Tremavano i polsi e le gambe a Jeremy Allen White al pensiero di interpretare BRUCE SPRINGSTEEN nel nuovo film “SPRINGSTEEN – LIBERAMI DAL NULLA” (nelle sale dal 23 ottobre), firmato da Scott Cooper.
Un film (non un documentario piuttosto un biopic, in odor di Oscar) che si concentra su un periodo ben preciso: quello della nascita ed evoluzione di “Nebraska”, uno dei dischi capolavoro del cantautore americano (“Il disco più punk realizzato da Springsteen, per approccio e attitudine” dice – giustamente – Jeremy Allen White).

La sofferenza in un disco
“Nebraska”, è stato un disco di grande successo (ha raggiunto il terzo posto in classifica) anche senza promozione stampa, nessun singolo radiofonico e nemmeno un tour. Ma allo stesso tempo è atipico perché realizzato in solitudine, all’interno della casa in cui viveva, un disco acustico che fa da ponte con l’esplosione del successo di “Born in the U.S.A” (alcune tracce del quale sono nate con quelle registrazioni), il tutto avvenuto in un lasso di tempo doloroso, intenso in cui Springsteen si è dovuto confrontare con i demoni del passato, del padre e della sua infanzia, i primi vagiti di un successo con cui faceva fatica a confrontarsi, il suo ruolo nella vita e i rapporti con le persone e di coppia.
Nelle due ore di film (approvato e avallato dallo stesso Springsteen che ha messo a disposizione della produzione alcuni abiti e che spesso – come spiega Cooper – andava sul set) il regista (come dice ancora lui stesso) ha voluto riportare nel girato e nello svolgimento del film lo spirito realizzativo del disco, tutto essenziale, intenso, lo scavare nei personaggi tra silenzi e dolenza, tra musica e sofferenza.
Da solo in quella stanza
Gli appassionati del rocker di Freehold la storia la conoscono. Bruce finisce il fortunato tour di “The River” e convive con i primi successi radiofonici (con il singolo “Hungry Heart”). Sembra destinato a diventare una superstar ed entrare nel più classico dei percorsi discografici: singolo, disco, tour. “Regole” che il rocker fa fatica ad accettare. Così nel “cool down” dell’ultimo tour entra in confronto con il suo trauma non risolto del rapporto paterno (padre interpretato da Stephen Graham), riportato in pellicola con dei flashback in B&N. A far da scintilla la scoperta dell’episodio di cronaca che sta alla base di “Nebraska”, quello di Charles Starkweather, che, complice la sua fidanzata, assassinò undici persone (tra cui il padre della ragazza) in otto giorni nel 1958.
Da qui nasce un disco sofferto e sofferente, un disco catartico che porta con sé dolore e crudeltà sonora ma anche un viaggio introspettivo, che ha come compagno solo una chitarra, un’armonica e un registratore 4 tracce a cassetta. È su questo strumento che Bruce registra le canzoni, che sono l’anima, l’essenza e la forza di quel disco, lo rendono grande.
Un viaggio psicologico
“SPRINGSTEEN – LIBERAMI DAL NULLA” entra in quel mondo psicologico, lo scava, ne porta a galla l’origine e mostra anche come fosse risoluto Springsteen nel riproporre, dopo i tentativi in studio con la band, l’origine di quelle canzoni, la “sporcizia” sonora che equivaleva (ed equivale) allo stato d’animo dell’autore. E in effetti sono canzoni che ti strappano la pelle nella loro esecuzione, per arrivare all’anima dell’ascoltatore che diventa parte in causa con l’emotività di Springsteen.
Tutto questo il film lo riporta in maniera sublime, ci fa entrare nel mondo sofferto e di sofferenze dell’autore, delle sue difficoltà di relazione con l’allora fidanzata, la sua voglia di fuga, intesa come rivalsa e come soluzione per il malessere dell’anima che attanaglia Springsteen (che ne farà i conti per tutta la vita). Ovviamente tocca le corde dell’emotività, che esplode tra musiche e immagini, in un contesto crudo, quasi pornografico.
Accanto a lui, ottimamente disegnata, la figura di Jon Landau (interpretato da Jeremy Strong), il manager ma anche amico e confidente di Bruce, che gli sta accanto, ne capisce l’esigenza della realizzazione di quel disco e diventa per lui fonte di sostegno psicologico. È lui che alla fine lo convince a trovare un aiuto professionale per superare i suoi traumi e demoni.
Due ore intense, emotive, coinvolgenti che mettono a nudo Bruce Springsteen (e lui si fa complice), mostrando l’uomo, per certi versi fragile, che si nasconde dietro una scintillante rockstar.
L’ottimo Jeremy Allen White
Jeremy Allen White ha sicuramente studiato il suo personaggio, a volte si muove in maniera incredibilmente somigliante. Sin dalle prime scene del film quando sul palco conclude il suo tour la vicinanza fisica e nei movimenti è impressionante (come tutti quelli della band). Ottimo attore riesce a dare vita ed immagine allo stato d’animo del protagonista con cui tende ad immedesimarsi.
Da vedere ma soprattutto da riascoltare ad occhi chiusi e a volume 10 il disco “Nebraska”. Ad aiutarci in questo compito il 24 ottobre esce “NEBRASKA ’82: EXPANDED EDITION”, un cofanetto, che oltre al disco originale, è ricco di materiale inedito e che sarà disponibile in versione 4 LP+BLU-RAY e 4CD+BLU-RAY con inclusa una nuova performance dal vivo dell’intero album registrata nel New Jersey al Count Basie Theatre
Ad anticipare quest’ultima parte live inedita è stata rilasciata la versione di “Open All Night”

IL TRAILER
INFO
Distribuzione: The Walt Disney Company Italia
Data di uscita: 23 ottobre
Durata: 120 minuti