato un altro. Dobbiamo riconoscere che di fronte alla salute e alla perdita di una persona cara si sta male di più che non andando ad un concerto.

La musica e il mondo di fruirla sono cambiati. Il Covid ci ha addirittura fatto capire che si può vivere un concerto non in presenza (cosa su cui io sono fortemente critica. La dimensione live non è vivibile in streaming). Tu hai vissuto questa evoluzione, o involuzione, a seconda di come si vuole vederla. Com’è cambiata la fruizione della musica a tuo avviso negli ultimi anni? Meglio prima senza spotify, internet, Instagram o meglio oggi?

Nel 1991 mi intervistarono e mi chiesero se il CD avrebbe soppiantato definitivamente il vinile. Siamo di fronte allo stesso dilemma, si tratta della naturale evoluzione verso ciò che è più pratico e facile da utilizzare. Oggi la musica è senza dubbio su piattaforma, ma non potrà di certo esserlo un concerto. E’ come fare l’amore vestiti, si può, ma non è la stessa cosa. Un concerto si vive per abbracciarsi, aggregarsi, commuoversi e gridare, tenersi per la mano e cantare insieme. La musica live non è rimpiazzabile, ma lo streaming può essere uno strumento complementare che permetta anche a chi si è trasferito, che ne so, ad Honolulu, di prendere parte ad un concerto a cui evidentemente non potrà andare di persona. E comunque ti dico che due mesi dopo che mi fecero quella domanda, il CD aveva già sostituito alla grande il vinile. Vedrai che tra due mesi succederà qualcosa di nuovo, non siamo nemmeno vicini all’apice di questo cambiamento!

WEB & SOCIAL
IG-Marco Masini @marcomasini_official

Related Posts