In un panorama musicale sempre più segnato da sincretismi globali, Burna Boy non è più soltanto un pioniere dell’afrobeat contemporaneo: è ormai figura di riferimento, simbolo e megafono di una wave africana che sta ridisegnando le mappe sonore del mondo.
“No Sign of Weakness”, suo ottavo album, certifica questo status con decisione, mescolando generi, geografie e intenzioni in un affresco ambizioso e volutamente ibrido.
Damini Ebunoluwa Ogulu, il vero nome di Burna, non ha nulla da dimostrare. La sua credibilità è scolpita nei numeri – primo artista nigeriano a vincere un Grammy, milioni di ascoltatori mensili – ma soprattutto in una traiettoria coerente, capace di tenere insieme radici culturali e contemporaneità planetaria.
Qui esplora una selva di linguaggi musicali, spingendo l’afrobeat verso territori contaminati: c’è il country-pop di Change Your Mind con Shaboozey, le oscurità urban di Ta Ta Ta con Travis Scott, il rocksteady malinconico di Sweet Love, i tappeti di synth di stampo quasi anni ottanta di Kabiyesi e il samples inizale dei Soul II Soul di Back To Life in Update .
E poi c’è persino l’irruzione di Mick Jagger in Empty Chairs. Sir Jagger non è uno che si concede spesso e pertanto il tutto è innesto tanto curioso quanto simbolico di un dialogo intergenerazionale e transcontinentale.
Il rischio, però, è che questa espansione perda in profondità ciò che guadagna in larghezza. Se la costruzione sonora è raffinata – P2J e soci firmano beat cesellati con cura – i testi spesso rincorrono formule già rodate, alternando l’epica dell’autodeterminazione a riflessioni amorose standardizzate.
Bundle by Bundle e Come Gimme si fanno ricordare per la reiterazione ipnotica dei ritornelli, ma raramente sorprendono. Più riusciti, invece, i momenti in cui Burna si defila: Pardon lascia spazio all’intensità ed eleganza di Stromae, Born Winner chiude con delicatezza, tra spoken word e cori che sembrano una carezza rituale, quasi una benedizione laica.
“No Sign of Weakness” è un’opera che fotografa Burna Boy nel pieno della maturità artistica: forte della sua identità e sempre più proiettato oltre i confini, ma forse meno disposto a mettersi davvero in discussione. Eppure, anche così, resta uno degli artefici più lucidi e credibili della grande rinascita musicale africana. E forse questo, oggi, basta.
DA ASCOLTARE SUBITO
Sweet Love – Update – Born Winner
DA SKIPPARE SUBITO
Un viaggio di 47 minuti nell’evoluzione sonora africana.
SCORE: 7,00
No Panic
No Sign of Weakness
Buy You Life
Love
TaTaTa (Ft. Travis Scott)
Come Gimme
Dem Dey
Sweet Love
28 grams
Kabiyesi
Empty Chairs (Ft. Mick Jagger)
Update
Pardon by Burna Boy & Stromae
Bundle By Bundle
Change Your Mind (Ft. Shaboozey)
Born Winner
TRACKLIST
DISCOGRAFIA
2013 – L.I.F.E
2015 – On a Spaceship
2018 – Outside
2019 – African Giant
2020 – Twice as Tall
2022 – Love, Damini
2023 – I Told Them…
2025 – No Sign of Weakness