Recensione: ABBA – “Voyage”

Recensione: ABBA – “Voyage”

Gli ABBA tornano dopo 40 anni con “Voyage”, il nuovo disco di inediti. E a noi sembrerà di essere tornati negli anni Ottanta.

Il tempo, alla fine, guarisce tutte le ferite. Anche quelle che sembrano più difficili da sanare. Due donne e due uomini che si scelgono nel lavoro e anche nella vita, sanno già che per loro gli equilibri saranno più precari. Anche perché non si tratta di quattro persone qualsiasi: loro si chiamano ABBA, venderanno 400 milioni di dischi in tutto il mondo e diventeranno la band scandinava più famosa del panorama pop internazionale.  Infatti succede: ad un certo punto la vita privata degli ABBA smette di andare di pari passo con carriera, e all’apice del successo le due coppie – Björn e Agnetha,  Benni e Anni-Frid -… scoppiano. Corre l’anno 1982 e gli ABBA si sciolgono.

Ma il tempo, dicevamo, può fare miracoli. Per questo, da quel lontano 1982 in cui tutto sembrava irrimediabilmente irrecuperabile, arriviamo al 2021 e ci rendiamo conto che tutte le storie possono avere un lieto fine. O un lieto ricominciare. Servono giusto una quarantina di anni di pausa di riflessione. E quindi arriviamo ad oggi: gli ABBA sono di nuovo in pista con “Voyage”, il nuovo attesissimo disco dopo quel lontano “The Visitors” del 1981.

Che cosa è cambiato? All’apparenza, niente. Anni-Frid e Agnetha cantano all’unisono e cantano come una volta, Björn e Benni hanno scritto a quattro mani i dieci pezzi del disco, restando fedeli al sound originale. In “Voyage” troveremo esattamente quello che ci aspettiamo: gli ABBA confermano che c’è una musica che può resistere al tempo, alle evoluzioni, ai gusti e alle mode. Se sei storia, del resto, quella storia devi continuare a raccontarla a modo tuo. E qui sembra di essere negli anni Ottanta, con gli ABBA così come li avevamo lasciati. Forse con più sobrietà e meno costumi di scena, ma lo stesso spirito di una volta.

Gli ABBA cominciato a darci un assaggio del loro ritorno nel 2018, con il lancio del primo singolo che lasciava intravedere molto più che un isolato momento di nostalgia. “I have faith in you”, che è anche l’opening track, è un brano che sembra scritto e cantato da loro quattro per loro quattro, un auto-incoraggiamento a crederci  ancora e ancora (“We have a story and it survived/ And we need one another Like fighters in a ring/ We’re in this together/ Passion and courage is everything). Del resto, se una novità dobbiamo proprio trovarla, è proprio nei testi, decisamente malinconici e riflessivi (come non potrebbe essere altrimenti, del resto?). Anche “When you danced with me” segue questo filone, accompagnandosi ad atmosfere tipicamente irish-folk.

Non può mancare la canzone di Natale, “Little Things”, un carillon di suoni confortevoli con tanto di coro di bambini. “Don’t shut me down” ci riporta nel pieno dell’ABBA mood, con un’autocitazione sin troppo esplicita (vi dice niente una certa “Dancing queen”?). “Just a Nation” è un pezzo d’archivio, inciso nel 1978 e inedito sino ad ora. Dopo la ballata romantica “I can be that woman”, ancora una full immersion del tipico ABBA sound con “Keep an eye on Dan” (un po’ “Voulez-vous”, un po’ “Money Money, Money”) per passare poi a “Bumblebee”, un pezzo di nuovo irlandeggiante, per concludersi con la vivacissima e ballabile “No doubt about it” e “Ode to Freedom”, che come un inno solenne, una statement song sull’importanza della libertà che è molto più di una semplice parola.

E gli ABBA finalmente lo sono: liberi dal passato, liberi dalla pressione del successo, liberi da loro stessi. Liberi di ritornare ed essere semplicemente loro stessi.

SCORE: 7,00

TRE BRANI DA ASCOLTARE SUBITO:

I Have Faith In You – Just a Nation  – Keep An Eye on Dan

TRE BRANI DA SKIPPARE SUBITO

Little Things – I can Be That Woman – Bumblebee

QUOTES:

If I ever write my
Ode to Freedom
It will be in prose that chimes with me
It would be a simple
Ode to Freedom
Not pretentious, but with dignity
I would like to think that freedom is
More than just a word
In grand and lofty language
Odes to Freedom often go unheard

If I ever wrote my
Ode to Freedom
Being privileged and spoilt for choice
Then I fear that you would
Be suspicious
Of the cause to which I’d lend my voice
It’s elusive and it’s hard to hold
It’s a fleeting thing

That’s why there is no Ode to Freedom truly worth remembering
I wish someone would write an Ode to Freedom that we all could sing

(Ode to Freedom)

TRACKLIST

DISCOGRAFIA

1973 – Ring Ring
1974 – Waterloo
1975 – ABBA
1976 – Arrival
1977 – The Album
1979 – Voulez-Vous
1980 – Super Trouper
1981 – The Visitors
2021 – Voyage

VIDEO

WEB & SOCIAL

instagram.com/abba

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