Nuovo look per RUMORE. In copertina: Giù la maschera! SAULT e gli altri senza volto

Nuovo look per RUMORE. In copertina: Giù la maschera! SAULT e gli altri senza volto

Rumore si rifà il look! Restyling grafico per il magazine musicale più autorevole della scena editoriale italiana. 

Nuova grafica ma anche nuovi contenuti e nuove rubriche, tipo I Complessi, per citarne una: interviste senza rete e spericolate a grandi protagonisti della musica italiana. La prima puntata è dedicata a una colonna delle nostre colonne, Emidio Clementi dei Massimo Volume.

Lo scopo del restyling – raccontano in redazione – è quello di aumentare i punti di vista possibilmente originali sulla musica e sul panorama culturale odierno. Questa la nostra intenzione, quanto meno, quando abbiamo deciso di rielaborare le 120 pagine del mensile che ogni 30 giorni, da oltre 30 anni, mandiamo in edicola e spediamo in abbonamento. Buona scoperta, intanto. E fateci sapere che ne pensate.

Il nuovo numero di Rumore ha come cover story uno speciale dedicato agli artisti che hanno fatto della maschera e dell’invisibilità il loro primario credo artistico. Concentrandoci sulla vicenda degli ineffabili quanto formidabili inglesi Sault, è possibile leggere un servizio polifonico che dal passato a oggi, dai Residents in giù, cerchi di raccontare quanto abbiano pesato maschere e identità sconosciute all’interno della lunga storiografia musicale. Domandandoci come sia mai possibile rimanere anonimi oggi, nell’era dei social media e dell’acceso totale. I Sault ce la stanno facendo e noi, per illustrare il tutto, abbiamo convocato il nostro illustratore di fiducia. Alessandro Baronciani ha risposto presente, realizzando per noi una copertina esclusiva e integralmente disegnata a mano: dove trovate un cast ideale, sospeso tra passato e presente, di tutti questi famosi sconosciuti del pentagramma.
A Mauro Fenoglio e Francesco Vignani il compito di firma il lungo il viaggio, particolarmente oscuro e impervio.

Una delle scene musicali più fertili in questi mesi in giro per il mondo sta invece dalle parti dell’Inghilterra e dell’Irlanda. Stiamo parlando di quel post punk affermatosi prima con Idles e Fontaines D.C. e che continua a produrre band e dischi di grandi prospettive e intensità. Il nome di punta è senza dubbio quello degli Shame: figli di quel suono anni 70 e 80 oscuro e spigoloso, iniziatori della scena, pronti finalmente a passare all’incasso con un nuovo album. Senza dimenticare il quintetto denominato The Murder Capital, direttamente da Dublino, già nostro disco del mese. Né tantomeno i britannici Italia 90, pronti a farsi conoscere (a breve tour in Italia) dopo gli esordi clandestini di qualche tempo fa. Dialogare con questi musicisti è servito a farci comprendere una volta di più l’eterna attualità di questa musica. Per questo Diego Ballani e Letizia Bognanni hanno firmato un approfondimento a quattro mani che esula i luoghi comuni della musica di oggi.

Dall’Inghilterra passiamo agli Stati Uniti, a suon di post rock: Bruce Adams, fondatore del marchio Kranky, ha di recente pubblicato un saggio dove riassume nascita e genesi della label da lui fondata nei primi ’90. Per chi ricorda nomi pionieristici come Stars Of The Lid e Labradford. Andrea Prevignano, esperto di questi suoni già dalla prima ora, si è fatto raccontare questa esperienza professionale e di vita da Adams: non solo un discografico visionario e old school, ma soprattutto un talent scout che ha fatto conoscere al mondo delle band immense. Questa è la storia principale della sezione “Retropolis”. 

Un ritorno che in tanti attendevamo con curiosità è quello degli americani Algiers – già nostri beniamini e facce da copertina, ora alle prese con un quasi concept discografico. Li abbiamo incontrati di persona a New York City, durante una presentazione speciale del nuovo album. Ricky Russo, con la sua intervista da inviato speciale, riafferma il quartetto americano fra i migliori al mondo quanto all’uso di chitarre di derivazione sperimentale. Vista poi la sensibilità politica della band e i temi da questa affrontati, ne abbiamo approfittato per fare il punto sulla resistenza afroamericana aggiornata al 2023: tra il ritorno di Zack De La Rocha dei Rage Against The Machine e le voci contemporanee che rilanciano un tema ancora e sempre al centro del dibattito occidentale.

Tantissimi, purtroppo, i defunti musicali meritevoli di un ricordo approfondito, come accade ormai da un po’: da Jeff Beck a Terry Hall, da Vivienne Westwood a Maxi Jazz dei Faithless. Nella sezione “Futura” ospitiamo progetti pieni di promesse e premesse come Kerala Dust, Pinch Points, Alex Pester, Djomi, The Haunted Youth e L’Objectif. Fra i libri vanno invece segnalati i volumi su Pier Vittorio Tondelli e The Smiths, oltre ai ritorni letterari di Haruki Murakami e Irvine Welsh. In bilico tra ristampe e libri dedicati, ci soffermiamo  poi sulla vicenda artistica dei Neutral Milk Hotel, grazie alle firme di Maurizio Blatto e Daniela Liucci. 

Recensiamo infine come sempre moltissime novità discografiche, fra cui svettano i nostri dischi del mese, entrambi fragorosi e spigolosi: da una parte i Big I Brave e dall’altra gli italiani Stormo. Oltre alle nuove uscite di Yo La Tengo, Belle And Sebastian, Gina Birch, Benjamin Biolay, Philip Selway, Clock DVA, Young Fathers, Demonio, Materazi Future Club, Gruff Rhys, The Smile, Kelela, Amadou & Mariam, U.S. Girls, In Flames, dEUS, Kali Malone, The Necks. Fra le ristampe si segnalano invece The Senders, oltre a Suzanne Vega, The xx, New Order, The Apostles, Deicide, D.O.A., Guns N’ Roses e tanti altri.  

INFO

“Rumore” 373, febbraio 2022, è in edicola: al prezzo di 8.00 euro. Disponibile anche la versione app da scaricare, per tutte le piattaforme. Buona lettura!

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