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Intervista – DUTCH NAZARI: nei miei dischi annoto la realtà mentre ci sono dentro

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C’è sempre un filo sottile che attraversa i dischi di Dutch Nazari: fatto di attenzione alle parole, analisi sociale e visione musicale.

Un’identità riconoscibile che ritroviamo anche in “Guarda le luci, amore mio”, il nuovo album in uscita il 3 ottobre per Woodworm, quarto capitolo di un percorso che ha reso l’artista padovano una delle voci più originali e letterarie della scena italiana contemporanea.

Tra ironia e disincanto, tra la cronaca sociale e l’intimità di un bar di quartiere, Dutch mette in campo una scrittura sempre in equilibrio tra politico e personale. Un linguaggio che parte dal rap ma lo oltrepassa, trasformandosi in diario critico del nostro tempo: lo scroll compulsivo dei social, la pubblicità onnipresente, le guerre lontane che ci raggiungono nei notiziari, ma anche il bisogno universale di stringersi e ritrovare senso nei legami umani.

Con la complicità di Sicket, produttore e sodale di lunga data, Dutch Nazari firma un disco che non solo riafferma la sua cifra stilistica, ma restituisce l’urgenza di raccontare un presente attraversato da luci artificiali e ombre globali.

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Lo abbiamo incontrato per farci raccontare genesi, visioni e contraddizioni di Guarda le luci, amore mio

L’INTERVISTA 

«Guarda le luci, amore mio» è un titolo evocativo e misterioso. Da dove nasce?

Il titolo viene da un libro di Annie Ernaux, che ho scoperto quasi per caso: è un diario di osservazioni quotidiane, legato alle sue visite al supermercato.
Mi ha colpito il modo in cui descriveva un mondo sempre più pubblicizzato e gasato, in cui la realtà stessa è filtrata dal linguaggio del consumo.
Ho sentito un collegamento diretto con ciò che scrivo: anch’io annoto la realtà mentre ci sono dentro. E in questo mi sono rivisto.
Nel brano che apre il disco, invece, le “luci” diventano quelle di una bomba che arriva da lontano: un’immagine metaforica, drammatica, che porta con sé la tensione di questo tempo.

La copertina ti ritrae con un carrello in salita, un’immagine che ha fatto pensare a Sisifo.

È vero, diversi me l’hanno detto. Io credo che sia un’immagine quasi da test di Rorschach: ognuno ci legge qualcosa di diverso.
Personalmente ci vedo la fatica, la salita, il peso di un carrello che non può muoversi sulla sabbia, il consumismo che ci trasciniamo dietro.
Per me il messaggio è che bisogna alleggerirsi: se non molli le zavorre, non arriverai mai dall’altra parte.

Nel disco ci sono due ospiti speciali: Willie Peyote e Levante. Come li hai scelti?

Sono entrambi torinesi, anche se non era una scelta pianificata.
I featuring sono con due persone che stimo moltissimo. La scelta non è stata casuale: non ho pensato prima ai nomi, ma alle canzoni. Ho cercato di capire chi potesse dare il contributo migliore a ciascun brano. Per “Gasati un mondo” mi serviva una penna puntuale e tagliente, e ho subito pensato a Willie Peyote. Quando poi ho ricevuto la sua strofa ho avuto la conferma che era stata un’ottima idea. Invece “Passeggeri” era una ballata più dolce, e mi sembrava che sia la voce sia la scrittura di Levante avrebbero dato un contributo prezioso. E infatti è stato così: non solo la strofa che ha scritto mi ha convinto subito, ma la mia parte preferita di tutta la canzone è il ritornello finale, in cui le nostre voci si uniscono. C’è un’unione di frequenze maschili e femminili che mi emoziona ogni volta.

C’è un brano che senti particolarmente vicino?

Islanda. È nata di getto, in modo spontaneo, quasi terapeutico. L’ho scritta in un momento di pensieri e malessere, registrata su una base presa da YouTube e messa subito online in versione freestyle. Poi l’ho recuperata, arrangiata e portata nei live. È diventata una delle canzoni più significative per me.

A un certo punto nel disco citi Panda e Ferrari. Che metafora è?

È semplice: non ti serve la Ferrari. A volte i tuoi desideri sono indotti dagli altri, costruiti artificialmente. La Panda, invece, è sufficiente. È un invito a riconoscere cosa ti serve davvero e cosa invece è solo un miraggio consumistico.

Cosa stai ascoltando ultimamente?

Quest’estate mi ha colpito molto Faccianuvola, che mi ha riempito le orecchie di cose nuove e interessanti. E poi seguo gruppi come i Kneecap, che uniscono musica e riflessione politica. Mi interessa quando la musica non è solo intrattenimento, ma dialoga con la società.

Fuori dalla musica, qual è la tua “ossessione”?

Gli scacchi. Gioco tantissimo, guardo video, studio tattiche. È un gioco che può essere crudele: puoi giocare perfettamente per mezz’ora e buttare tutto all’aria con una svista. A volte devo persino disinstallare l’app (ride). Però mi affascina, e mi ha insegnato tanto anche sulla concentrazione e sulla gestione degli errori.

Con il disco arriva anche un tour. Cosa ci dobbiamo aspettare dal live?

Dopo gli in-store partiremo a novembre nei club, con debutto all’Urban di Perugia. Negli anni ho lavorato per trovare un compromesso tra scrittura e palco: i testi devono dire ciò che voglio, ma devono anche funzionare live, muovere il pubblico, permettere di cantare insieme. Questo disco è pensato per regalare divertimento e collettività: non vedo l’ora di vedere come reagirà la gente.

Una curiosità: esci nello stesso giorno di Taylor Swift. Ti pesa la coincidenza?

L’ho scoperto a pranzo! Non conosco bene la sua discografia, ma so che è un fenomeno enorme. Non mi pesa: io non ho niente contro la musica pop e i guilty pleasure.
Taylor Swift regala emozioni a milioni di persone, e questo è già tantissimo.

IL DISCO TRACCIA PER TRACCIA 

1. Guarda le luci
Apertura quasi title track: riflessione esistenziale che trasforma la precarietà del presente in un abbraccio luminoso. Atmosfera meditativa, tra introspezione e speranza.

2. Gasati un mondo (feat. Willie Peyote)
Brano corrosivo e brillante, dialogo tagliente sul consumismo e i paradossi dell’era digitale. La collaborazione con Willie Peyote aggiunge ironia e incisività politica.

3. Sabato sera
Momento più intimo e personale: rabbia e disillusione politica si mescolano in un racconto di vita urbana, tra nostalgia e frustrazione.

4. L’eroe
Riflette sulle dinamiche di colpa e potere, mettendo a nudo tensioni interiori e sociali. Un brano intenso e riflessivo.

5. Tutti i pesci
Leggero e giocoso, esplora il tempo sospeso della scrittura e della quotidianità. Piccolo respiro poetico in mezzo alla tracklist.

6. Contrappunto
Ritratto di coppia tra armonie imperfette e momenti condivisi. Musica e parole che oscillano tra dolcezza e malinconia.

7. Passeggeri (feat. Levante)
Ballata intensa che parla di fragilità e del tempo che scorre come acqua. La voce di Levante amplifica l’emotività e rende il brano memorabile.

8. Fatto male
Cronaca di un rapporto che ferisce, introspezione dolorosa ma sincera. Ritmo più serrato e coinvolgente.

9. Anche la luna
Osservazione del mondo notturno tra malinconie pop e ricordi sospesi. Atmosfera sognante e riflessiva.

10. L’Islanda
Brano che gioca sul contrasto tra gelo emotivo e ironia disincantata. Un momento di leggerezza e distacco all’interno del disco.

11. Von Der Leyen (Freestyle)
Chiusura liberatoria e visionaria: la scrittura di Dutch si fa più tagliente, lucida e politica, riportando il disco a temi sociali e collettivi.

VIDEO 

IL TOUR 

L’album sarà presentato con una serie di appuntamenti (dieci come le tracce del disco) in tutta Italia, “Guarda le luci amore mio & Friends”, dove Dutch racconterà l’album con tanti ospiti:

04 ottobre 2025 BOLOGNA – Montagnola Republic con Cimini
05 ottobre 2025 AREZZO – Centro Onda D’Urto
06 ottobre 2025 ROMA – Discoteca Laziale con Alessandro Sahebi
07 ottobre 2025 PERUGIA – Casa Roghers con Andrea Mancini (Elephant Brain)
08 ottobre 2025 GENOVA – Giardini Luzzati con Maurizio Carucci
09 ottobre 2025 LIVORNO – Bad Elf con Vittorio Cateni
10 ottobre 2025 PADOVA – Amsterdam con Wairaki
11 ottobre 2025 LIDO ADRIANO – Cisim con Moder
14 ottobre 2025 MILANO – Ostello Bello Duomo con Carlo Corallo – NUOVA DATA
15 ottobre 2025 TORINO – Capodoglio Murazzi – NUOVA DATA

Il nuovo disco e tutta la sua narrazione dallo studio approderanno ancora sul palco, con GUARDA LE DATE AMORE MIO, rafforzando la vera e propria comunità che Dutch Nazari ha costruito negli anni, affermandosi come una delle voci più originali e letterarie della nuova scena italiana.

Sarà l’occasione per Dutch per ritrovare i suoi fan, dopo il tour estivo Una volta ogni tanto ci andrei e presentare dal vivo il nuovo lavoro discografico. Sul palco con lui Sicket (basso/chitarra), che con Dutch ha prodotto il nuovo disco, confermando il sodalizio che li unisce da molti anni, Marco Campanale (batteria) e Luigi Ferrara (chitarra/synth/tastiere).

LE DATE 

21 novembre 2025 – Perugia (Urban)
22 novembre 2025 – Padova (CSO Pedro)
25 novembre 2025 – Milano (Santeria Toscana 31)
27 novembre 2025 – Torino (Spazio 211)
6 dicembre 2025 – Livorno (The Cage)
17 dicembre 2025 – Roma (Monk)
18 dicembre 2025 – Bologna (Locomotiv)
19 dicembre 2025 – Bari (Officina degli Esordi)
20 dicembre 2025 – Lecce (Officine Cantelmo)

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WEB & SOCIAL 

https://www.instagram.com/dutchnazari

 

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