Correva l’anno 2000 e il nuovo millennio portava con sé il successo per gli HOOVERPHONIC una band che dal Belgio arrivava all’attenzione dell’Europa con il singolo “Mad About You” con cui conquistavano le classifiche garantendosi un posto nel futuro.
Un tour celebrativo
Quel brano era contenuto nel loro terzo album “The Magnificent Tree” che a 25 anni dall’uscita il trio belga (allargato sul palco) sta celebrano con un tour che li ha visti fare tappa a Milano
Da quel disco gli Hooverphonic hanno costruito una fortunata carriera che li ha portati anche a scrivere “Vision”, l’inno per gli europei di calcio del 2000 che hanno eseguito live durante la cerimonia d’inaugurazione.
Il tempo è passato e con continui cambi di cantante la band ha continuato a proporre la propria musica, un po’ più nell’ombra rispetto alle fortune dei primi anni 2000, anche se nel 2021 hanno rappresentato il Belgio all’Eurovision Song Contest (dovevano esserci anche nel 2020, l’edizione annullata per il Covid).
Oggi, con 12 album alle spalle, il tastierista AlexCallier, il chitarrista RaymondGeerts e la cantante GeikeArnaert (quella del successo del 2000 alla fine rientrata nella band) suonano in Europa e con il loro tour per i 25 anni di “The Manificent Tree” si fermano a Milano.
La lunga carriera
Il concerto, nella sua prima parte, ripropone per intero e in maniera filologica tutto l’album del 2000 dalla lunga strumental “Intro” sino alla potente “L’Odeur Animale” anch’essa segnata da una coda strumentale. In questo frangente gli Hooverphonic ritornano alle loro radici stilistiche, in quel connubio tra trip hop (di moda allora) e un pop elegante, in un’atmosfera etera e cullante con cui avvolgono il pubblico milanese. A contribuire alla delicatezza dell’architettura sonora c’è anche un quartetto di archi che cesella le versioni live.
La seconda parte del concerto invece ripercorre il loro cammino tra altri successi e brani più recenti (fermandosi però a “Hidden Stories” l’album del 2021, penultimo della loro discografia) dove si fa spazio ancor più l’anima pop della band.
Le dolci atmosfere
La formazione belga (qui allargata oltre che con i legni anche con altre due chitarre) si muove in un territorio dove l’eleganza sonora è l’elemento essenziale. È un concerto “sognante”, in cui niente graffia ma piuttosto abbraccia. Atmosfere delicate accompagnano le canzoni e solo in poche occasioni gli Hooverphonic affondano il colpo e danno una maggior spinta alla loro musica.
Ma questo non per cattiva volontà o per una scelta estemporanea. Così sono e così piacciono e i fan (perché tali erano gli spettatori) apprezzano e in alcuni momenti il pubblico partecipa attivamente al concerto (“Amalfi”).
Eleganza dunque, raffinatezza di un pop di qualità, lontano da quello più stereotipato delle classifiche, ma che alla lunga, e in alcuni episodi, tende a far distrarre l’ascoltatore e in altri affascina e arriva anche ad essere scanzonato (“Badaboum”), Ma alla fine è bello lasciarsi cullare da queste atmosfere pacate, mentre fuori il mondo esplode.
Recensione di Luca Trambusti per musicadalpalco.com (Clicca per leggere l’intero articolo)
LA SCALETTA
Intro
Autoharp
Mad About You
Waves
Jackie Cane
The Magnificent Tree
Vinegar & Salt
Frosted Flake Wood
Every Time We Live Together We Die a Bit More
Out of Sight
Pink Fluffy Dinosaurs
L’odeur animale
Anger Never Dies
Romantic
Eden
You Love Me to Death
Hiding in a Song
2Wicky
Badaboum
The Night Before
Amalfi
WEB & SOCIAL
https://www.instagram.com/hooverphonicoff
https://www.facebook.com/HooverphonicOff