RECENSIONE: MANESKIN – “Teatro d’Ira – Vol. 1”

RECENSIONE: MANESKIN – “Teatro d’Ira – Vol. 1”

Nel 2018, alle prese con “Il ballo della vita“, i Måneskin avevano appena iniziato a scoprirsi e capirsi.

Nel 2021, sono cambiate tante cose per Damiano, Thomas, Victoria ed Ethan. “Teatro d’Ira – Vol. 1” è un primo assaggio del loro mondo musicale e del percorso intrapreso dai quattro giovanissimi musicisti nel trovare la propria strada e il proprio spazio all’interno dell’industria musicale.

Le premesse per questo progetto erano ottime, basti pensare alla power ballad “VENT’ANNI” (uscita lo scorso ottobre e già certificata Disco di Platino dalla FIMI) e al travolgente brano sanremese “ZITTI E BUONI“, già Disco d’Oro e “censurato” dall’Eurovision Song Contest di Rotterdam, dove i ragazzi si esibiranno a maggio. Il frutto del lavoro della band supera di gran lunga le aspettative della critica e del pubblico: siamo di fronte ad un disco profondamente rock, nudo e crudo sotto tutti i punti di vista, pensato per rendere ulteriormente bene suonato dal vivo e che convince perchè si differenzia da tutte le sonorità che stanno caratterizzando il panorama musicale odierno.  

Un punto di forza di questo album è sicuramente il fatto di essere stato scritto interamente dalla band, oltre ad essere stato registrato in presa diretta, con il preciso intento di riportare indietro le atmosfere analogiche dei bootleg anni ’70. Al centro del disco, l’Arte con la A maiuscola resta il cuore pulsante del racconto, nel rapporto conflittuale con la musica e la propria Musa ispiratrice (“LA PAURA DEL BUIO”, “FOR YOUR LOVE”), ma non solo.

Teatro d’Ira” fa emergere un forte desiderio di rivalsa, di libertà (“IN NOME DEL PADRE”), di anticonformismo, di ricerca ed affermazione di sé e della propria verità (“CORALINE”, “LIVIDI SUI GOMITI”). Esssere ventenni per i quattro musicisti significa vivere una vita di contrasti, in formato ossimoro. Lo stesso ossimoro che da il titolo all’LP, dove la calma e la tempesta coabitano e dove tutto acquista un senso diverso perchè viene lasciato spazio alla creatività, all’autenticità.

Potrete pensare che le mie parole siano esagerate, ma ieri sera, poche ore prima dell’uscita del disco su tutte le piattaforme streaming, la bassista Victoria ha postato un ricordo dal sapore nostalgico. Nel lontano 2015 aveva postato un annuncio su un gruppo Facebook, in cui chiedeva se fosse disponibile un batterista per entrare a far parte di un gruppo indie-rock/new wave con qualche inedito in cantiere. Ora, ditemi: cosa c’è di più autentico di questo?

Con questo album i Maneskin ci confermano ulteriormente che non abbiano la pretesa di emulare le grandi gesta delle più grandi leggende del rock, bensì quanto siano impegnati a scrivere la propria storia. E va benissimo così, “andando un passo più avanti ed essendo sempre veri”.

SCORE: 9,00

TRE BRANI DA ASCOLTARE SUBITO:

“ZITTI E BUONI” – “I WANNA BE YOUR SLAVE” – “LIVIDI SUI GOMITI”

TRACKLIST:

DISCOGRAFIA:

Chosen – EP (2017)
Il Ballo Della Vita (2018)
Teatro d’Ira – Vol. 1 (2021)

VIDEO:

WEB & SOCIAL:

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