Recensione: BJÖRK – “FOSSORA”

Recensione: BJÖRK – “FOSSORA”

Che Björk non sia la musicista della porta accanto, è cosa nota. Il punto è che non è nemmeno la musicista delle case vicine, del quartiere confinante, della stessa città, dello stesso mondo che abitiamo noi. 

Björk è una creatura a sè. Non assomiglia a nessuno, vive lontana anni luce da noi, non subisce il passare del tempo, realizza cose che hanno lo stesso effetto di un linguaggio criptato proveniente dallo spazio più profondo e lontano: incomprensibili ed insieme affascinanti, sublimi nel loro essere inquietanti e respingenti, eppure così inspiegabilmente attraenti.

Fossora, decimo disco dell’islandese Björk è proprio così: incomprensibile, complicato, ostile. Eppure ha lo stesso effetto di un tasto rosso con la scritta Don’t touch, di una stanza col divieto d’accesso, di un passaggio interdetto: accende la voglia di sfida. Ed è una foresta umida e brulicante il terreno impervio in cui bisogna avventurarsi per comprendere davvero l’ultimo lavoro dell’artista. Però scordiamoci pini e abeti, querce e faggi: il bosco pullula di funghi – i pezzi “Ovule”, “Mycelia”, “Fungal City”  ne sono la prova – che infestano il terreno e di spore che fluttuano nell’aria, ma senza nessun senso di pace e tranquillità a farla da padrone. Nel regno di Fossora si perde il controllo, si fanno i rave. Questo scenario richiama la realtà del lockdown vissuta in prima persona da Björk, che ha raccontato di essere riuscita a sopravvivere grazie alle feste a suon di goa e industrial. “Atopos”, il pezzo che ha anticipato l’uscita del disco, non a caso è stato scritto assieme a Kasimyn, componente del duo Gabber Modus Operandi. 

Se fino a questo momento non siete riusciti a figurare nella vostra testa come possa essere fatto questo mondo, in cui la musica è soltanto il punto di avvio di un’esperienza che coinvolgerà i sensi a 360° – perchè Björk è la regina delle sinestesie – allora il consiglio è farsi aiutare dal  videoclip di “Atopos”, diretto da Viðar Logi. Capirete che Fossora è un concentrato di schizofrenia da cui avrete voglia di scappare, ma poi tornerete. Ogni pezzo è una corsa a ostacoli, ma avrete voglia di superarli tutti. 

Si va dai brani personali, più soffici e intensi come “Ancestress” e “Sorrowful Soil” dedicate alla madre mancata, e “Her mother’s house” in cui compare la voce di sua figlia Isadora, ai brani strumentali “Mycelia” e “Trölla-Gabba”. “Fagurt Er í Fjörðum”, letteralmente “Quanto sono belli i Fiordi” è tratta da un poema che poi è diventata una canzone tradizionale e che inneggia allo splendore della natura islandese in contrasto con l’effetto distruttivo degli inverni. Una natura che diventa una culla fungina e allucinata in “Fungal City” e che attraversa ogni vena di questo album, che è uno scrigno in cui convivono ecosistemi e famiglia, preoccupazioni e rinascita, radici che scavano a fondo nella terra e rami che si protendono sempre più in alto.

SCORE: 8,50

TRE BRANI DA ASCOLTARE SUBITO:

Atopos – Fossora – Fungal City

TRE BRANI DA SKIPPARE SUBITO:

Non pervenuti.

QUOTES:

My skull is my cathedral
Where this matrimort takes place
When I was a girl, she sang for me
In falsetto lullabies with sincerity
I thank her for her integrityMy ancestress’ clock is ticking
Her once vibrant rebellion is fading

I am her hope-keeper
Assure hope is there
At, at all times

 

My ancestress has left all manners
Her pulsating skin rebelling
The doctors she despised
Placed a pacemaker inside her

When you’re out of time
Oh, how you look back changes
Did you punish us for leaving?
Are you sure we hurt you?
Was it just not “living”?

She had idiosyncratic sense of rhythm
Dyslexia, the ultimate freeform
She invents words and adds syllables
Hand-writing, language all her own

I don’t have that story in my mouth
When you die, you bring with you what you’ve given

The machine of her breathed all night
While she rested
Revealed her resilience
And then it, it didn’t

You see with your own eyes
But hear with your mother’s
There’s fear of being absorbed
By the otherBy now, we share the same flesh
As much as I tried to escape it
This is no mediocre debris
My ancestress this is

The odour of our final parting
Those have been
The perfumes of separation
For centuries
The perfumes of separation
For centuries
Ancestress

Nature wrote this psalm
It expands this realm
Translucent skin let go of
A cold palm embalmed

(Ancestress)

TRACKLIST

DISCOGRAFIA

1993 – Debut
1995 -Post
1997 -Homogenic
2001 – Vespertine
2004 – Medúlla
2007 –Volta
2011 – Biophilia
2015 -Vulnicura
2017 -Utopia
2022 -Fossora

VIDEO

WEB & SOCIAL

https://www.instagram.com/bjork

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