SANREMO 2019: Le pagelle dei ventiquattro in gara

SANREMO 2019:  Le pagelle dei ventiquattro in gara

Prima serata del 69esimo Festival della canzone italiana. Si aprono i giochi ma anche i voti.

Puntuale come il Natale il 25 dicembre, ferragosto il 15 agosto arriva anche quest’anno il Festival della Canzone Italiana giunto alla sua sessantanovesima edizione. Il secondo dell’era Baglioni (e l’ultimo a quanto pare). In coppia Claudio Bisio e Virginia Raffaele, entrambi con il macigno delle aspettative sulle spalle. Così, da un fittizio trampolino di lancio parte anche questo Festival che pare esser ancora una volta l’elogio alla canzone di Baglioni.

Augura un Buon viaggio, il dirottatore artistico, ovvero il Claudione nazionale. Tre giurie: Demoscopica, Sala stampa, Televoto e la classifica parziale a termine serata. Baglioni aveva promesso il termine all’1.15, non è dato sapere se di questa sera o di sabato.

Plauso alla scenografia con il palco che riapre per dar spazio al pubblico.

I ventiquattro brani in gara ascoltati, setacciati e giudicati da Andrea ed Elena. Uomini contro donne per capire quanto diversa piò essere la percezione di un brano:

FRANCESCO RENGA – Aspetto che torni
Andrea: Ottavo Sanremo per lui (il primo nel 1991 coi Timoria, vinse nel 2004 con “Angelo”). Fra gli autori Bungaro (e si sente), con cui duetterà venerdì, insieme a Eleonora Abbagnato. Il brano è abbastanza classico, con crescendo tipicamente sanremese; Francesco è emozionato a cantare di sua madre, scomparsa poco prima che lui compiesse 19 anni. Coraggioso a mostrare così la sua fragilità ma il brano non è immediato e resta un po’ in canna. Voto 6 e mezzo

Elena: Un Francesco sottotono. Un brano inconsistente, decisamente meno potente di quell’Angelo che diede gloria all’ex frontman Timoria. Lascio perdere la questione intonazione, perché suRai 1 in prima serata l’ex coach di The Voice ha dato vocalmente forfait . Voto 5.

NINO D’ANGELO E LIVIO CORI – Un’altra luce
Andrea: Fra le firme, c’è Big Fish. Per Nino è il sesto Festival, debutto per Livio (sarà davvero Liberato?). Nino si mette gioco su una base r’n’b e un pizzico di autotune. L’audio non sembra il massimo ed è un peccato perché è difficile giudicare un brano sicuramente non banale come questo da un primo ascolto (e la mia conoscenza del napoletano è molto scarsa).Venerdì saranno accompagnati dai Sottotono.Voto 7-

Elena: La strana coppia. Brano che non parte mai davvero, gli incastri live funzionano fino a un certo punto, e quel punto non è la sufficienza. Sicuramente un brano poco radiofonico, che siano loro il vero underground che ci aspettava da questa edizione del Festival? Si necessita un secondo ascolto.Voto 5

NEK – Mi farò trovare pronto
Andrea: Filippo è al quarto Sanremo. La canzone è prodotta da Luca Chiaravalli e vede fra le firme Paolo Antonacci (il figlio di Biagio). La firma di Chiaravalli si sente, è sul solco di “Fatti avanti amore” (forse pure troppo), giusto un po’ più sporca nel sound. Melodia e ritmo meno coinvolgenti del 2015, però. Ci si aspettava un po’ più di impegno. Venerdì salirà sul palco con Neri Marcorè. Voto: 6-

Elena: Al caro Filippo gli è ormai cara la cassa in quattro. Brano sicuramente catchy e accattivante delle onde radio ma non solo. Nek una garanzia per dare lo scossone ritmico che ci si aspetta da questo Sanremo. Sicuramente un brano che diventerà hit, bissando il successo di “Fatti avanti amore”. Voto 6

THE ZEN CIRCUS – L’amore è una dittatura
Andrea: La prima scheggia impazzita di questo Festival dal forte sapore indie.
Inizio carillon, subito sorretto da un ritmo martellante e da un profluvio di parole che bisogna prendersi 2 giorni di ferie per non perderne il filo. Un po’ troppo “famolo strano a tutti i costi” ma farlo all’Ariston è comunque una bella scommessa. Finale scoppiettante. Personalmente il timbro di Andrea Appino non mi esalta ma incisi guadagneranno.Venerdì saranno con Brunori Sas. Voto: 6 e mezzo

Elena: Gli Zen fanno gli Zen. Cresciuti, ma rimangono coerenti con ciò che sono e sono sempre stati, seppur cresciuti. Un brano apparentemente senza ritornello che pesa bene le parole per un ritmo incessante, senza respiro. Brano che non si è lasciato addomesticare dalla grande macchina del festival. Voto 8

IL VOLO – Musica che resta
Andrea: Secondo Sanremo per loro (vinsero nel 2015). Firma anche Gianna Nannini, oltre ad Antonello Carozza e Piero Romitelli.Al confine come sempre fra l’essere pomposi ed epici, provano a essere un po’ più pop rispetto a “Grande amore” ma risultano più piatti, con buona pace della Nannini e del gran finale.Venerdì si esibiranno accompagnati dal violino di Alessandro Quarta.Voto: 6

Elena: Ed è un lungo flashback di anni che furono. Sicuro podio (purtroppo), che non rappresenta altro che l’ennesima sconfitta per la musica italiana di proporre qualcosa di diverso soprattutto all’ESC. Brano che non resta (scusate la citazione), che sicuramente la casalinga di Voghera apprezzerà, ma che nel 2019 non rappresenta ormai alcuna novità anche quel chitarrone anni 80 riuscirà a salvarlo, ma si sa… Il qualunquismo (citando gli Zen) è cosa nota. Voto 4

LOREDANA BERTE’ – Cosa ti aspetti da me
Andrea: Festival n.11 per festeggiare 40 anni di carriera, dopo i fasti estivi di “Non ti dicono no” coi Boomdabash (ora qui rivali). Firmano Gaetano Curreri e Gerardo Pulli. Fa quello che ci si aspetta più prevedibilmente da lei con un pezzo di Curreri: Vasco in minigonna. Melodia un po’ meh ma il bridge finale solo voce dà il giusto brivido. Il verso all’inizio “Per essere seduti qui” è un auto-omaggio a “Non sono una signora”? Venerdì duetterà con Irene Grandi. Voto: 7

Elena: La Bertè, la regina. Una donna che ha saputo rialzarsi dalle sue ceneri, tornare sulla cresta dell’onda, credibile e coerente sempre con il suo essere. Un brano che non strizza l’occhio al classicone sanremese ma dalla regina del Rock ci si aspetta di tutto. Un brano che solo una donna con la personalità di Loredana può sostenere. Orecchiabile al punto giusto, sicura playlist personale. Voto 8

DANIELE SILVESTRI – Argentovivo
Andrea: Firma anche Manuel Agnelli, presente nella serata dei duetti. Oggi e per tutte le serate lo accompagna il quotato rapper Rancore.Uno spoker impegnato e impegnativo dall’atmosfera dark che musicalmente si regge da un bel giro d’archi e una batteria cadenzata. Brano perfetto per far andare in brodo di giuggiole i critici e per lasciare perplesso il televoto. Io sto nel mezzo.Voto: 6 e mezzo

Elena: Bentornato al Silvestri de “Il mio nemico”. Autore impegnativo e impegnato cofirmatario con Agnelli di un brano di difficile digestione. Uno spoker diretto, crudo e cruente. Un brano che disturba come quel boccone amaro che fatichi a digerire e ti obbliga a porti delle domande. Daniele Silvestri non è mai banale nel testo, nel suono, nella mimica. Incisivo e grazie Rancore. Voto 8 e mezzo

FEDERICA CARTA E SHADE – Senza farlo apposta
Andrea: Brano costruito ad hoc per sembrare carino anche sul palco dell’Ariston con un rap all’acqua di rose e il solito refrain un po’ gridato da una fanciulla. Funzionale, ma solo fino a un certo punto. E prevedibile e adolescenziale.Venerdì canteranno con la regina dei cartoni animati, Cristina D’Avena. Voto: 5 e mezzo

Elena: Quota teen. Sicuro successo radiofonico per il rapper che usa rime alla Fedez e la giovanissima Federica che riesce al secondo tentativo. Brano semplice, peace and love tanto che lo canti subito quel ritornello che volente o nolente ti si incolla in testa. Voto 6.

ULTIMO – I tuoi particolari
Andrea: Torna a Sanremo dopo aver vinto lo scorso anno fra i Giovani. Parte da favorito dopo un anno di successi, può solo perdere. Inizio piano voce cadenzato, ritornello a melodia aperta, vocalmente impegnativo ma lui regge bene. Il brano non è rivoluzionario ma funziona, con una maratona finale noteva ma forse non abbastanza per sollevare il leoncino (ha scritto di meglio nel suo repertorio). Venerdì canterà con il suo amico, Fabrizio Moro. Voto 6 e mezzo

Elena: Ultimo inizia a giocare tra i grandi. In realtà ha già iniziato da dopo lo scorso Sanremo. Eppure qualcosa è cambiato, la fine di un amore storico, e la dichiarazione di intenti portata sul palco dell’Ariston. Autore di canzoni d’amore usando quella semplicità che conviene alla sua età e che fa apprezzare il cantautore romano anche a chi è indubbiamente più grande di lui. “I tuoi particolari” andrà tra i preferiti di molti ascoltatori, seppur la potenza di Pianeti la ricordiamo tutti. Voto 7.

PAOLA TURCI – L’ ultimo ostacolo
Andrea: Veterana: come per la Bertè, Sanremo n.11 per lei (vinse nel 1989 tra gli Emergenti con “Bambini”). Anche qui, come per Nek, la firma di Luca Chiaravalli, per un pop-rock dal gusto anni ’90 che resta a metà strada fra melodia e ritmo. Con la voce gratta un po’ ma compensa con la personalità (sua, del brano meno).Venerdì sarà accompagnata da Giuseppe Fiorello. Voto: 6+

Elena: Paola fa Paola, elegante e composta con voce decisa. L’ultimo ostacolo meno intimista eppure funziona. Fragili ma sempre in verticale. La forza di rialzarsi, di resistere. Tanto che la canti già dal primo ascolto. Voto 7

MOTTA – Dov’è l’Italia
Andrea: Uno dei cantautori migliori del nostro Paese, si presenta con un brano intenso fra amore e politica. Ritmo, passione e una capacità comunicativa dritta ed efficace (nonostante un ritornello un po’ ripetitivo).Venerdì duetterà con Nada.Voto: 7+

Elena: Dov’è l’Italia?, Mi sono perso. Quando l’underground entra in radio (ormai da un paio di anni) funziona. Il motivo? la poca banalità di testi e parole. La riflessione. Dov’è l’Italia è questo, fra chi vince, chi perde e chi non se la sente. Uno spaccato di uno stato d’animo che in molti stiamo vivendo e se poi è anche orecchiabile cosa devi dire? Non resta che cantarla a grande voce. Voto 8 e mezzo. 

BOOMDABASH – Per un milione
Andrea: Tra gli autori Federica Abbate e Cheope, il figlio di Mogol. Dopo 2 note capisci che è un tormentone estivo fuori stagione dal rimo reggae e molto fresca. Il problema è che manca una voce dalla grande personalità e graffiante come quella della Bertè. Non potevano scambiarsi le canzoni? Andrà comunque in radio.Venerdì si esibiranno con Rocco Hunt e i Musici Cantori di Milano. Voto  6+

Elena: Claudione è riuscito a sdoganare dopo anni ancora il reggae in prima serata a febbraio sulla Mamma Rai. L’estate è dietro alle porte no? “Per un milione” sicuramente nelle posizioni alte delle chart e ti obbliga ad ancheggiare anche se sul divano di casa con panza all’aria. Voto 7 

PATTY PRAVO CON BRIGA – Un po’ come la vita
Andrea: Firmata anche da Zibba e Diego Calvetti. Per lei è il decimo Sanremo (si è portata a casa 3 Premi della Critica), lui è al suo esordio. La coppia sulla carta pare male assortita e sul palco lo è pure di più, specie lei che con queste treccine sembra Eddy Grant ossigenato. 5 minuti in attesa che l’orchestra attacchi e problemi tecnici per un’esibizione da dimenticare. Peccato perché la melodia non sarebbe nemmeno malvagia. “Sono venuta a fare un passeggiata o a cantare?”. È esattamente quello che ci chiediamo anche noi. Venerdì si unirà a loro Giovanni Caccamo (auguri). Voto: 6 al brano, 4 all’esibizione e all’unione dei 2.

Elena: Patty è una che si mette in gioco dal’ epoca del Piper. Briga non fa Briga ma canta (anche) . Un duo provocatorio indubbiamente per un brano sanremese che lascia il responso al secondo ascolto. Voto 6 

SIMONE CRISTICCHI – Abbi cura di me
Andrea: Torna per la quinta volta all’Ariston dopo la vittoria nel 2007 con “Ti regalerò una rosa”. Simone torna quando sente di avere qualcosa da dire e a questo giro è così: un brano teatrale sulla fragilità, diretto e sincero, che tarda un po’ troppo ad aprirsi, con un che di epico e tragico al contempo. Venerdì duetterà con Ermal Meta. Voto 7 e mezzo

Elena: Simone intenso, Simone ci eri mancato. Ed ecco la mia quota lacrima ed ecco il brano che dedicherò, che canterò, che lascerò in macchina in loop a volume alto quando fuori piove ma anche quando c’è il sole. Ecco cosa vuol dire scrivere una canzone, una dichiarazione, che parli d’amore senza risultare banale, mai. Simone ci eri mancato, mi eri mancato. Voto 9. 

ACHILLE LAURO – Rolls Royce
Andrea: La seconda scheggia impazzita del Festival (i nonni a casa terrorizzati): spiazza tutti con un brano rock anni ’70 citazionista e con il prevedibile mood scazzato il giusto (con tanto di autotune). Se non è altro è una boccata d’aria fresca, anche se a dir poco ripetitiva.. I casi sono due: o sarà un flop colossale o un tormentone, niente vie di mezzo.Duetterà con Morgan, per un risultato assolutamente imprevedibile. Voto: 4, 6 e 7 (shakerateli a vostro piacimento)

Elena: Ricordate il discorso della casalinga di Voghera? Ecco penso che Lauro sia l’antitesi a tutto ciò che potrebbe passare tra le sue quattro mura. Lauro non fa il trapper, seppur autotune accennato sul penultimo inciso e questo per me nota di pregio. Rolls Royce è una canzone paracula, inutile raccontarcelo, che su quel palco (ma meglio in radio) funziona. Voto 6 e non ci credo neanche io 

ARISA – Mi sento bene
Andrea: Sanremo n.6 per lei (ne ha vinti 2). Fra musical, Raffaella Carrà e sountrack disneyana; come fil rouge una voce meravigliosa che è ormai un diapason acclarato. Il risultato finale però è un effetto confusione di un patchwork un po’ forzato a cui manca forse il coraggio di andare fino in fondo (meritava una cassa ancor più dritta). Comunque, fa stare bene.Duetterà con Tony Hadley e i Kataklò. Voto 7-

Elena: Rosalba non sbaglia mezza nota, mai. Sanremo le calza a pennello eppure finalmente ritrova la spinta di “Sincerità”, mischiata all’intensità iniziale de “La Notte”. “Mi sento bene” è un pezzo da ballare, provare a cantare sotto la doccia con la voce delle persone normali. Però, lei, oh, il metronomo l’ha ingoiato insieme coi primi Plasmon. Voto 7

NEGRITA – I ragazzi stanno bene
Andrea: È la sezione in cui tutti dicono di stare bene; beati loro. Qui tra gli autori compare anche Il Cile. Pau & co sono solo al secondo Sanremo e già hanno fatto discutere su alcune frasi apparentemente “politiche” (echissenefrega). Suonano (e fischiettano) bene per un brano pop-rock onesto e vibrante, supportato da un giro d’archi efficace. Venerdì si esibiranno con Enrico Ruggeri e Roy Paci.Voto: 7

Elena: Tornano i Negrita cresciuti, adulti. Tornano i Negrita, educati e composti, a metà tra le ballad che furono e il piglio dell’ultimo disco. “I ragazzi stanno bene senza accontentarsi, diciamo solo un po’”. Ci si aspettava quel sogno che fu “Ho imparato a sognare” più che la disillusione. Voto 6 –

GHEMON – Rose viola
Andrea: Altro esordiente al Festival, un mix di soul e hip hop per raccontare una storia d’amore dal punto di vista femminile. Stile ed eleganza, qualche nodo in gola (non solo nel testo) ma manca la zampata vincente.Venerdì restituirà il favore dell’anno scorso, esibendosi con Diodato, insieme ai Calibro 35. Voto: 6 e mezzo 

Elena: Il flow è quello de “Il temporale”. Ghemon convince. “Rose Viola” ha un buon R&B scritto con la visione di una donna e funziona anche se io Ghemon lo preferisco quando viaggia su barre.  Voto 6 e mezzo 

EINAR – Parole Nuove
Andrea: Nulla di personale, ma è un po’ il miracolato del Festival (ciao Federica Abbate) ma il fatto che tutti i critici lo massacrino me lo fa già più simpatico. Tra gli autori Tony Maiello (ma non sono certo voglia che venga diffusa la notizia). Scherzi a parte, nemmeno così terribile, vocalmente se la cava e la base tenta di dare un pizzico di contemporaneità a un brano anonimo che gioca ancora sulle rime cuore/amore).Venerdì duetterà con il suo compagno di banco ad Amici, Biondo. Voto: 6–

Elena: La visione in HD del classico detto “Il passo più lungo della gamba” e “Parole Nuove” è un brano di cui avrei fatto a meno. Senza onta e senza gloria.  Voto 5

EX OTAGO – Solo una canzone
Andrea: Tra i meno conosciuti al grande pubblico nonostante una gavetta niente male (17 anni), la band genovese porta all’Ariston il loro indie-pop onesto e piacevole ma forse, per sfondare davvero, serviva qualcosa di più consistente (anche se il verso “scoprire nuove tenebre tra le tue cosce” ha il suo perché).Venerdì duetteranno con Jack Savoretti (e potrebbe impreziosirli non poco). Voto: 7

Elena: E gli Ex-Otago si fanno cantare e risultano amanti credibili quando l’amore non è giovane, cantando l’abitudine di coppia. Playlist e dediche sui muri di scuola comprese. Se poi c’è l’abbraccio finale alla presunta fidanzata, mi hai conquistata senza tanti per favore.  Voto 6 mezzo

ANNA TATANGELO – Le nostre anime di notte
Andrea: Ottavo Festival, nel 2002 ha vinto a 15 anni nei Giovani con “Doppiamente fragili”. Qui porta una classica canzone d’amore, probabilmente autobiografica, vocalmente impegnativa (ma la voce per lei non è mai stato un problema). Tra tante proposte pseudo-alternative e intellettualoidi è una quota importante (almeno a livello televisivo), pur non essendo un brano indimenticabile. Duetterà con Syria. Voto: 6

Elena: Anna fa la Tatangelo. La Tatangelo fa Anna. “Le nostre anime di notte”, un brano che non dona e non toglie, rimane lì in sospensione come quella canzone già sentita e risentita. Voto 5-

IRAMA – La ragazza dal cuore di latta
Andrea: Secondo Festival per l’ultimo vincitore di Amici (nel 2016 tra i Giovani). Spinge forte sul tema (violenza domestica) in modo non banale e scontato. Espressivo, anche se al limite con la voce sul refrain (dove lo supporta un bel coro gospel, anche se è francamente un po’ debole). Tra i candidati alla vittoria. Venerdì duetterà con Noemi (e potrebbero sorprendere). Voto: 6 ½

Elena: Testo importante quello della violenza domestica. Toccato di striscio, apparentemente. Irama è uno che con le parole ci sa fare, sia chiaro, il brano arriva e disturba con quel cuore in pancia, lividi, cravatte.  Voto 7. 

ENRICO NIGIOTTI – Nonno Hollywood
Andrea: Sanremo n.2 per lui (era nei giovani nel 2015), ex Amici, ex X-Factor.Si è già aggiudicato il premio Lunezia per il miglior testo e non a torto, in fondo. Semplice, espressivo, emozionante. E poi una bella costruzione. Chi non ama i nonni? Assolutamente da tenere d’occhio per il podio…Venerdì si esibirà con Paolo Jannacci e Massimo Ottoni. Voto: 8-

Elena: Generazioni a confronto, città che mutano, valori di un tempo. “Nonno Hollywood” rientra tra le quote lacrime, perché ci sono ricordi che viaggiano tra le note ed immagini di quel ponte che crolla e degli idoli da scaricare. Il disagio di una generazione che non riusciamo a capire e sentire. Enrico mira e centra il bersaglio.  Voto 8. 

MAHMOOD- Soldi
Andrea: Prodotta da Charlie Charles e Dardust per un mix esplosivo di elettronica, reggae e r’n’b. Al suo secondo Sanremo (nel 2016 fra i Giovani), Alessandro fa davvero sul serio, e con coraggio: personalità, voce, ritmo, testo, presenza scenica, sound contemporaneo. C’è praticamente tutto, tranne un brano che possa accontentare un pubblico più generalista. Venerdì duetterà con Gué Pequeno. Voto: 7 e mezzo

Elena: Alla voce non pervenuto. Eccolo Mahmood, brano di cui si poteva fare a meno, restringendo i tempi abissali di questo Festival. “Soldi” ci prova, ma neanche ammiccare funziona se si ruota intorno al nulla cosmico.  Voto 4. 

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