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Intervista – SARAFINE: trasformo la mia musica in un rito collettivo. È tempo di condividere l’energia
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Intervista – SARAFINE: trasformo la mia musica in un rito collettivo. È tempo di condividere l’energia

C’è una tensione quasi fisica nella musica di SARAFINE: un’energia che vibra tra la fragilità e la potenza, tra l’ironia e la disillusione.

Producer, cantautrice e performer, Sara Sorrenti ha trasformato l’elettronica in linguaggio identitario, un terreno dove convivono introspezione e ritmo, pensiero e corpo.

Dopo “Un trauma è per sempre” e una lunga stagione di palchi e sperimentazioni, la sua ricerca sonora entra ora in una nuova fase: più corale, più viva, più artistica.

Il palco diventa laboratorio emotivo, la festa diventa rito. E in questa metamorfosi, SARAFINE continua a raccontare la complessità del presente con lucidità, ironia e un istinto che è già segno distintivo della sua poetica musicale.

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L’abbiamo incontrata! 

L’INTERVISTA 

Ciao Sara! Finalmente riusciamo a risentirci — anche se ancora niente caffè insieme!

Eh lo so, è una maledizione! È da un anno che diciamo “ci beviamo un caffè” e non succede mai. Ma davvero, non ho il tempo nemmeno di farmi la spesa: vivo tra un treno e un soundcheck. Mangio malissimo, sempre fuori casa, quindi direi che l’obiettivo del caffè è diventato quasi simbolico (ride). Ma prima o poi lo recuperiamo, promesso!

Partiamo da queste “feste” che hai annunciato. Cosa ci dobbiamo aspettare dai nuovi live?

Saranno show completamente diversi da tutto quello che ho fatto finora. La vera novità è che non sarò più sola sul palco. Dopo due anni di concerti e DJ set in solitaria, avevo proprio bisogno di aprire lo spazio, di condividere l’energia con altri musicisti. Con me ci saranno Matteo D’Ignazi alla batteria e Andrea Gamba (Daykoda) ai synth e pianoforte.
È un cambio radicale, perché trasforma la mia performance da DJ set a vero e proprio live, con dinamiche più vive, più organiche, più umane.
È un’evoluzione che sentivo necessaria anche per rispetto del pubblico, perché chi viene a un mio concerto paga per vivere qualcosa di unico — e io voglio che lo spettacolo cresca, che si percepisca una maturazione del progetto.
Dopo due anni intensi, era giusto alzare l’asticella e proporre qualcosa di più grande, più strutturato e allo stesso tempo più autentico.

Come è nata questa collaborazione con i musicisti che ti accompagneranno?

In modo completamente spontaneo, zero calcoli. Li ho scoperti casualmente su Instagram, guardando i loro progetti singoli: mi hanno colpita per gusto e approccio. Poi sono andata ai loro live, ci siamo conosciuti di persona, e da lì è nata l’idea di collaborare.
Ho proposto loro di portare insieme questa nuova fase, e da subito c’è stato entusiasmo reciproco.
È bello perché non è un progetto “commissionato”: c’è un legame vero, ci divertiamo, ci capiamo al volo.
Questo rende il lavoro più naturale e rende il live qualcosa che va oltre la performance. È un momento di energia condivisa e penso che il pubblico lo percepirà.
Voglio che i miei concerti siano una festa collettiva, ma anche un racconto di tutto quello che ho vissuto in questi anni — che sono stati faticosi, ma pieni di conquista.
È una celebrazione, nel senso più sincero del termine.

E a livello di scaletta? Ci puoi dare qualche spoiler?

Ci saranno tutti i brani dei miei EP , più un paio di pezzi inediti che non ho mai suonato prima. Ma la cosa più importante è che lo show sarà concepito come un’unica grande performance, con un filo narrativo che lega i momenti tra loro. Non voglio che sembri solo un susseguirsi di canzoni, ma un viaggio, quasi teatrale, che racconta le diverse parti di me.
Sul palco mi mostrerò per quella che sono: ironica, intensa, autoironica, a tratti anche un po’ cazzona, e va bene così. Voglio portare anche quella leggerezza che nella vita mi salva sempre, bilanciando le mie zone più scure. È un modo per dire al pubblico: ecco, questa sono io, tutta intera.

Tra un live e un pasto improvvisato, hai trovato spazio per scrivere nuova musica?

Sì, assolutamente. In realtà ho ricominciato a scrivere con un approccio completamente diverso. L’anno scorso avevo scritto il disco con un’urgenza molto pratica: dovevo andare a suonare, quindi scrivevo pensando al live. Ora invece sto scrivendo per il piacere di scrivere, senza pensare subito a come suonerà.
Negli ultimi mesi mi sono ritagliata qualche spazio per me, ho vissuto momenti più leggeri, più privati, e questo mi ha dato un’energia diversa. Sono uscite fuori delle canzoni che sento molto mie, ma non sono ancora registrate. Quindi sì, nuova musica arriverà, ma voglio che nasca con calma e sincerità, senza fretta.

Cosa stai ascoltando ultimamente? Hai qualche riferimento nuovo o innamoramento musicale?

Sto ascoltando tantissima tecno di nicchia, molto più underground rispetto a prima. Negli ultimi mesi mi sto costruendo una mia identità anche nei DJ set, e lì la ricerca sonora è diversa: mi piace oscillare tra cose super tamarre e altre sofisticatissime. Mi sto formando su artisti meno conosciuti, come Black Hypnotist e altri nomi piccoli ma super interessanti.
È una dimensione più educativa per me, un ascolto che non è direttamente collegato alla scrittura ma al mio lato da DJ. Sul fronte mainstream, ti dico la verità: non ho idea di cosa sia uscito nell’ultimo New Music Friday! (ride) Sto proprio altrove in questo momento, più concentrata sul costruire un linguaggio personale.

C’è un’artista con cui ti piacerebbe collaborare?

Sì, il mio sogno sarebbe Rilès, artista francese che mescola rap, elettronica e acustico in modo pazzesco. È un artista che mi ispira molto perché è estremamente autentico e performativo. Si allena, vive la musica come una disciplina fisica e mentale.
Mi ha colpito il modo in cui ha presentato il suo album Survival Mode: ha corso su un tapis roulant per 24 ore! C’è una coerenza totale tra la sua arte e la sua vita. Ecco, questo per me è un valore enorme: la sincerità artistica. Non è solo estetica o produzione, è vivere davvero quello che fai, e questo lo rispetto tantissimo.

Ultima domanda: la produzione elettronica al femminile è sempre più presente. Pensi che sia ormai una scena consolidata o c’è ancora strada da fare?

Secondo me c’è ancora strada da fare, ma la direzione è giusta. Finché viene definita come “fenomeno”, significa che non è ancora pienamente normalizzata. Ma è bellissimo vedere sempre più donne entrare nella produzione, nella sperimentazione, nei ruoli tecnici.
Io credo che arriveremo a un punto in cui non ci sarà più bisogno di parlarne, perché sarà semplicemente normale. E questo è il vero traguardo.

LE DATE DEL TOUR 

Giovedì 23 ottobre 2025 || Taranto – Mercato Nuovo
Venerdì 24 ottobre 2025 || Rende (CS) – Mood Social Club
Sabato 25 ottobre 2025 || Baronissi (SA) – Dissonanze
Giovedì 30 ottobre 2025 || Bologna – Locomotiv Club SOLD OUT
Giovedì 6 novembre 2025 || Roma – Monk SOLD OUT
Sabato 8 novembre || Bologna – Locomotiv Club NUOVA DATA
Venerdì 14 novembre 2025 || Torino – Hiroshima Mon Amour SOLD OUT
Mercoledì 10 dicembre 2025 || Milano – Arci Bellezza SOLD OUT
Giovedì 11 dicembre 2025 || Milano – Arci Bellezza SOLD OUT

11 marzo 2026  || MILANO – Magazzini Generali
12 marzo 2026 || ROMA – Hacienda

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ABOUT SARAFINE

Sara Sorrenti, in arte SARAFINE, è una cantautrice e produttrice calabrese. Dopo un primo percorso come cantante e chitarrista folk, vive per molti anni tra Belgio e Lussemburgo, dove il suo stile si evolve contaminato dalle sonorità elettroniche tipiche del Nord Europa.
Il suo sound è un originale intreccio di Dubstep, Techno, Trap e Pop, mentre i testi oscillano tra ironia e disillusione, offrendo una visione del mondo lucida e personale: una musica cruda, ma un crudo che fa bene.
Nel 2023 vince l’edizione di X Factor Italia con il brano Malati di Gioia, conquistando pubblico e critica. Segue un tour estivo di oltre 20 date nei principali festival italiani. Il 6 dicembre 2024 pubblica il suo primo EP, “Un trauma è per sempre”.

WEB & SOCIAL 

https://www.instagram.com/sarafine___/

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