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EVERYTHING BUT THE GIRL: la band che ha riscritto il vocabolario del pop contemporaneo
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EVERYTHING BUT THE GIRL: la band che ha riscritto il vocabolario del pop contemporaneo

Ci sono artisti che attraversano le epoche; altri, più rari, le riscrivono silenziosamente. Everything But the Girl appartengono a questa seconda, schiva categoria: mai urlati, mai accondiscendenti verso le mode, eppure costantemente un passo avanti, come se avessero il privilegio di captare il futuro in anticipo.

L’uscita di “The Best of Everything But the Girl” diventa così l’occasione e compendio per ripercorrere non soltanto una carriera, ma un intero paesaggio sonoro che dagli anni ’80 a oggi si è lasciato rimodellare dalla loro capacità quasi chiaroveggente di leggere le metamorfosi del pop e dell’elettronica.

In oltre quarant’anni, Tracey Thorn e Ben Watt hanno affinato un alfabeto intimo e cinetico, fatto di chiaroscuri emotivi e pulsazioni urbane. Dai bozzetti jazz-pop di “Eden” al minimalismo digitale di “Walking Wounded”, fino alla rinascita di “Fuse“, il loro percorso attraversa malinconie nu-soul, derive sofisticate e un dialogo costante con la club culture internazionale. Everything But the Girl hanno sempre abitato quella zona franca in cui il pop smette di essere superficie e si fa linguaggio, prospettiva, identità sonora.

Non hanno mai inseguito le tendenze: le hanno assorbite, metabolizzate e spesso anticipate, definendo un’idea di eleganza concettuale che oggi risuona dalla UK garage revivalist alle correnti più introspettive dell’elettronica contemporanea.

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La tracklist del best-of riflette questa attitudine camaleontica: dalla folgorante metamorfosi house di Missing by Todd Terry al garage vellutato di Nothing Left to Lose, dall’iconico bootleg Tracey In My Room alla vulnerabilità sofisticata di Walking Wounded, fino alle radici bossanova di Corcovado, al jazz-swingato illuminante di Each and Every One e alle cover che hanno ridefinito il concetto stesso di interpretazione, come The Only Living Boy in New York o la conclusiva elegantissima Night And Day .

Non è una sequenza cronologica, ma un’architettura di transizioni: ciò che conta è come ogni brano illumini la tensione continua tra voce umana e trama elettronica.

Masterizzato agli Abbey Road da Miles Showell e pubblicato in doppio vinile con una cura quasi museale, il disco ricolloca il duo nel loro giusto ruolo: non icone da teca, ma pionieri sotterranei. La loro forza risiede nella capacità di coniugare vulnerabilità e groove, confessione e clubbing, facendo convivere la solitudine notturna con il desiderio di movimento. Una dialettica che oggi permea il lavoro di intere generazioni di producer e songwriter.

Riascoltare The Best of Everything But the Girl significa riconoscere un’influenza talmente diffusa da sembrare naturale, come se certi timbri del pop attuale fossero sempre esistiti. In realtà, qualcuno li ha delineati con precisione chirurgica e immaginazione visionaria. E quel qualcuno – per nostra fortuna – continua a ricordarci che le rivoluzioni più durature nascono spesso “sottovoce”, in un’eco che il mondo finisce poi per seguire.

LA TRACKLIST 

1) Missing (Todd Terry Remix)
2) Nothing Left To Lose
3) Tracey In My Room (Lazy Dog Bootleg Vocal Mix) 
4) Walking Wounded
5) Single
6) Corcovado
7) Before Today
8) No Difference
9) Driving
10) Each And Every One
11) Rollercoaster
12) I Don’t Want To Talk About It
13) The Only Living Boy In New York
14) Cross My Heart
15) Run A Red Light
16) Night And Day

ASCOLTA IL DISCO 

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