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Recensione: CRAIG DAVID - "Born to Do It (25th Anniversary)"
CANZONI DELLA SETTIMANA: le nuove uscite discografiche (12 dicembre) #NewMusicFriday
Recensione: PAKY - "Gloria"

CANZONI DELLA SETTIMANA: le nuove uscite discografiche (12 dicembre) #NewMusicFriday

È arrivata la Newsic Friday Vol. 50-2025. Come al solito, il nostro esclusivo Newsic-rating guida un percorso tra le uscite più interessanti della settimana, spaziando tra generi, atmosfere e approcci sonori che vanno dal mainstream più calibrato alle sperimentazioni più audaci.

In questa listing troverete nuovi singoli, collaborazioni sorprendenti e progetti che meritano attenzione, raccontati con il nostro sguardo critico, puntuale e appassionato. Buon ascolto!

LA PLAYLIST 

LE PAGELLE BRANO PER BRANO

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Fatboy Slim – Rolling Stones –  Voto 8,00 – Fatboy Slim consegna finalmente un cult underground: Satisfaction Skank, mash‑up di “The Rockafeller Skank” con il riff di (I Can’t Get No) Satisfaction dei Rolling Stones. Dopo 25 anni di veto e tentativi falliti, la band ha approvato il rilascio. Un incontro storico tra big beat anni ’90 e rock iconico: precisione, groove e nostalgia in un colpo solo.

Nas – Dj Premier –  Voto 8,00 – Nas e DJ Premier non lasciano spazio a esitazioni: un incontro di titani dell’hip hop che trasforma ogni beat e ogni rima in storia. Precisione, lirica e groove sono scolpiti con maestria senza tempo. Monumentale.

Marco Castello –  Voto 8,00 – Pop lucidissimo, cesellato con una grazia che non fa rumore ma resta addosso. Marco Castello intreccia melodie limpide e scrittura fine in una mistura elegante, dove leggerezza e nitore si fondono in un equilibrio raro e irresistibile.

Joe Jackson – Voto 7,50 – Joe Jackson torna con un brano che sfiora l’eco di “Cancer”, ma ripulito dal velluto jazz-latin: qui domina un groove funk ruvido, incisivo, con voce che taglia l’aria. Ironico, vigile, ancora affilato ma stiloso come pochi. 

Mumford & Son – Voto 7,50 – Un’energia istintiva avvolge il nuovo brano dei M&S. Urgente, compatto, vivo. Marcus Mumford canta resilienza e dedizione con una fermezza fragile, trasformando la spontaneità in una nuova, convincente maturità.

Gorillaz – Omar Souleyman – Yasiin Bay – Voto 7,50 – Gorillaz decolla verso nuove longitudini sonore e incrocia la strada di Damasco di Omar Souleyman e la gravitas di Yasiin Bey: un triangolo che scardina coordinate e riaccende l’estetica nomade del collettivo. Un contagio creativo che profuma di sabbia, sudore e futurismi obliqui.

Mauro Ermanno Giovanardi-  Voto 7,50 – Mauro osserva la frenesia contemporanea con uno sguardo clinico e poetico. Un brano che tra synth anni ottanta pulsa tra ansia e riflessione, tra ritmo serrato e dettagli sospesi, trasformando la corsa quotidiana in una meditazione sul senso e sull’essenza dell’essere. 

Mecna –  Voto 7,50 – Mecna scandaglia le crepe dell’intimità con la consueta malinconia. “Se finisse l’amore” distilla caos e tenerezza in un lessico sobrio, trasformando la relazione in un’architettura emotiva fragile ma imprescindibile. Un pezzo che sussurra più che dichiarare, ma colpisce.

Gemitaiz – Mace –  Voto 7,50 – Epica nel respiro, scolpita da Mace con un beat monumentale e lucidissimo, la traccia offre a Gemitaiz un terreno che amplifica la sua crescita lirica: meno furia, più controllo, più peso specifico. Un brano che unisce grandeur sonora e scrittura affilata senza perdere tensione né identità. Illuminante! 

Fred again .. – Wallfacer –  Voto 7,25 – Fred Again è un’iniezione di energia pura, battiti serrati e dinamiche che scuotono. Un brano pensato per scuotere la giornata, giocando con ritmo e tensione fino all’ultimo secondo. Adrenalinico.

Dario Jacque  –  Voto 7,00 – Dario Jacque orchestra un viaggio sonoro tra Mediterraneo e afro-beat: “La Sciroccata” scivola tra ritmi sinuosi e melodie cinematografiche, evocando noir anni ’70 e eroine tarantiniane con un’eleganza naturale e sospesa. Magnetica.

Lostatobrado –  Voto 7,00 – Un composto di elettronica, sperimentazione e cantautorato in una formula elettroacustica che sfugge a ogni dimora stabile. La forma-canzone si dilata, assorbe suggestioni e muta pelle in un ibrido vibrante, colto, visionario. Un laboratorio sonoro che respira futuro.

CousCous a colazione – Voto 6,75 – Un brano che trasforma il lutto in tessuto condiviso: dolore e amore si intrecciano, assenza e sostegno reciproco diventano melodie sottili che sostengono l’ascoltatore nel viaggio tra perdita e memoria.

Tutti Fenomeni –  Voto 6,75 – Tutti Fenomeni smonta il mito del desiderio nell’era iper-digitale con una lucidità quasi brutale: tra amore ferito e sesso ridotto a automatismo, il brano avanza come un saggio pop, interrogando la nostra capacità di sentire davvero. Visione cupa, ma lucidissima.

svegliaginevra – Voto 6,50 – svegliaginevra cuce un’intimità sospesa: “Se mi chiederanno dove sei” è un sussurro che sfiora l’assenza senza reclamarne il possesso, tra chitarre morbide e voce nuda. Un frammento emotivo delicato e preciso.

Emil Kasa – Voto 6,50 – Un risveglio emotivo: fragile, febbrile, affamato di identità. La produzione di Pablo America amplifica questo spaesamento generazionale, tra piano nudo e slanci improvvisi. Nel background Santana! 

Gaia Rollo –  Voto 6,50 – Un diario lasciato aperto sul tavolo: pagine di fragilità che si fanno canto, memorie che trovano una forma prima di poter essere lasciate andare. Un piccolo passaggio di crescita, un frammento di quotidianità che si ricompone in un racconto più ampio, condiviso.

Flam Boy –  Voto 6,50 – Flam Boy miscela spiritualità e leggerezza con naturalezza: tra echi di mistici e suggestioni cantautorali, il brano avvolge senza gravità, offrendo un’esperienza sonora che è meditazione e sorriso allo stesso tempo.

Leo Fulcro – Voto 6,30 – Un racconto sulla resistenza contro la logica della competizione sfrenata: tra testi ponderati e melodia misurata, emerge la volontà di costruire un orizzonte condiviso, dove il valore si misura in empatia più che in medaglie.

The Andre –  Voto 6,30 – Produzioni ridotte all’osso, frammenti erranti che trovano finalmente un perimetro emotivo. Fragile ma sincero, più bozzetto che manifesto. Intimista.

Paky – Baby Gang – Shiva – Voto 6,30 – Giovani, affamati, già ingabbiati nei propri cliché. Paky, Baby Gang e Shiva intrecciano introspezione e strada, ma l’identità nuova che cercano resta un miraggio intermittente: si intravede, poi sfuma. Il brano vibra di redenzione possibile, ma ancora sospesa, come un limite che nessuno ha davvero il coraggio di oltrepassare.

Don Pero – Voto 6,30 – Una confessione sussurrata, retta da un pianoforte che apre crepe più che scenari. La fragilità diventa metrica, l’orgoglio zavorra. Intimo, autentico, ma ancora trattenuto nel processo evolutivo. 

LILCR – Artie 5ive – Voto 6,25 – Artie 5ive lascia un segno visivo e sonoro: il beat scuro amplifica la presenza di LILCR, ma le liriche restano scialbe, quasi assenti. Lo stile è riconoscibile, ma il brano fatica a trovare sostanza oltre l’impatto estetico. Effimero.

Promessa – 22simba – Flaco G –  Voto 6,25 – Ruvida quanto basta da graffiare Promessa si muove con quella street credibility che non ha bisogno di proclami: battiti asciutti, flow diretto, un realismo senza maquillage. Il pezzo procede dritto, più istintivo che rifinito, lasciando intravedere una direzione ma non ancora una piena identità artistica.

Cuta –  Voto 6,25 – Cuta sferza il presente con sarcasmo feroce e una lucidità che brucia: “I bambini fanno oou” ribalta il pezz pop in una satira amara, mentre l’incrocio con Nitro amplifica visione e ruvidità. Un colpo allo stomaco che non concede tregua.

Brama –  Voto 6,25 – Brama traduce la frizione tra riparo ed esposizione in un canto teso, quasi febbrile: una confessione che evita l’autocompiacimento e distilla l’inquietudine in immagini nitide, immediate. Lucente.

Misga  – Voto 6,25 – Misga dipinge con sguardo lucido la generazione dei trentenni: sogni fragili e determinazione ostinata si intrecciano in un ritratto emotivo che oscilla tra dubbio e resistenza. Un viaggio collettivo che vibra tra intime confessioni e consapevolezza.

Cala Cala –  Voto 6,25 – Cala Cala trasforma l’insicurezza in carburante creativo: “Boy Scout” celebra la fragilità come audacia, con Macro Marco che cesella un tappeto sonoro discreto e funzionale, lasciando che parole e voce guidino la tensione emotiva.

Jacopo Sol – Voto 6,25 – Un pop misurato, introspettivo, che cresce con lentezza fino a un’onda emotiva discreta. Elegante ma prudente. 

Noirè – Voto 6,15 – Un intreccio di tre voci in un ricamo sonoro elegante, che sfiora l’invidia senza indulgere nel melodramma. Finezza timbrica e misura emotiva, ma ancora in cerca di un vero scarto narrativo.

Olivia xx – Voto 6,15 – Olivia traduce la crisi interiore in un flusso sonoro nervoso e vibrante: parole taglienti e beat elettro-acustici creano un corto circuito tra immobilità emotiva e ribollire interiore. Un ritratto spigoloso dell’ansia contemporanea.

Fasma e GG –  Voto 6,15 – Fasma e GG inseguono un pathos quasi epidermico: “Eii” vibra tra chitarre nervose e un canto che reclama autenticità più che catarsi. L’intento è nobile, la resa meno eclatante: l’emozione c’è, ma si disperde in un impianto che cerca il salto senza prenderlo davvero.

Peter Wit & Egreen  –  Voto 6,15  – Peter Wit ed Egreen incrociano timbri e furie con una naturalezza quasi programmatica: il beat di Neazy Nez pulsa denso, le punchline affilano senza compiacimenti, l’attitudine resta adamantina. Un esercizio di coerenza che però non rischia mai davvero. 

OneRepublic –  Voto 6,00 – Pop di sintesi industriale: laccato, levigato, calibrato per le playlist più che per la memoria. Gli OneRepublic consegnano un brano impeccabile ma senza polpa, un esercizio di stile che scivola via senza lasciare traccia.

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