Recensione concerto - STUDIO MURENA: jazz, rap ed elettronica in un sound unico [Scaletta e Info]

L’arte di uno chef sta nella capacità di miscelare gli ingredienti, nell’osare sapendo creare un’armonia di sapori. Poche materie prime, rielaborate con grande maestria e unite a gusti diversi, danno vita a un equilibrio perfetto tra dolce e salato, tra delicato e deciso, tra morbidezza e vigore.

Indossato il cappello da chef (o forse da mago alchimista), il quartetto milanese STUDIO MURENA fa esattamente questo: mescola e sorprende, costruendo un suono che in Italia resta unico. Gli epigoni non hanno saputo portare la loro proposta allo stesso livello, nemmeno in termini di popolarità.

Il gruppo fonde atmosfere, ritmiche e stile del jazz — o meglio del nu-jazz — con le barre del rap old school; a volte sembra che sia il rap a inserirsi nel flusso jazz, altre volte viceversa, ma poco importa. Il risultato è un blend in cui riconosci gli ingredienti, eppure la forza sta proprio nell’equilibrio calibrato.

A questa miscela si aggiunge un condimento elettronico e ritmiche marcate che rendono il sound riconoscibile. E tutto questo gli Studio Murena lo hanno portato in giro per l’Italia e stanno per chiudere il tour con cui presentano “Notturno”, il nuovo album uscito lo scorso maggio, probabilmente il lavoro più a fuoco, centrato e maturo della loro produzione.

Dal palco si viene travolti da un flusso ritmico, da barre potenti e soprattutto da un groove che ti prende allo stomaco e ti obbliga a seguirlo col corpo, con le braccia o semplicemente con la testa. La band sembra muoversi su due binari intrecciati: uno è quello del rap, con le sue liturgie e le sue esigenze; l’altro è la macchina musicale che macina suoni e sostiene le rime. Non c’è distonia, ma una profonda armonia tra i due elementi.

Il piatto elaborato degli “chef” Studio Murena non è apparentemente complesso, ma è caldo, saporito e appassionante. Ai groove si affiancano due piccoli assaggi di pop e melodia: uno di questi, “Luna piena”, è il singolo uscito recentemente con il featuring di Francesca Michielin.

In scaletta trovano spazio anche cover, semplicemente “citate” o ispiratrici oppure rivisitate — “Fragile” di Sting, “Stakes Is High” dei De La Soul, “Toxic” di Britney Spears, “Eleanor Rigby “dei Beatles — e una citazione/omaggio a Ornella Vanoni con “Domani è un altro giorno”. Non manca poi un omaggio al Maestro Piero Piccioni, di cui reinterepretano a modo loro la colonna sonora di “Scacco alla regina” (1969) di Pasquale Festa Campanile.

Inoltre Studio Murena portano in scena tre inediti, brani sperimentali presentati per la prima volta live. “Divenire” apre il concerto; “Questa Città” e “2 Dicembre” sono due crescendo: il primo intenso, che vira verso un rap duro; il secondo interamente segnato dalla voce rap.

Un concerto interessante e coinvolgente, di una band che sta acquisendo sempre più consistenza nella sua scelta musicale: originale, seppure non rivoluzionaria, e comunque meritevole di attenzione e complimenti. L’unico elemento che lascia perplessi è la collocazione della voce nel mix: spesso resta dentro la canzone, talvolta indistinguibile dal contesto strumentale. Sembra più una scelta produttiva che un problema tecnico, ma le parole faticano a emergere, anche quando, Carma semplicemente parla tra i brani.

Da seguire con attenzione.

Recensione di Luca Trambusti per musicadalpalco.com (Clicca per leggere l’intero articolo)

LA SCALETTA

Intro
Divenire
Butterbean
Vienna (interlude)
Vienna
Baba Jaga
Nostalgia (stakes)
Stakes Is High (cover)
Long John Silver
Eclissi
Marmo
Fragile (cover)
Questa Città
2 Dicembre
Arpa E Tamburo
Canne Mozze (Scacco Alla Regina)
Jazz Highlanders
Wadirum
Eleanor Rigby / rumble / Survivor (cover)
Toxic (cover)
Luna Piena
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