Recensione: IDLES – “Tangk”

Recensione: IDLES – “Tangk”

“Tangk” è un disco di canzoni d’amore? Questo è stato il proclamo del frontman degli Idles, Joe Talbot: “Avevo bisogno di amore e così l’ho creato. Ho dato amore al mondo e sembra una magia. Questo è il nostro album di gratitudine e potere. Sono tutte canzoni d’amore. Tutto è amore”.

Pensarlo per gli Idles è un po’ difficile visto dalla scorta dei quattro album precedenti a questo. Ma il termine amore ha una accezione molto ampia nel vocabolario e ancora di più ampia in quello della band di Bristol.

Nei 40 minuti del disco, Joe Talbot pronuncia la parola amore 29 volte. Ci sarà un motivo,

Canta l’amore visto in forme differenti e contenenti sentimenti vari. Parla della gratitudine come linfa vitale, di ogni nuovo mattino come di una benedizione. Parla di “freudenfreude” – cioè l’opposto di “schadenfreude”, o “gioia su gioia”, come dice lui – meno come uno strumento che come un’arma contro un mondo che vuole diminuire la felicità, comprimerla fino a renderla controllabile.

“Tangk” è senza dubbio un album più forte del suo predecessore. La band, con il supporto e la co-produzione di Nigel Godrich (Radiohead, The Smile, Beck), dal chitarrista della band Mark Bowen e Kenny Beats (Denzel Curry, Vince Staples, Benee), è riuscita a un cambiamento di umore e a raccogliere svariate idee intelligenti e intriganti sotto il profilo musicale.

C’è un po’ di tutto nel loro composto sonoro: dalle aperture epiche di Idea 01, alla distopia di Pop Pop Pop, alla versione rumorosa del soul di Roy, fino all’inizio di archi della sconfinante Dancer realizzata insieme a LCD Soundsystem. E poi ancora la tremolante Grace, che sboccia tra  sfumature quasi  psichedeliche. il sottofondo garage-rock di Hall & Oates o le atmosfere ipnotiche e il sax  della conclusiva Monolith.

“Tangk” è una sorpresa.
Un inaspettato sviluppo per una band che sembrava forse destinata a ricalcare cliche che vedevano Talbot e soci etichettati come forgiatori solo di musica muscolare e aggressiva, vomitante la rabbia del maschio bianco. 

Ci siamo stavamo sbagliando… e allora che amore sia!  

SCORE: Voto 8,00

IDEA 01 – Voto 7,50
Gift Horse – Voto 8,00
POP POP POP – Voto 8,00
Roy – Voto 7,50
A Gospel – Voto 8,00
Dancer – Voto 8,00
Grace – Voto 7,50
Hall & Oates – Voto 7,50
Jungle – Voto 7,00
Gratitude – Voto 7,00
Monolith – Voto 8,00

I VOTI DEGLI ALTRI 

Uncut: 8,00
Rolling Stone: 8,00
Clash: 8,00
Classic Rock: 8,00
The Guardian: 8,00

DA ASCOLTARE SUBITO

POP POP POP  – A Gospel – Monolith

DA SKIPPARE SUBITO 

Una bella bombetta da gustarsi dall’inizio alla fine

TRACKLIST

DISCOGRAFIA 

2017 – Brutalism
2018 – Joy as an Act of Resistance
2020 – Ultra Mono
2021 – Crawler
2024 – TANGK

VIDEO 

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