“La Pioggia che non cade mai” è qualcosa di atipico per la discografia attuale. Raffinato, ricercato, elegante. Un disco di musica d’autore ricercata, suonata, composta, arrangiata.
Sgomberiamo il campo dai fraintendimenti: definire questo lavoro “raffinato” è una pigrizia lessicale che non rende giustizia alla sua sostanza. Le tredici tracce sono partiture che rifiutano l’algoritmo, costruite con la pazienza del restauratore. Laddove il pop odierno urla per farsi notare nei primi tre secondi, Cammariere sussurra, costringendo l’ascoltatore a sporgersi verso le casse, a fare uno sforzo di attenzione ormai desueto.
Il sodalizio con Roberto Kunstler si conferma non come una collaborazione, ma come una simbiosi psichica. Non c’è scollamento tra la sillaba e la nota: jazz e canzone d’autore si fondono in un interplay che evita accuratamente la trappola del “sottofondo chic”. I temi trattati – la memoria, l’assenza, l’amore come patologia benigna – sono declinati senza quel sentimentalismo zuccheroso che ammorba le classifiche. È malinconia, sì, ma asciutta, adulta, priva di autocommiserazione.
Musicalmente, l’album è un’istruttoria sulla competenza. La sezione ritmica è affidata a Alfredo Golino e Amedeo Ariano (batteria), coadiuvati da contrabbassisti del calibro di Ares Tavolazzi, Luca Bulgarelli e Alfredo Paixão. Non stiamo parlando di semplici turnisti, ma di architetti del suono che costruiscono fondamenta antisismiche su cui il pianoforte di Sergio può permettersi ogni divagazione. Gli interventi di Giovanna Famulari al violoncello e Daniele Tittarelli al sax soprano non sono “coloriture”, ma fenditure necessarie nel tessuto armonico, mentre le chitarre di Christian Mascetta aggiungono una grana materica al tutto.
C’è chi potrebbe accusare Cammariere di staticità, di suonare “musica di altri tempi”.
L’accusa è ricevibile, ma va ribaltata: in un’epoca di obsolescenza programmata, la coerenza stilistica di Cammariere è un atto importante. “La Pioggia che non cade mai” non cerca di sedurre la Gen Z, né prova imbarazzanti ibridazioni per sembrare giovane.
È un disco di “haute couture” sonora, artigianale e analogico, che offre asilo politico a chi cerca ancora tepore e complessità armonica in un mondo che sembra aver smarrito entrambi. Un’opera di rassicurante bellezza, che non stupisce per innovazione, ma disarma per la sua inappuntabile classe.
TRACCIA PER TRACCIA
1.“L’amore è tutto”. Una dichiarazione che si inserisce nella tradizione delle ballate romantiche classiche, la celebrazione di un amore che resiste al tempo.
2.“La pioggia che non cade mai” è una ballata visionaria che invita a una riflessione sulla necessità di un diverso atteggiamento dell’uomo nei confronti dell’ambiente e della natura.
3.“La voce del cuore” è un brano minimalista con la capacità di esprimere l’essenziale: la ricerca di equilibrio tra cuore e mente. La struttura modale della canzone, la ritmica e l’orchestrazione rimandano a echi di prog alternativa.
4.“Come una danza”. L’ignoto, il sogno, l’amore, la salvezza. La verità che si trova dentro e non fuori di noi. Nell’arrangiamento il piano e gli archi sostenuti da un insolito ritmo reggae – pop.
5.“Una lunga attesa” affronta con sensibilità e trasparenza il tema dell’assenza, del rimpianto e del desiderio di riconciliazione. Racconta l’amore nella sua forma più vulnerabile: quella del ricordo, del dubbio e del coraggio di sperare ancora.
6.“Il fiume scende giù” è un brano profondamente simbolico, ispirato alla poesia di Gibran, costruito sull’immagine del fiume come metafora dell’esistenza. Il pianoforte, la voce, il ritmo mediterraneo e la tessitura armonica degli archi in forma classica sono il paesaggio di questa visione.
7.“Certe storie ritornano” è la ballad del disco, un brano che esplora il territorio emotivo del ritorno, della memoria e dell’amore che resta, nonostante il tempo, la distanza o l’incertezza.
8.“Cosa sarà mai di me” Ballata dall’andamento andaluso che affronta la fine di un amore attraverso memorie, rimpianti, domande e tentativi di ricominciare.
9.“Come un sogno” è un altro brano che esplora i territori dell’amore: ciò che resta, ciò che svanisce e ciò che continua. Il ritmo di bolero, il piano e la voce creano un’atmosfera morbida, una canzone antica fuori dal tempo.
10.“Qualcosa che ho lasciato dietro me” è il brano più pop dell’album. Parla dell’amore e del suo mistero come di una luce lontana che non si spegne mai.
11.“Un segreto d’amore” Una promessa custodita come un segreto. Una canzone luminosa, una lettera d’amore a cuore aperto. Una musica solare con forti richiami al suono pop e contemporaneo.
12.“L’incerta realtà”. Da una parte una realtà inafferrabile e in continuo cambiamento e dall’altra la certezza di un amore destinato a durare. Tra la fragilità dei sogni e dei ricordi “La sola ipotesi di felicità”.
13.“Davanti all’infinito” è il brano più lirico della raccolta, un brano essenziale e minimalista. Musica e poesia senza luogo e senza tempo.
SCORE: 7,25
DA ASCOLTARE SUBITO
La Pioggia che non cade mai – Come una danza – Una lunga attesa
DA SKIPPARE SUBITO
Poco meno di una ora di musica di qualità. Raro in questi ultimi anni!!!
TRACKLIST
LA DISCOGRAFIA
1993 – I ricordi e le persone
2002 – Dalla pace del mare lontano
2004 – Sul sentiero
2006 – Il pane, il vino e la visione
2009 – Carovane
2012 – Sergio Cammariere
2014 – Mano nella mano
2016 – Io
2017 – Piano
2019 – La fine di tutti i guai
2021 – Piano nudo
2023 – Una sola giornata
2025 – La pioggia che non cade mai