SANREMO 2020: Le pagelle della seconda serata

SANREMO 2020: Le pagelle della seconda serata

Stasera è andata in onda la seconda serata del festival di Sanremo. Sul palco i restanti 12 cantanti.
Ancora Ferro e Andrea pronti a giudicare tutte le performance.

SANREMO 2020 SEZIONE CAMPIONI

Piero Pelù con Gigante
Ferro: strofa e ritornello troppo disconnessi tra loro. La strofa gli calza bene, ma il ritornello non funziona con la sua voce. Troppo pop per uno come Pelù.
Voto: 6
Andrea: Piero esordisce da solista all’Ariston con un trascinante e orecchiabile (fin troppo) carillon pop-rock dedicato al suo nipotino di 3 anni che però musicalmente non trova una precisa collocazione, restando piatto e senza particolari guizzi.
Voto: 6+

Elettra Lamborghini con Musica (e il resto scompare)
Ferro: se non passa in radio questo brano nulla avrà più senso. Avevo paura che restasse ferma tutto il tempo, e invece… boom, sculettamento prepotente e tutti applaudono.
Voto: 7 ½
Andrea: Esordio al Festival anche per la twerkante ereditiera, con un brano che non tradisce la sua discografia (e questo potrebbe essere per qualcuno una bella notizia e ferale per altri): tanto ritmo al sabor latino. Live perde rispetto all’incisione, ma minaccia davvero di diventare un tormentone.
Voto: 6 ½

Enrico Nigiotti con Baciami adesso
Ferro: era proprio necessario portarsi la Stratocaster dietro? Ballad che poteva andare liscia fino alla fine, ma poi tira fuori quell’assolo di chitarra che lo manda fuori strada. Da rivedere.
Voto: 5
Andrea: Dopo l’emozionante “Nonno Hollywood” personalmente credevo che Nigiotti per il secondo anno consecutivo portasse il pezzo della vita. Invece è un’altra ballad, più rock, che strizza l’occhio alle radio parcheggiandosi nel limbo degli usa-e-getta.
Voto: 6+

Levante con Tikibombom
Ferro: Levante si presenta bellissima, e l’aveva detto. Presenta un brano forte, e l’aveva detto. Non delude le aspettative. Brava Claudia.
Voto: 8
Andrea: Altra esordiente di lusso sul palco dell’Ariston: Claudia parla di chi è al margine, di chi non sa ballare il ritmo del mondo. La sua presenza scenica porta su un livello più alto un brano melodicamente riuscito a metà.

Pinguini Tattici Nucleari con Ringo Starr
Ferro: Sono troppo di parte, non posso dare giudizi.
Andrea: Fiato alle trombe, ci sono i Pinguini! Divertenti e con l’arrangiamento migliore. Sotto l’ottima forma e un refrain ripetitivo e un po’ banale, la sostanza è da ricercare. Mancava una vecchia che balla?
Voto: 6 ½

Tosca con Ho amato tutto
Ferro: la cantante romana è elegante sul palco, canta con molta leggerezza e non ha sbagliato nulla. Ma purtroppo il brano è troppo lofio per coinvolgere.
Voto: 6 ½
Andrea: Lo spazio jazz 2020 lo porta Tosca, con un piano-voce quasi tutto sussurrato, che manderà sicuramente in brodo di giuggiole i critici più à la page ma che personalmente trovo al limite dell’onanismo fine a sé stesso.
Voto: 5

Francesco Gabbani con Viceversa
Ferro: un brano musicalmente più serio rispetto a quello a cui ci abituato Gabbani. Molto teatrale sul palco e forte anche nell’estensione
Voto: 7 ½
Andrea: Dopo 2 vittorie su 2 Festival, Francesco torna con una ballad corposa che unisce al suo gusto del divertissement lessicale la raffinatezza di Pacifico per un risultato convincente, anche dal punto di vista musicale.
Voto: 7-

Paolo Jannacci con Voglio parlarti adesso
Ferro: super professionale. Scende le scale e si presenta con un inchino da direttore d’orchestra. Canta in maniera posatissima, al massimo si slaccia la giacca. Il brano è molto sentimentale, eseguito alla perfezione, mai una nota fuori posto.
Voto: 7 ½
Andrea: Uno struggente messaggio alla figlia, carico di amore e dolcezza. Semplice, delicato, intenso, live vocalmente più fragile che inciso, peccato.
Voto: 6 ½

Rancore con Eden
Ferro: Scenografia da paura. Rap di ottimo livello, ottimi incastri e nessuna rima banale. L’arrangiamento è veramente una figata. Sul palco si vede che ci crede tanto, perché non dovrebbe farlo.
Voto: 8 ½
Andrea: Il rapper Tarek Iurcich presenta un pezzo tiratissimo e non immediato, sostenuto da un arrangiamento modernissimo di Dardust (il migliore dei 24) che non rinuncia a una melodia ricca di pathos e un refrain che si appoggia su un gioco di clapping che ricorda “Soldi”. Nella guerra dei rapper, è sicuramente il vincitore.
Voto: 8

Junior Kelly con No Grazie
Ferro: rap and roll di Junior Kelly. Brano scomodo, tanta energia ma poca tecnica nella metrica. Rime toste ma semplici. Bello il sound rock della chitarra
Voto: 7 ½
Andrea: Antonio Signore si presenta senza maschera, dopo il pandemonio suscitato dai contenuti di un suo brano di 3 anni fa, “Strega”. In gara però è con “No grazie”, un’invettiva contro il populismo (non a caso ci sono chiari riferimenti a Salvini e Renzi) con sonorità rock e un ritornello martellante il giusto.
Voto: 6 ½

Giordana Angi con Come mia Madre
Ferro: voce leggermente troppo nasale, soprattutto se vuoi gridare forte in questo modo. Bell’arrangiamento, archi fondamentali per la buona riuscita del brano.
Voto: 6 ½
Andrea: Si vuol vincere facile portando a Sanremo ballad d’amore verso la propria madre. Nel refrain grida à la Noemi. Tanto, troppo pathos, quasi stucchevole.
Voto: 6+

Michele Zarrillo con Nell’estasi o nel fango
Ferro: Il brano ha carattere, ben ritmato, interpretato bene da Zarrillo. Forse ha steccato un paio di volte, ma non è un brano facile. ricordiamo che ha cantato al 1:30 di notte, povero Michele.
Voto: 7
Andrea: Con 13 presenze, il veterano del Festival prova a svecchiarsi arrivando quasi a rappare in un midtempo potente e ritmato con un ritornello vocalmente insidioso (ma non per lui). Purtroppo, il tappeto sonoro ne schiaccia le intenzioni e fa passare il testo, discreto, in secondo piano, sfuocando il tutto.
Voto: 6

SANREMO 2020 SEZIONE NUOVE PROPOSTE

Gabriella Martinelli e Lula con Il gigante d’acciaio
Ferro: Non riesco a capire se è un brano rock, pop o rap. Un pezzo confuso, con un testo pesante. Può dare molte sensazioni al primo ascolto, al secondo è già passato.
Voto: 5
Andrea: Vengono da Taranto e parlano dell’Ilva con un brano electro-rock all’acqua di rose in cui ci ficcano dentro anche il rap: il risultato è di una pesantezza rara che non invoglia a un secondo ascolto.
Voto: 5 ½

Fasma con Per sentirmi vivo
Ferro: Brano ultra-saturo di autotune, ma il ritornello esplode grazie al suono della chitarra elettrica. Una canzone molto orecchiabile.
Voto: 7 ½
Andrea: Tiberio Fazioli, rapper romano, classe 1996, si è ingoiato l’autotune ma ha confezionato un brano dal grande impatto rock, con un refrain esplosivo, perfetto per le radio.
Voto: 7

Marco Sentieri con Billy Blu
Ferro: Un brano dal testo non facile. Il bullismo non è mai un tema facile da trattare, ma il racconto fa capire esattamente dove Marco vuole andare a parare.
Voto: 7
Andrea: Dopo l’Ilva, anche il bullismo: non banale, seppure a tratti è al confine con la retorica, buon fraseggio.
Voto: 6 ½

Matteo Faustini con Nel bene e nel male
Ferro: intro parlato, coinvolgente, da ascoltare con attenzione. Ma quando inizia a cantare, è un classico brano sanremese. Ma ormai il tema dell’amore non funziona più come qualche tempo fa. La rima scontato – cioccolato non è il massimo.
Voto: 6
Andrea: Un brano di intensità e dolcezza rare, con una costruzione che parte dal reading a un’emozionante apertura melodica.
Voto: 7 ½

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