Recensione – RED HOT CHILI PEPPERS – “Unlimited Love”

Recensione – RED HOT CHILI PEPPERS – “Unlimited Love”

Si può iniziare una recensione con una esternazione tipo: cazzo il ritorno dei Red Hot Chili Peppers mi convince proprio?

Direi di sì se ci troviamo di fronte a “Unlimited Love”, dodicesimo sigillo della band.

Citamo subito il contesto di questo disco: alla chitarra c’è John Frusciante, mancava dal 2006 e la produzione è in mano a Rick Rubin, lui invece mancava dal 2011.
John, Anthony, Chad e Flea per fare questo disco hanno passato moltissime ore, insieme e da soli.

Le nostre antenne erano sintonizzate con il cosmo divino, eravamo così dannatamente grati per l’opportunità di stare insieme in una stanza e, ancora una volta, cercare di migliorare. Giorni, settimane e mesi trascorsi ad ascoltarci, comporre, jammare liberamente e arrangiare con grande cura e determinazione il frutto di quelle jam sessions. I suoni, i ritmi, le vibrazioni, le parole e le melodie ci hanno rapito.

Questa è la missione della nostra vita. Lavoriamo, ci concentriamo e ci prepariamo, così che quando arriva l’onda più grande, siamo pronti a cavalcarla.
L’oceano ci ha regalato un’onda potente e questo album è la cavalcata che è la somma delle nostre vite. Grazie per l’ascolto, speriamo che vi piaccia. ROCK OUT MOTHERFUCKERS!”

Che dire di più del contesto e dello spirito positivo attorno al quale nasce “Unlimited Love”. 

Dentro i 17 brani, per una abbondante ora di musica, c’è tutto il mondo dei Red Hot: passato, presente e futuro. 

C’è Black Summer, pezzo essenziale, destinato a diventare un classic della band, con la chitarra eterea che sottolinea liriche introspettivi mentre il ritmo sblocca un groove di batteria ipnotico.
C’è lo stile tipico dei Red Hot in Here Ever After. C’è un super basso funk di Flea e un tripudio traboccante di fiati in Aquatic Mouth Dance.
C’è un riff funky punteggiato di magia del pedale wah in Poster Child e c’è ancora spazio per echi del passato in The Great Apes.

Il disco scorre e scorre bene. It’s Only Natural ha un retrogusto malinconico che viaggia tra suoni ipnotici e groove magnetici.

Il funk è super presente e in She’s A Lover trova il suo spazio naturale nelle chitarre di John. Un altro brano destinato a scolpirsi nella mente degli estimatori dei RHCP è These Are The Ways, tra ballad e rock serrato. White Braids & Pillow Chair è leggera e onirica, mentre l’accelerazione finale arriva con One Way Traffic.

Si finisce con Let ‘Em Cry, con un ritmo quasi reggae e una tromba che porta verso un assolo di chitarra emotivamente carico.
A seguire il jam di The Heavy Wing e la finale Tangelo, acustica e delicata, degna conclusione del disco. 

Una abbuffata di Red Hot, un disco che suona in modo omogeneo quasi come fosse una scaletta di un live, tra voglia di cantare, momenti introspettivi da luce del cellulare accesa e pogate rock e super funk. 

Questi sono i Red Hot…passato, presente e futuro! 

SCORE: 8,00

DA ASCOLTARE SUBITO

Black Summer – Aquatic Mouth Dance – These Are The Ways

DA SKIPPARE SUBITO

Naaaaaaaaaa … niente da skippare! Forse al secondo ascolto salterei qualcosa, quattro o cinque canzoni…

TRACKLIST 

DISCOGRAFIA 

1984 – The Red Hot Chili Peppers
1985 – Freaky Styley
1987 – The Uplift Mofo Party Plan
1989 – Mother’s Milk
1991 – Blood Sugar Sex Magik
1995 – One Hot Minute
1999 – Californication
2002 – By the Way
2006 – Stadium Arcadium
2011 – I’m with You
2016 – The Getaway
2022 – Unlimited Love

VIDEO

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