C’è qualcosa di disarmante e di conseguentemente affascinante nel successo di Olivia Dean: non ha gridato, non ha scandalizzato, non ha cercato la viralità a tutti i costi, ha solo cantato!
Con “The Art of Loving” (LEGGI LA RECENSIONE), il suo secondo disco, la giovane cantautrice londinese è riuscita a fare quello che molti popstar britanniche non osano più immaginare: debuttare al numero uno della classifica album del Regno Unito e, contemporaneamente, conquistare anche la vetta dei singoli con “Man I Need”.

Una doppietta da record: la prima di un’artista femminile inglese dai tempi di Adele. Nel resto del mondo, la sua voce calda e il soul gentile del disco hanno fatto breccia ovunque — Irlanda, Belgio, Nuova Zelanda, Svezia — tranne che in Italia, dove l’album ha esordito appena alla posizione 93. Un dettaglio curioso, ma anche rivelatore.
Olivia Dean non è nata dal nulla. Ha studiato alla BRIT School – la fucina di talenti – e prima di intraprendere la carriera solista ha fatto da corista ai Rudimental, imparando sul campo il mestiere e il ritmo del soul britannico. Le sue origini miste, tra Inghilterra, Giamaica e Guyana, si riflettono nel modo in cui canta: una voce che trasporta, che racconta senza urlare, che dosa malinconia e fiducia.
Il precedente album, “Messy” (2023), l’aveva fatta conoscere come promessa raffinata; ma “The Art of Loving” segna la piena maturità di un’artista consapevole del proprio tempo.
Musicalmente, il disco è un mosaico di soul moderno, pop levigato e jazz da camera. Ogni brano sembra un piccolo atto di grazia: archi, fiati, strumenti reali, produzione curata ma mai artificiale.
Il disco è prodotto con Zach Nahome ed esplora in maniera luccicante ma riflessiva l’amore in tutte le sue forme. Unendo senza sforzo calore e onestà emotiva attraverso un commuovente racconto dell’amore romantico e platonico, Oliva mostra la sua abilità e conoscenza musicale anche attraverso la sua scrittura d’alto livello.
Condito con un’aria di nostalgia e gusto senza tempo, ogni brano del disco offre uno spaccato individuale sui complessi strati dell’amore. La traccia principale “So Easy (To Fall in Love)”, accompagnata da un nuovo videoclip, mescola ritmi gioiosi e un testo pieno di speranza, raccontando una prospettiva fresca sul frequentarsi, ricordando all’ascoltatore della propria importanza e ricchezza emotiva. C’è spazio anche per canzoni come “Let Alone The One The Love”, “Loud” e “Close Up”, caratterizzate da una nuova vulnerabilità e in grado di superare la prova del tempo. Il sound che caratterizza Oliva è molto presente in “A Couple Minutes” e in “Lady Lady”, così come nelle hit “Nice To Each Other” e “Man I Need”. L’album si chiude con “I’ve Seen It”, una ballad costruita sul calore e sulla riflessione, profusa di tracce d’amore di cui è grata e conscia.
non penso sia una cosa cinica da dire ma non credo che l’amore sia solo magia che ci capita, sono convinta che serva investirci tempo, è qualcosa che si modella, è come suonare uno strumento o acquisire qualunque altra abilità … sono una persona perdutamente romantica.
E penso di star cercando solo di portare un poco d’amore e dell’atto di amare nelle vostre vite”.
Il successo di The Art of Loving è anche una questione di timing: arriva in un momento in cui la scena britannica femminile sta ridefinendo il concetto di pop, tra Arlo Parks, Jorja Smith, Celeste, Raye, Remi Wolf o Little Simz. Olivia Dean si colloca esattamente lì. Nessuna posa da diva, nessuna estetica esasperata. Solo canzoni solide, testi universali, e una voce che sembra di conoscere da sempre.
Amata anche dai brand e dalla moda Olivia Dean è stata scelta come volto della linea di fragranze “Burberry Her” e altri ancora dove esprime il calore vintage, la semplicità nei dettagli come elementi fondamentali.
E allora perché in Italia no?
Forse da noi il mercato è legato allo strapotere del rap e della trap e della lingua e alle radio mainstream, fatica a riconoscere certi equilibri sonori. Forse perché la sua comunicazione, sobria e senza clamori, non trova facilmente spazio nelle playlist nazionali. O forse semplicemente perché il suo modo di essere pop è troppo educato per un contesto abituato agli estremi. Ma la storia insegna che certi artisti arrivano in ritardo – e quando arrivano, restano.
Olivia Dean rappresenta un’idea di successo che non ha bisogno di eccessi: una voce che si impone per empatia, un sound che ricorda che la delicatezza può essere una forma di potenza.
Il suo numero uno nelle classifiche inglesi non è solo una vittoria personale, ma il segno che il pubblico – quello vero – ha ancora fame di emozioni autentiche.
E chissà, forse anche l’Italia, prima o poi, imparerà l’arte di ascoltarla.
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22 MAGGIO 2026 | MILANO @ KOZEL CARROPONTE