Live Report – FABRIZIO MORO: le sue canzoni nella stanza.

Live Report – FABRIZIO MORO: le sue canzoni nella stanza.

Carroponte, Sesto San Giovanni. Fabrizio Moro in una dimensione inedita per le sue canzoni nate in una stanza.

Non è la prima volta che vedo un concerto di Fabrizio Moro, a dire il vero penso di averlo visto nei posti più disparati dello stivale. E’ la prima volta, però, che vedo un suo live acustico.

Carroponte ancora una volta arredato con sedute per poter rispettare tutte le normi vigenti al momento. E ci sono tutti, ragazzi, coppie, uomini, donne, figli, amici. Il pubblico di Fabrizio è un pubblico rispettoso ma in apnea sino al momento in cui il grande atteso dalla serata non sale sul palco accompagnato da due fedeli compagni. “E’ bello ripartire, perché questa è una ripartenza”. Inizia così il cantautore romano armato di chitarra accompagnato da Danilo Molinari (chitarra) e dal solo pianoforte tra le mani di Claudio Junior Bielli. Inizia la magia. Canzoni nella stanza non è un live semplice da mettere in scena, malgrado l’assenza di fuochi artificiali, corpi di ballo, band al completo. In questo si vede tutta la bravura di Fabrizio: focalizzare tutta l’attenzione sui suoi brani.

Sentire Libero, Pensa, Sono solo parole, l’Eternità, Parole rumori e giorni, riarrangiate in chiave acustica pone l’accento sui testi, sull’intenzione. Che Fabrizio Moro sia un ottimo cantautore ce ne dimentichiamo troppo spesso eppure tutta la potenza della sua performance sta lì nei suoi brani, a dimostrarlo sono le voci. Un atto liberatorio nell’impossibilità di muoversi, viste le norme vigenti a causa di Covid, cantare, urlare, applaudire, invocare qualche speranza al cielo sembra un ottimo modo per riprendere in mano la propria vita fuori dalle quattro mura di casa.

Il senso di ogni cosa, Portami via rimangono solo due delle gemme scritte e suonate da Fabrizio. C’è tempo anche per le risate, per i racconti, per le parole, per le richieste del pubblico.

Portare in scena un live in acustico può essere insidioso, perché l’artista è nudo davanti al pubblico pronto a cogliere qualsiasi sfumatura. Eppure Fabrizio Moro, ha preparato un set degno di nota, portandoci tutti nella sua stanza, tra le sue quattro mura domestiche e facendoci sentire vicini. Seduto su una sedia con un tavolino vicino a supporto, Moro catalizza l’attenzione e questa dote non la insegnano, con questa capacità ci nasci.

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