Dark Mode Light Mode

Intervista – ALBE: “Baita” è il mio mondo nella sua quotidianità più vera

Albe-2025

“Baita” è il titolo del nuovo album di Albe. Un disco che racconta ciò che resta: le amicizie che ti salvano, gli amori imperfetti ma autentici, le radici che ti tirano fuori dalla confusione, le strade di provincia dove impari chi sei davvero.

È un viaggio nella quotidianità e nella memoria, in cui ogni brano esplora una diversa sfaccettatura di questa “famiglia non tradizionale” che accompagna Albe da sempre.

Sul piano sonoro, Baita è un lavoro compatto e riconoscibile. Le produzioni di Francesco Savini e Alessandro Gemelli uniscono pop contemporaneo, indie italiano e influenze brit-pop e folk, privilegiando esclusivamente strumenti reali e creando un’estetica viva, organica, quasi “live”. 

Nel cuore di “Baita” si apre una conversazione che sembra svolgersi davvero attorno a un tavolo imbandito. Il cantautore ci accoglie nella sua “casa”, intesa non come luogo fisico ma come perimetro simbolico del suo mondo interiore: famiglia, amicizie, provincia, amori, quotidianità.

Advertisement

L’INTERVISTA 

Albe, allora: ci siamo? Sei pronto per l’uscita di Baita?

Sì, prontissimo. E, per rendere tutto ancora più coerente, sì: sono davvero in baita mentre parliamo. O meglio, in quella che noi a Brescia chiamiamo “baita”, cioè semplicemente casa. Qui a Milano mi sono ricreato quel clima lì: uno spazio che somiglia a me.

Partiamo da qui: l’essenza di questo disco. Che cos’è questa tua “baita”?

Sono le uniche cose che in quel momento mi rappresentavano davvero: la mia casa a Brescia, la mia famiglia, gli amici più stretti, la mia fidanzata. Apparentemente elementi semplici, quasi ordinari, ma che erano la mia geografia emotiva. Ho voluto racchiuderli in un’unica immagine, una sorta di casa-totem, come la chiamiamo noi.

Una specie di atlante affettivo?

Sì, esatto. Calza molto questa definizione. È il mio mondo nella sua quotidianità più vera. E dentro c’è anche tanta provincia, quella dimensione intima che ti resta addosso. Nell’ultima canzone addirittura ci sono i miei amici stonati e fuori tempo: più provinciale di così non si può.

Rispetto ai tuoi esordi, però, qui si avverte una maturazione evidente. Come ci sei arrivato?

Crescendo. Semplicemente questo. A un certo punto ho capito che continuare a rincorrere numeri, visualizzazioni, tutto quel rumore lì non portava niente alla sostanza. Ho voluto far crescere la mia musica come stavo crescendo io. Non è stato un colpo di testa: è stata un’evoluzione naturale, forse anche tardiva, ma inevitabile. Ho dato priorità alle canzoni, alla carne viva, alla verità.

Nell’introduzione parli del disco come di un “pranzo domenicale”. Facciamo un gioco: assegniamo un posto a tavola alle tracce. Chi siede a capotavola?

Noi Siamo Quelli, senza dubbio. È la più casinista, quella che al tavolo fa saltare i bicchieri. Ai suoi lati metto Te L’Avevo Detto e Baita: i tre più rumorosi insieme.
Poi, via via che si scende verso il fondo del tavolo, arrivano le più tranquille: Rosario, Con Te Non Ci Sono Più e Alla Fine Sono Io. Sono quelle che parlano sottovoce, che osservano la scena senza farsi notare troppo.

Parliamo della copertina. Com’è nata?

Quasi per caso. Dovevamo scattare dei contenuti in una villa vicino al mio paese, una casa amica. A un certo punto abbiamo davvero iniziato un pranzo domenicale: niente pose, solo vita, e la fotografa che catturava quei momenti.

Tra gli scatti, quello che vedete era semplicemente il più vero: rappresentava perfettamente il disco.

Sembra studiata, invece eravamo immersi nel pranzo. E—lo ammetto—sono anche venuto bene, quindi meglio così.

Per presentare Baita hai scelto gli house concert. Cosa rappresentano?

Sono l’essenza del disco: musica che nasce in casa e torna alla casa. Facciamo Milano, Bologna, Roma e Napoli, in vere abitazioni di amici. Chi ha acquistato il vinile può partecipare. È tutto unplugged: chitarra, voce, chiacchiere, divani. Un’intimità totale, nessuna band, nessun palco vero. È un ascolto condiviso, quasi un ritrovo.

Chiudiamo con un inciso sanremese: li hai visti i nomi in gara?

Sì! I miei preferiti sono Tommaso Paradiso e Fulminacci, forse ancora di più Fulminacci. Li seguo e li stimo.

IL DISCO TRACCIA PER TRACCIA 

Albe cover 2025

BAITA
“Baita” è la title track. Il titolo, che in dialetto bresciano significa “casa”, racchiude l’essenza di un progetto profondamente autobiografico: un disco che racconta amori, amicizie, radici e il mondo interiore dell’artista con sincerità e autenticità. Il pezzo incarna pienamente questi elementi, intrecciandoli a un sound indie-folk dal ritmo energico. È un brano che non solo introduce l’ascoltatore in questo viaggio, ma che più di ogni altro rivela il concept e il fil rouge dell’intero album.

CERCAPERSONE

Il pezzo ruota attorno al tema dei legami autentici: quelli che restano, anche quando tutto il resto cambia. Un ritorno a ciò che conta davvero: le persone e i luoghi in cui ci sentiamo noi stessi, senza filtri. Costruita come una ballad pop/rock dal respiro internazionale, “Cercapersone” fonde malinconia e slancio emotivo, con un ritornello corale pensato per essere cantato, condiviso, vissuto.

TE L’AVEVO DETTO

Il brano fonde sonorità brit rock e pop punk, dando vita a un racconto introspettivo in cui l’artista si confronta con sé stesso, abbattendo l’ego e mostrando una nuova consapevolezza.
La canzone ripercorre gli ultimi anni d’amore di Albe: una continua lotta tra desideri e immaturità, un’ammissione sincera delle proprie colpe che, nonostante tutto, conduce sempre allo stesso lieto fine. “Te l’avevo detto” è un inno a quei legami che, nel bene e nel male, resistono al tempo e alle difficoltà, anche quando ammetterlo costa fatica.

COME FANNO TUTTI

“Come fanno tutti” di Albe è una canzone-sfogo, scritta con l’urgenza di liberarsi da pensieri intrusivi. Il brano è dedicato a chi non segue le mode, a chi non fugge dalle proprie debolezze, ma soprattutto a chi crede in una rinascita collettiva senza diventare parte di un gregge. La scelta di un sound più rock e alternativo rispetto ai lavori precedenti è nata durante una classica giornata grigia milanese, perfettamente proporzionale all’anima del pezzo: nostalgia e frustrazione che si mescolano a speranza e voglia di farsi sentire.

ROSARIO
Con “Rosario” Albe racconta l’importanza dei piccoli gesti e il valore della semplicità attraverso la figura del venditore di rose. Un ricordo che lo riporta agli aperitivi con gli amici nel paese di provincia, dove quella presenza, negli anni, è diventata parte della compagnia, capace di scaldare il cuore e di far sentire a casa. “Rosario” è una canzone d’autore interamente suonata, con un ritornello romantico da cantare a squarciagola a un concerto.

CON TE NON CI TORNO PIÙ

Il brano segna un’evoluzione verso sonorità più intime e riflessive, con richiami all’universo indie rock. La canzone affronta il tema della mancanza con uno sguardo lucido e consapevole: è il racconto di una separazione che diventa occasione per riscoprirsi, per imparare a stare bene da soli senza dipendere costantemente da qualcun altro.

“Con te non ci torno più” è la consapevolezza di aver superato una rottura con dignità, trasformando il dolore in crescita personale.

ALLA FINE SONO IO

Il brano, dal sound acustico e intimo, rappresenta una pagina profondamente autobiografica e introspettiva del percorso di Albe. Scritto di getto come un flusso di coscienza rivolto all’Albe di vent’anni fa, il pezzo racconta la vita attuale, le sue riflessioni su ciò che è cambiato e ciò che è rimasto uguale, intrecciando memoria, identità e visione del futuro. La canzone parla a chiunque abbia mai fatto i conti con i propri sogni, con le cadute e con la ricerca di un senso autentico.

Albe racconta: «È un dialogo con il passato, ma anche un promemoria per il futuro: alla fine, con i miei errori e le mie vittorie, resto io».

NOI SIAMO QUELLI

“Noi siamo quelli” è la traccia che chiude il disco e celebra il legame profondo tra l’artista e il suo gruppo di amici più stretti, una vera e propria famiglia: il luogo sicuro in cui tornare. Energico e corale, il pezzo fonde l’indie folk inglese con il cantautorato italiano. Un elemento distintivo è la sua capacità di rendere l’ascolto dell’album ciclico, riportando l’ascoltatore alle stesse sonorità con cui il viaggio era iniziato.

LIVE 

Per festeggiare l’uscita di BAITA, Albe ha scelto di riportare la sua musica a casa nel senso più letterale del termine: 4 house concerts in 4 città italiane, esperienze esclusive e raccolte dedicate ai fan che preordineranno il vinile dell’album. Un incontro intimo e diretto, dove il concetto di Baita — come rifugio, luogo di affetto e condivisione — trova la sua forma più concreta.

Le date:
4 dicembre – Milano
5 dicembre – Bologna
6 dicembre – Roma
7 dicembre – Napoli

WEB & SOCIAL 

@albelama

Previous Post

Concerti e festival per i prossimi mesi. La lista in continuo aggiornamento [Info e Biglietti]

Next Post

GUITARRICADELAFUENTE in concerto a Milano [Info e Biglietti]

Advertisement