Dark Mode Light Mode

CANZONI DELLA SETTIMANA: le nuove uscite discografiche (21 novembre) #NewMusicFriday

Benvenuti a Newsic Friday Vol. 47-2025: Ecco il nostro esclusivo Newsic-rating.

È venerdì e la nuova ondata di uscite italiane travolge le playlist: Eros Ramazzotti torna con un duetto raffinato con Alicia Keys, Jovanotti gioca con groove e melodie senza tempo, mentre Rose Villain si intreccia con Annalisa in un duetto calibrato. Noemi e Lucio Corsi portano introspezione e poesia, mentre il panorama musicale si arricchisce di proposte variegate, tra pop, cantautorato e sperimentazioni sonore. Una settimana di ascolti pensata per tutti i gusti, dall’eleganza alla freschezza più immediata.

LA PLAYLIST

LE PAGELLE BRANO PER BRANO

David Byrne –  Voto 7,50 – Byrne torna ad  abbagliare con un elettro-pop lucido e beffardo, dove l’ironia politica si fa lente deformante più che slogan. La mano di Brian Eno rifinisce senza invadere, mentre Byrne danza tra satire e disincanto con eleganza obliqua. Un colpo di fioretto più che di martello.

Advertisement

Jovanotti –  Voto 7,50 – Jova gioca con il suono come materia viva: groove vivace, intuizioni melodiche fulminee e quella consueta vena sentimentale che, pur senza scarti radicali, conserva una sua luminosa immediatezza. Una coccola e esercizio di stile vitale.

Nino Buonocore –  Voto 7,50 – Nino viaggia tra raffinata eleganza, session suonate dal vivo, orchestrazioni jazzy sofisticate e una voce che continua a emozionare rendono il lavoro un inno all’autodeterminazione e alla forza dei sentimenti. Un super ritorno. 

Studio Murena – Francesca Michielin –  Voto 7,50 – Studio Murena e Michielin tessono un dialogo sonoro avvolgente: psichedelia, introspezione e tensione emotiva si fondono in un racconto d’amore totalizzante, sospeso tra luce e ombra. Un’esperienza ipnotica.

Lucio Corsi –  Voto 7,50 – Corsi tratteggia un Natale crepuscolare: immagini filmiche, figure quasi fiabesche e una malinconia che avvolge senza appesantire. La scrittura, precisa e visionaria, trasforma il quotidiano in un piccolo rito di rinascita emotiva. Arriva il Natale! 

Emma Nolde –  Voto 7,50 – Emma Nolde architetta un inno alla vulnerabilità operosa: la scrittura, tersa e senza fronzoli, smonta l’ossessione del controllo e restituisce il sollievo di un disincanto vigile. La batteria lineare sostiene un pensiero che apre invece di imbrigliare. Un passo avanti, lucido per la ragazza con la chitarra. Radiosa.

Aerosmith – Yungblud –  Voto 7,25 – L’accoppiata continua a funzionare! Riff classici e verve moderna si intrecciano, mantenendo vivo il rock senza compromessi. Un duetto che vibra di storia e attualità, senza cedimenti. Esuberante

Kneecap –  Voto 7,25 – Kneecap incendiano la pista con un detonatore bass firmato Sub Focus, trasformando la denuncia politica in miccia ritmica. “No Comment” colpisce dritto, feroce e senza filtri, più affilato manifesto che semplice club banger. Progidy style! Deflagrante.

Sick Tamburo –  Voto 7,00 – I Sick Tamburo trasformano il dolore in racconto: archi sospesi, chitarre nervose e ritornello liberatorio dipingono la disperazione di un adolescente privato dei suoi sogni. Un brano che scuote senza spettacolarizzare.

Aya Nakamura – Kali Uchis-  Voto 7,00 – Aya e Kali fondono mondi e lingue con naturalezza: groove internazionale, melodie avvolgenti e un interplay vocale che equilibra sensualità e forza pop globale. Un incontro calibrato e raffinato.

Eros Ramazzotti – Alicia Keys –  Voto 7,00 – Eros e Alicia riannodano un classico con eleganza misurata: lui timbra con il consueto calore, lei ne amplifica la tensione emotiva con una morbida autorevolezza soul. Il dialogo scivola su armonie ampie, sospese, senza mai eccedere. Un incontro luminoso che sia un “Aurora”! 

Nathan Fake –  Voto 7,00 – Nathan Fake convoglia l’eredità dei suoi primi lavori in un flusso analogico vivo e calibrato: ritmo garage-house pulsante, synth luminosi e dettagli scintillanti definiscono un’elettronica elegante e vigorosa, precisa ma mai fredda. Ipervibrante.

Dario Jacque –  Voto 7,00 – Dario confeziona un inseguimento sonoro febbrile, dove afrobeat e cinefilia ’70 si sfiorano con naturalezza, pur senza spingersi oltre il gioco di rimandi. Il fascino sta nel contrasto: groove pulsante, ombre vintage, modernità sporca. Un piccolo noir in musica. Cinetico.

Bastille –  Voto 7,00 – I Bastille confermano il suo marchio sonoro con precisione millimetrica: synth ariosi, ritmi avvolgenti e testi che oscillano tra introspezione e anthemicità. La firma del gruppo resta indelebile, coerente e riconoscibile.

Levante –  Voto 6,75 – Levante mette a nudo crepe e verità con uno sguardo lucido e senza concessioni: parole asciutte, ritmo calibrato e una tensione emotiva costante che trasforma il fallimento in strumento di consapevolezza. Un manifesto di onestà cristallina.

Marco Giudici  –  Voto 6,75 – Marco Giudici esplora i sentimenti con una grazia inattesa: testi profondi e una leggerezza paradossale conducono l’ascoltatore in un universo intimo e fragile, sfrontatamente sincero. Delicato. 

LOSTATOBRADO –  Voto 6,75 – LOSTATOBRADO firma un madrigale elettroacustico che profuma di legno e altitudine: l’intreccio tra organo cinquecentesco, rumori d’ambiente e voce crea un paesaggio evocativo, pur rischiando a tratti la contemplazione per la contemplazione. Un rito sonoro che incanta senza compiacersi

Santamarea  – Voto 6,75 – Un cammino di rinascita cantautorale con una scrittura ispirata tra paura e vulnerabilità, ma anche di velocità, istinto e libertà.  La metamorfosi emotiva c’è e anche il suono! 

Sethu – Jiz – Sayf  – Voto 6,75 – Sethu fiorisce tra synth soffici, testi sospesi e atmosfere anni sessanta. Con Jiz Sayf trasforma fragilità e rinascita in un racconto musicale coerente. Ye Ye! 

Lunatropica –  Voto 6,75 – Lunatropica intrecciano blues, esotismi e elettronica in un miraggio sonoro che affascina più per atmosfera che per slancio narrativo. “Bahia” vibra di un respiro onirico, ma il viaggio resta circolare, seducente senza davvero sorprendere. Un incanto a geometria variabile. Ondoso.

Ciliari  –  Voto 6,75 – Ciliari approfondisce il suo alt-pop nostalgico con un brano che accarezza e scalda per timbro e immaginario, ma la malinconia resta ancorata a formule riconoscibili. L’emozione arriva, pur senza incrinare davvero la superficie.

Trust the Mask –  Voto 6,75 – Un anthem abrasivo e pulsante, dove ironia e provocazione scandiscono il ritmo senza cedere al compiacimento. Tra techno e elettronica, il cantato conquista spazio e forza, oscillando tra sfida e seduzione. Audace e incisivo. Elettrico.


Vienna  – Voto 6,75 – Un sogno lucido che indaga il territorio sfuggente tra memoria e visione, una intuizione suggestiva tra pop, elettronica e breakbeat.

Santatango  – Voto 6,75 – I Satantango intrecciano shoegaze e dream pop con dark e prog in un tappeto sonoro ipnotico: scrittura immaginifica, atmosfere struggenti e muri di suono avvolgenti creano un viaggio emotivo sospeso tra ironia e introspezione. I Cure sullo sfondo! 

Tate McRae  – Voto 6,75 – Tate danza su un pop levigato e ipercontemporaneo, calibrando sensualità e pulsazioni global con tanto mestiere. Il risultato è efficace, immediato, ma raramente sorprendente: una confezione impeccabile che però non scalfisce davvero. Complessivamente patinato.

The Kid Laroi – Voto 6,75 – Laroi vira verso un R&B malinconico, più intimo che spettacolare, lasciando intravedere crepe sincere sotto la patina pop. Il nuovo corso promette profondità emotiva, ma resta sospeso tra ambizione e prudenza, senza un vero colpo di reni. Morbido! 

Rose Villain – Annalisa  – Voto 6,75 – Rose ricama il suo stile tagliente mentre Annalisa vi si incastra con naturalezza, creando un duetto magnetico che scorre con precisione estetica. L’impianto lirico resta però ancorato a formule riconoscibili, limitando l’audacia del brano. Una combinazione efficace da hit! 

Noemi –  Voto 6,75 – Noemi torna con un brano di finezza malinconica, costruito su un equilibrio fragile tra verità taciute e carezze residue. “Bianca” illumina l’istante esatto in cui l’amore scolora senza svanire. Un passo lieve nel suo stile.

Mara Sattei-  Voto 6,50 – Mara affila la propria voce in un brano di rinascita interiore: lessico asciutto, ritmo controllato e un desiderio di autodeterminazione che affiora senza enfasi, quasi in sottrazione. Una confessione in forma pop che illumina per sincerità.

Tredici Pietro –  Voto 6,50 – Tredici scolpisce un pop carezzevole pieno di venature urban, dove la vulnerabilità diventa rifugio più che cedimento. Produzione morbida, scrittura empatica un invito alla calma che consola senza sorprendere. Complessivamente garbato.

Morbici –  Voto 6,50 – Mobrici cattura l’effimero con leggerezza: melodie minimaliste, ironia sottile e un’intimità che si fa universale. Il brano scorre tra nostalgia e gioco, senza eccessi, mostrando un pop misurato e autentico.

Alek – Voto 6,50 – Alek affonda lo sguardo nelle ferite fresche, ma la ballad, pur aspra e cinematografica, resta in equilibrio prudente tra confessione e déjà-vu emotivo. La voce regge il peso del racconto più della struttura, che procede senza veri strappi. Intenso, sì, ma circoscritto.

Asteria –  Voto 6,50 – Asteria indaga la fragilità come territorio di resistenza, ma la ballad, pur cesellata e sospesa, non sempre supera la propria compostezza. La voce, intensa e vigile, regge l’impianto emotivo, mentre la produzione si limita ad accompagnare senza rischiare davvero. 

Tutti Fenomeni –  Voto 6,50 – Tutti Fenomeni affila il lessico e torna a scolpire un microcosmo di lampi verbali, ma l’incanto si incrina: la sua ironia tagliente non sempre trova un contrappunto sonoro all’altezza. Ne resta un esercizio di stile brillante ma irrisolto.

Gaia Rollo –  Voto 6,50 – Gaia trasforma l’inquietudine in un alt-folk morbido e introspettivo, ma la ballad, pur meditativa, resta intrappolata in un registro troppo composto. La scrittura illumina a tratti, senza però incidere davvero sul fondo emotivo che evoca. 

Vintage Violence –  Voto 6,50 – I Vintage Violence scavano nel punk più autentico, tra ironia e disincanto, mettendo a nudo fragilità e malinconia quotidiana. Il brano è ruvido e tenero insieme, un ritratto crudo del nostro bambino interiore. 
 
 

Clara – Ketama126 – Shune –  Voto 6,25 – Clara e Ketama126 intrecciano voci opposte con misura: dolcezza e ruvidità si sfiorano senza sovrapporsi, mentre il testo dipinge dipendenze affettive e tensioni emotive con precisione narrativa. Un equilibrio delicato ma prevedibile.

Ty1 – Guè – Nerissimo Seppia – Voto 6,25 – TY1 aggiorna Squalo senza nostalgia: beat affilato, tessitura densa e un gioco di rimandi che intreccia Guè e Nerissima con naturale ferocia. Il remake non reinventa, ma rilegge con perizia, tenendo insieme memoria e impulso contemporaneo. Un esercizio muscolare.

FRERO e LYSA – Voto 6,25 – Una ballad dal pathos calibrato, dove le voci dialogano più che esplodere, restituendo il brivido di un’intimità incrinata. La scrittura, pur suggestiva, indugia su stilemi prevedibili, lasciando il quadro emotivo più nitido che davvero audace.

Jasley – Voto 6,00 – Jasley affida a “+252” un memoir sonoro sincero ma ancora acerbo. Le immagini bruciano, sì, ma faticano a trovare una forma davvero incisiva, restando più evocazione che taglio netto. Un racconto prezioso da evolversi. 

Add a comment Add a comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Previous Post

Recensione: EROS RAMAZZOTTI - “Una Storia Importante” / “Una Historia Importante”

Next Post

CESARE CREMONINI trasforma 13 stadi in musica: il nuovo triplo album dal vivo "CremoniniLIVE25"

Advertisement