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Recensione concerto – WOLF ALICE: tra glamour, energia e performance da non perdere [Scaletta e Info]
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Recensione concerto – WOLF ALICE: tra glamour, energia e performance da non perdere [Scaletta e Info]

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I WOLF ALICE tornano in Italia per un concerto intero — seppur non molto più lungo dello showcase.

Dal 2013 è la settima volta che il quintetto inglese si presenta da headliner nel nostro paese (oltre a qualche apparizione in festival), eppure la crescita di notorietà non si è tradotta, sfortunatamente, in una grande affluenza di pubblico. Peccato: è l’unico neo di una serata divertente, varia e ben strutturata, indipendente dalla qualità della band.

Per l’occasione sul palco si aggiunge un tastierista (piano e synth) e la linea dello spettacolo resta essenziale: niente effetti speciali, tutto concentrato sulla musica e sulla performance. L’unico elemento “visivo” vero è l’energia — e il carico sexy — di Ellie Rowsell, che percorre inarrestabile il palco e sale su una piattaforma centrale illuminata da un occhio di bue. L’apparato luci è minimalista (prevalentemente bianco, mai freddo), con una mirror ball e un sipario di lustrini e stelle filanti argentate alle spalle della band; la frontwoman sfoggia un body glitterato che aggiunge quel tocco glam.

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Il set di un’ora e mezza è un continuo cambiamento: dalle ballate lente e melodiche, come il brano d’apertura, si passa a pezzi più rocciosi fino all’hard rock e a momenti dal tiro punk. Non mancano accenni pop, spruzzate di elettronica e momenti intimi — pianoforte e voce — che spesso esplodono in finali rock con assoli di chitarra. Talvolta le chitarre diventano addirittura tre, con Ellie che imbraccia la sei corde. C’è anche un sipario quasi a cappella in cui la cantante è affiancata dai vocalizzi del batterista e del tastierista, tutti insieme sulla piattaforma accompagnati dalle chitarre: semplice ed efficace.

Non si può dire che la band londinese sia monotona o monolitica: le dinamiche sono il loro tratto distintivo e la duttilità vocale di Ellie guida e tiene insieme il tutto. Tutto ciò che avevamo sentito nel mini live milanese torna confermato anche nello show completo.

Le chitarre sono sempre protagoniste, e la lezione del passato — con il glam rock degli anni ’70 come matrice ben presente — emerge costantemente. Il rock, in tutte le sue sfumature, resta un elemento coinvolgente e trasversale: lo dimostra la capacità della band di attirare e intrattenere pubblici di generazioni diverse, come visto al concerto milanese.

La formula dei Wolf Alice è semplice ma funzionante: less is more. Il coinvolgimento è totale, tant’è che anche la loro addetta al mix luci, al pari di Ellie, non ha resistito e ha accompagnato il suo lavoro con movenze e balli simili a quelli sul palco.

Dal farsi spettinare dalle chitarre al ritrovarsi ad agitare le braccia al cielo per una melodia dolce il passaggio è immediato. Ma non una frammentazione, un affastellamento casuale di cose, ma una forza che diverte e amplia la concezione della musica live.

Non perdeteli al prossimo passaggio: valgono davvero la pena.

Recensione di Luca Trambusti per musicadalpalco.com (Clicca per leggere l’intero articolo)

LA SCALETTA

Thorns
Bloom Baby Bloom
White Horses
Formidable Cool
Just Two Girls
Safe From Heartbreak (If You Never Fall in Love)
How Can I Make It OK?
You’re a Germ
Bros
The Sofa
Silk
Bread Butter Tea Sugar
Leaning Against the Wall
Yuk Foo
Play the Greatest Hits
Play It Out
Giant Peach
Smile
 
Encore

The Last Man on Earth
Don’t Delete the Kisses

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@wolfaliceband

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