Dark Mode Light Mode

Recensione concerto – FRANCESCO DE GREGORI: in ogni occasione una granitica certezza [Scaletta e Info]

«C’è un album da festeggiare, non celebrare, perché celebrare porta sfiga ed è per i morti» — così dice FRANCESCO DE GREGORI dal palco, riferendosi a un disco iconico ed epocale: “Rimmel”, che compie 50 anni.

A Milano il ritorno al palazzetto da solista mancava dal 2015 — nel 2023 era stato sul palco con Antonello Venditti — e l’attesa era alta, soprattutto perché festeggiare il cinquantenario di “Rimmel”, l’album più amato del cantautore, è un’occasione preziosa, e non ha deluso.

Per l’occasione il cantautore romano ha messo in piedi un lungo tour diviso per tipologie di venue — teatri, palasport e club — che al momento lo impegna fino al 14 febbraio 2026. Dopo la prima tranche nei teatri (fine ottobre, fine novembre e poi due date a dicembre), De Gregori è passato ai palasport per due live a Milano e Roma. Poi chiuderà nei club.

Accompagnato da una band di alto livello — Primiano Di Biase (direzione artistica, Hammond, tastiere e fisarmonica), Carlo Gaudiello (pianoforte), Paolo Giovenchi (chitarre), Cristina Greco (cori), Guido Guglielminetti (basso e contrabbasso), Francesca La Colla (cori), Simone Talone (batteria e percussioni) e Alessandro Valle (chitarra, pedal steel e mandolino) — De Gregori ha riproposto l’intero “Rimmel” e, al contempo, scavato nel suo vasto repertorio offrendo alcune piacevoli sorprese.

Advertisement

La struttura del concerto è stata chiara: una prima parte con brani scelti dal repertorio, quindi il momento centrale dedicato all’album celebrato — il frammento che molti, se non tutti, aspettavano — e infine una terza parte con pezzi meno frequentati nelle setlist recenti. Dopo hit come “Cercandoun altro Egitto”, “La strada della povertà” (cover di Desolation Row di Bob Dylan) e “La leva calcistica della classe ’68”, è stato “Piano Bar” ad aprire la sequenza riservata a “Rimmel”, proponendo per primo il brano che originariamente chiudeva l’album.

Nella parte finale tra brani più noti De Gregori ha inserito due canzoni raramente eseguite dal vivo: “I matti” (da “Terra di nessuno”, 1987), tornata in scaletta nel 2024, e, ancor più “rara”, “Il panorama di Betlemme” (assente dai live dal 2016, dall’album Pezzi del 2005). «Faccio anche queste canzoni non molto note, quelle che non raccattano tanti applausi», le ha presentate l’autore.

Fuori dalla scaletta di “Rimmel” restava soltanto “Buonanotte fiorellino”, che tradizionalmente chiude i concerti di De Gregori. Tradizione rispettata: il brano ha trasformato il finale in un momento gioioso, con il pubblico che ha ballato sul valzer e ha chiuso la serata in allegria.

Nelle quasi due ore di spettacolo le canzoni sono state rivestite di nuovi arrangiamenti, senza tempo e declinati al presente, che hanno reso attuali anche le splendide cinquantenni di “Rimmel”. Brani come “Le storie di ieri” o “Pablo” mantengono una sorprendentemente attualità — quanti Pablo esistono ancora oggi? Quante persone sono costrette ad abbandonare la propria casa per lavoro? E, soprattutto, quanti incidenti sul lavoro continuano a mietere vittime? — e la versione proposta a Milano ha avuto un impatto potente, con un finale affidato all’ospite della serata, il sassofonista Amedeo Bianchi, già intervenuto in precedenza su “Le storie di ieri”.

Il concerto, all’insegna dell’eleganza e con una resa sonora insolitamente convincente per il Forum di Milano, è stato una ventata di bellezza. Pur dichiarando ancora una volta il suo sconfinato amore per Dylan prima dell’esecuzione della cover, De Gregori ha percorso strade stilistiche diverse: accenti americani evidenti in “Compagni di viaggio” (con un ottimo dialogo tra organo e steel guitar), e in “Alice” e “BufaloBill”; momenti folk, in particolare ne “Il panorama di Betlemme” guidata dalla fisarmonica. Nel complesso un bel posto al sole se l’è preso il pianoforte, accompagnato dalla chitarra elettrica. Non sono mancati momenti molto intimi: “Pezzi di vetro” è stata eseguita voce e piano, con un inizio a cappella, così come “Sempre e per sempre”.

Quello che emerge con forza è l’eleganza musicale di De Gregori unita alla potenza delle parole: i pezzi non si discutono, e non mancano. Sul palco lo si vede rilassato, a tratti commosso, ma anche empatico e comunicativo, oltre la fama che lo ha accompagnato per anni. Si concede spiegazioni e battute, dirige il pubblico nel coro di “Alice”, invita ad applaudire forte (come un rapper qualsiasi), non per sé, ma per la band — e mostra una forma ottima anche vocalmente.

Come al solito, la fermezza è granitica: una conferma delle sue grandi capacità compositive e di scrittura, nonché di un ottimo gusto negli arrangiamenti. È vero che il repertorio gli permette di spaziare, ma sui cavalli di battaglia è difficile non ripetersi — eppure De Gregori riesce ancora a non farlo.

Recensione di Luca Trambusti per musicadalpalco.com (Clicca per leggere l’intero articolo)

LA SCALETTA

Cercando un altro Egitto
Via della povertà (Desolation Row)
Atlantide
Compagni di viaggio
Deriva
La leva calcistica della classe ’68
Piano bar
Quattro cani
Pezzi di vetro
Il signor Hood (a M., con autonomia)
Piccola mela
Le storie di ieri
Pablo
Rimmel
La valigia dell’attore
I matti
Il panorama di Betlemme
Alice
Generale
Bufalo Bill

Encore:
Sempre e per sempre
La donna cannone
Buonanotte fiorellino

IL TOUR 

12 dicembre al Teatro Galleria di Legnano (Milano) – nuova data
14 dicembre al Teatro Lyrick di Assisi (Perugia) – nuova data

PALASPORT 2025

10 dicembre al Palazzo dello Sport di Roma

CLUB 2026

23 gennaio al Vox Club di Nonantola (Modena)
24 gennaio all’Estragon di Bologna
27 gennaio al Mamamia di Senigallia (Ancona)
28 gennaio al The Cage di Livorno
30 gennaio al Teatro Cartiere Carrara di Firenze
31 gennaio all’Atlantico di Roma
2 febbraio al Land di Catania
4 febbraio all’Eremo Club di Molfetta (Bari)
5 febbraio alla Casa della Musica di Napoli
7 febbraio al Dis_Play di Brescia
8 febbraio al Palmariva Live Club di Portogruaro (Venezia)
10 febbraio all’Hall di Padova
13 febbraio alla Concordia di Venaria Reale (Torino)
14 febbraio al Fabrique di Milano

WEB & SOCIAL 

@degregoriofficial

 

Previous Post

Concerti e festival per i prossimi mesi. La lista in continuo aggiornamento [Info e Biglietti]

Next Post

Intervista - ceneri: "come ortiche nel cemento" tra introspezione, elettronica e poesia visiva

Advertisement