Recensione: BLUR – “The Ballad of Darren”

Recensione: BLUR – “The Ballad of Darren”

La copertina di un disco, così come il suo titolo sono, ancor prima che la musica stessa, elementi distintivi che servono, spesso, come una mappa per agevolare il successivo ascolto. 

Nel caso di “The Ballad of Darren”, il disco che vede tornare dopo otto anni i Blur con nuova musica, cover e titolo sono fondamentali per meglio capire nella sua globalità il senso dell’opera musicale.

La copertina è una immagine perfetta. Appena ho sentito il disco ho pensato che fosse la sintesi visiva di quello che Damon e soci volevano comunicare.

La foto è uno scatto del fotografo Martin Parr fatta nel 2004 a Gourock Lido in Scozia che ritrae un nuotatore solitario, Ian Galt, in una piscina di acqua salata costruita direttamente sulle rive dell’estuario del Clyde a Inverclyde.

Il contrasto tra la incerta nuotata solitaria di Ian, la torretta del lifeguard sguarnita e la luminosa piscina blu con la natura minacciosa del cielo tempestoso e le acque agitate del fiume sul fondo creano materiale visivo che accompagna lo svolgimento di un disco fatto di contrasti forti, di pensieri, di dettagli, riflessioni, nostalgia e ripensamenti. 

Così come il titolo “The Ballad of Darren” è evocativo.  Darren “Smoggy” Evans è l’ex guardia del corpo della band. Un personaggio che ha vissuto la tutta la storia dei Blur e soprattutto quella di Damon Albarn accompagnandolo e “proteggendolo” in tutti questi anni. 

Un lungo preambolo necessario per inquadrare il disco. Un disco fatto da quattro cinquantenni di Colchester. Damon e Alex ne hanno 55 di anni, Graham un anno in meno e Dave quasi sessanta. A quell’età i bilanci e le riflessioni sulla vita vissuta e vita da vivere sono all’ordine del giorno. Quasi come una piscina apparentemente calma con una tempesta che incombe sul retro.

I dieci nuovi brani, per un totale di 36 minuti, attraversano la storia della band e forse più la storia di Damon e ne cristallizzano il punto in cui ora si trovano. Una elegante e sottile malinconia nostalgica che si sente ovunque nel disco. 

Un disco che racconta il tempo che passa, racconta di persone che sono andate via, transitate, perse, racconta degli errori, degli amori e anche racconta del futuro, della voglia di essere quelli di sempre, i ragazzini che volevano spaccare il mondo con la propria musica. 

“Ho guardato indietro nella mia vita e l’unica cosa che ci ho visto è che non tornerai” canta Albarn nel pezzo d’apertura The Ballad.

Il disco ammalia e affascina un cinquantenne come loro, ma penso possa fare breccia anche su chi ha ancora la vita tutta lì da spendere! 

Un disco dove non c’è nulla di scontato. Perfetto e minuzioso nei suoni, denso e intenso sotto il profilo lirico. 

Il disco che mi aspettavo dai Blur, la loro evoluzione, la loro saggezza, il loro stato dell’arte.
La ballata di Damon sul bordo di una piscina in attesa del temporale come nel finale di The Heights. 

SCORE: 8,00

I VOTI DEGLI ALTRI 

The Independent: 10,00
Clash music: 9,00
The Guardian: 9,00
Mojo: 8,00
Nme: 8,00
Pitchfork: 7,20

DA ASCOLTARE SUBITO

St Charles Square – Barbaric – Avalon 

DA SKIPPARE SUBITO

Non ci penso nemmeno!

TRACKLIST

The Ballad
St Charles Square
Barbaric
Russian Strings
The Everglades (For Leonard)
The Narcissist
Goodbye Albert
Far Away Island
Avalon
The Heights

LA DISCOGRAFIA 

1991 – Leisure
1993 – Modern Life Is Rubbish
1994 – Parklife
1995 – The Great Escape
1997 – Blur
1999 – 13
2003 – Think Tank
2015 – The Magic Whip
2023 – The Ballad of Darren

VIDEO 

WEB & SOCIAL 

www.blur.co.uk

 

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