A trentun anni, Justin Bieber sembra aver archiviato – almeno in parte – l’immagine del teen idol scapestrato per abbracciare quella dell’uomo di famiglia, del marito presente, del padre premuroso.
“Swag”, il suo ultimo lavoro discografico va in quella direzione e si propone come il diario sonoro di questa trasformazione: un progetto ambizioso (18 tracce più 3 snippet), denso di collaborazioni e produzioni curate, che cerca di bilanciare introspezione e hit potential. Il risultato? Un disco che oscilla tra momenti di autentica profondità e territori già esplorati.
La produzione, affidata a un team variegato che include nomi come Carter Lang, Dylan Wiggins e Daniel Caesar, gioca su atmosfere lo-fi e chitarre crunchy, come in Daisies o Yukon, dove l’essenzialità strumentale regala attimi di genuina intimità.
Devotion (con Dijon), Glory Voice Memo e Zuma House sono piccoli gioielli di essenzialità, quasi demo lasciate volutamente grezze, mentre in Go Baby e Way It Is (con Gunna) dimostrano che Bieber sa ancora maneggiare l’R&B con disinvoltura.
La title track Swag, è un gioco a tre con Cash Cobain ed Eddie Benjamin: un compendio di ego, flow e dichiarazioni d’intenti, con Bieber che si concede un’attitudine più sfrontata, quasi a bilanciare l’introspezione che domina altrove. Sweet Spot, con Sexyy Red, esplora il versante più sensuale ed edonistico del disco, tra beat rétro e produzione spigolosa – il tutto senza nascondere un certo gusto kitsch.
Il tema della paternità torna in Dadz Love, dove Lil B trasforma l’affetto genitoriale in un mantra ripetitivo, mentre Therapy Session (un skit con Druski) tenta di sdrammatizzare le crisi pubbliche dell’artista, finendo però per sembrare più una difesa a posteriori che una riflessione sincera. Per la title track Swag Justin si affida a Cash Cobain ed Eddie Benjamin, un inno all’autostima che però non decolla.
Chiude il disco Forgiveness, affidata al pastore Marvin Winans: una scelta simbolica per un artista che, da anni, cerca di riconciliarsi con il pubblico e con sé stesso.
“Swag” è un disco onesto, intimo e salvifico. Non tutto convince – certi testi rimangono appesi e qualche episodio pare più un esercizio di stile che una reale urgenza artistica – ma il percorso tracciato ha una sua coerenza.
Non è il disco della svolta, ma una tappa necessaria: un disco che sembra avere un carattere transitorio per una evoluzione futura o una involuzione definitiva.
Nel bene e nel male è sempre Bieber la super star del pop forse ancora numero uno!
DA ASCOLTARE SUBITO
Way It Is – Devotion (con Dijon) – Dadz Love (con Lil B)
DA SKIPPARE SUBITO
Un oretta di tempo si passa senza picchi ma anche senza noia!
SCORE: 7,00
All I Can Take – Voto 7,00
Daisies – Voto 7,25
Yukon Voto 7,25
Go Baby – Voto 7,00
Things You Do – Voto 7,00
Butterflies – Voto 6,75
Way It Is (con Gunna) – Voto 7,25
First Place – Voto 6,75
Soulful (con Druski)
Walking Away – Voto 7,00
Glory Voice Memo – Voto 7,00
Devotion (con Dijon) – Voto 7,25
Dadz Love (con Lil B) – Voto 7,25
Therapy Session (con Druski)
Sweet Spot (con Sexyy Red) – Voto 6,75
Standing on Business (con Druski)
405 – Voto 6,75
Swag (con Cash Cobain ed Eddie Benjamin) – Voto 6,75
Zuma House – Voto 7,00
Too Long Voto 7,00
Forgiveness (con Marvin Winans) – Voto 7,25
TRACKLIST
DISCOGRAFIA
2010 – My World 2.0
2011 – Under the Mistletoe
2012 – Believe
2015 – Purpose
2020 – Changes
2021 – Justice
2025 – Swag