Cinema per incompetenti! Considerazioni sul cinema che sicuramente qualcuno avrà già fatto

Cinema per incompetenti! Considerazioni sul cinema che sicuramente qualcuno avrà già fatto

“Cinema per incompetenti” è una nuova rubrica sul mondo del cinema e dintorni. Un nostro punto di vista senza avere l’ambizione dei criticoni esperti e di quelli devono sentenziare a tutti i costi su tutto e su tutti.

UN FILM 

Nel momento in cui scrivo, Barbie The Movie ha incassato nel mondo circa un miliardo di dollari a fronte di un costo di produzione di 100. In pratica in una ventina di giorni Greta Gerwig ha fatto fatturare alla “sua” azienda più di quanto voi non fareste mai fatturare la vostra sommando tutti gli straordinari non pagati da qui alla vostra non-pensione.

Barbie è la classica commedia gerwigiana ma sotto steroidi: brillante soprattutto nei dialoghi e in alcune situazioni al limite del nonsense, cinematograficamente colta e citazionista. Come nei precedenti film di Gerwig la comicità che funziona grazie a ricaccioni geniale dalla memoria collettiva di una generazione– come le spaccate di Barbie Stramba o Barbie che non fa mai le scale (qualcuno ha mai fatto fare le scale alla Barbie?). Scrittura e regia vivono in sinergia con una scenografia ispirata all’architettura modernista di Palm Springs, così come con i costumi, la colonna sonora e ovviamente i suoi interpreti. In particolare, Margot Robbie, attrice e produttrice del film, sta vivendo il suo momento di divismo divismo che auspicabilmente la porterà verso la stagione dei premi.

Seppur non esente da difetti ed eccessi, Barbie, insomma, è decisamente il film dell’anno. E non si tratta solo di una questione di vile denaro ma anche dell’enorme ondata di coinvolgimento che ha prodotto, una roba che forse avremmo visto solo se a tempi di Titanic avessimo avuto i social.

Con molta onestà devo ammettere che raramente ho visto generare da un film un tale livello di personalismo da social.

I primi ad essere presi malissimo sono i maschi che tirano in ballo un tema a loro notoriamente molto caro, ovvero il femminismo: Barbie è un film davvero femminista o ci sta prendendo per il culo?
Dall’altro lato giungono anche le istanze dalle femministe stesse che ci tengono a dire che si aspettavano giustamente che in un film su Barbie si dipanassero nei dialoghi argomentazioni simili a quelle di Simone de Buvuoir e che magari Barbie risolvesse il conflitto con Ken come Valerie Solanas con Wharol.

Se da un lato va detto che sicuramente Barbie un po’ per il culo in effetti ci prende, facendoci credere che sia possibile parlare di femminismo in un blockbuster prodotto da due multinazionali, dall’altro l’uso di banalità e stereotipi sono in realtà i preziosi strumenti che danno a Gerwig e Baumbach la possibilità di far portare a casa a quante più persone possibili uno starter pack sulla consapevolezza dell’esistenza del patriarcato. E di questo credo che possiamo rallegrarci tutti, anche le giovani donne che devono farci notare che hanno sempre schifato Barbie perché intente già in tenera età a intraprendere giochi culturalmente stimolanti e la lettura dei classici.

Allora cosa aspettate, correte al cinema e poi fiondatevi sui social a scrivere la vostra opinione non richiesta.

UNO SCIOPERO

Era un tranquillo pomeriggio di scroll quando improvvisamente Instagram è stato invaso da un video di Fran Dresher aka Tata Francesca che arringava le folle contro le avide e ingorde multinazionali dell’intrattenimento.

Era il 13 luglio e da quel giorno gli attori americani sono in sciopero per il mancato accordo con i rappresentanti degli studios (AMPTP). Essere in sciopero vuol dire che nessuno– salvo eccezioni concordare con il sindacato – può fare promozione, presenziare alle prime, rilasciare interviste e nemmeno cantare o ballare. In pratica tutto quello che state vedendo online e offline risale a prima di quella data.

Mentre tra sindacato e major volano stracci, oltre a moltissime produzioni in corso verranno impattati i festival autunnali. Dopo un primo momento di panico cinefilo – ma soprattutto panico tra gli albergatori – sembra che Barbera sia riuscito a salvare il programma di Venezia salvo qualche defezione, vedi: Guadagnino.

Nel disagio generale del vedere sfumate serie tv e nuove uscite al cinema e vedere freezato lo star system come in pandemia – ma senza attori americani che fanno la carbonara sui social –

il lato tragi-comico della faccenda sta sicuramente nel vedere come gli Stati Uniti stiano scoprendo un timido spirito socialista con un paio di secoli di ritardo, attraverso le arringhe di Fran Dresher e Bryan Cranston diventate virali. E pensare che l’ultimo grande sciopero della SAG fu guidato da Ronald Regan.

 

 
 
 
 
 
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UN ATTORE 

Ok lo so che qui si sta imbrogliando perché l’attrice di cui sto per parlare non è solo attrice ma anche sceneggiatrice e regista ma era giusto dedicare alcune righe ad Emerald Fennell che i fan di The Crown ricorderanno per avere interpretato una giovane Camilla.

Il fatto è l’occasione è davvero perfetta: prima di tutto perché Emerald Fennell interpreta Midge, l’amica incinta di Barbie (e al tempo delle riprese era davvero incinta) e secondo perché non è l’unico collegamento tra lei e Margot Robbie.

Il film Una Donna Promettere, scritto e diretto da Fennell e vincitore dell’oscar alla miglior sceneggiatura, è stato proprio prodotto da Margot Robbie che produrrà anche il suo prossimo film Saltburn, che aprirà il London Film Festival il prossimo ottobre.

Fennell è sicuramente uno dei principali talenti britannici in fatto di scrittura, insieme alla collega Phoebe Waller Bridge con cui ha condiviso anche la fortunata serie Killing Eve con Sandra Oh e Jodie Comer.

Occhio quindi a non perdere il suo prossimo film che potrebbe dare qualche altra bella soddisfazione al cinema europeo.

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