La musica crea lavoro. Indagine SAE Institute, 7 su 10 lavorano in ambito creativo

La musica crea lavoro. Indagine SAE Institute, 7 su 10 lavorano in ambito creativo

Sono stati pubblicati nei giorni scorsi i dati della recente indagine realizzata da SAE Institute Milano sul job placement affidata alla società di consulenza PTS, che ha coinvolto oltre 170 diplomati nell’AA 2021/2022 a un anno dal diploma.

Nonostante la giovane età degli intervistati, oltre il 70% ha trovato lavoro in ambito creativo prima di aver conseguito il titolo, a dimostrazione di come la preparazione in SAE – l’accademia di arti creative che, oltre a quella meneghina, conta 29 sedi in Europa e dal 1976 forma studenti e studentesse nei settori musica, video e gaming (in Italia dal 1996) – sia efficace per l’inserimento nel mondo professionale.

I RISULTATI 

Ad emergere, in generale, è l’elevata utilità degli studi svolti presso SAE, nonché la congruenza tra percorso formativo e opportunità professionali. Questi fattori hanno impatto positivo sulla soddisfazione dei rispondenti, il cui punteggio medio rilevato è pari a 2,4 su 4 e a cui contribuiscono l’offerta formativa, le competenze acquisite e le strutture del campus. In merito alla probabilità di accedere al mondo del lavoro, si assiste a prospettive promettenti, che incrementano nel caso di studenti AFAM (alta formazione artistica, musicale e coreutica).

L’INDUSTRIA MUSICALE 

Queste considerazioni si allineano alla situazione generale dell’industria creativa, e in particolare di quella musicale, che sta attraversando un periodo decisamente positivo.

Secondo l’ultimo Global Music Report[1], infatti, il mercato discografico mondiale segna un +9% nell’ultimo anno, con performance rilevanti in Europa (+7,5%) e in Italia, che supera la media raggiungendo la doppia cifra (+11% e 340 milioni di fatturato). Nonostante una lieve diminuzione del comparto fisico, prosegue la ricerca, i vinili resistono, registrando un +11,7%, mentre il mercato fisico italiano resta uno dei più importanti a livello internazionale, dove occupa l’ottava posizione.

Rispetto alla fruizione, lo studio della Federazione Industria Musicale Italiana (FIMI) segnala un totale di oltre 20 ore settimanali spese nell’ascolto di musica, con particolare attenzione al repertorio italiano. Infine, buone notizie anche dall’export, che registra un +15% di entrate dopo i € 22 milioni registrati nel 2022, grazie anche alla spinta del digitale.

IL CAMPIONE

Se si prende in considerazione il solo campione AFAM, il 93% degli intervistati proviene dal corso di Produzione Audio, e per quanto concerne lo status occupazionale, il 55% degli studenti AFAM lavora e il 60% studia e lavora (percentuale che sale al 65% per i non AFAM). Infine, l’81% degli intervistati AFAM lavora in ambito creativo, mentre per la restante parte la percentuale cala al 72%.

La rilevazione statistica, cominciata a novembre 2022 e conclusasi a gennaio 2023, è stata condotta con metodologia CAWI e CATI e prevede stratificazioni per titolo di studio e anno di conseguimento del diploma.

I COMMENTI 

Siamo felici di annunciare questi dati perché rispecchiano una condizione che tra le nostre aule si respira ogni giorno e che finalmente è stata avallata da una ricerca oggettiva, affidata a una società esterna specializzata, che ha saputo mettere nero su bianco il valore della formazione nelle industrie creative, e in particolare nel mondo della musica – commenta Francesco De Giorgio, Campus Manager di SAE Institute Milano 

A tutti quei ragazzi e ragazze che hanno una passione e che si sono sentiti dire fin troppe volte che sarebbe stato difficile farne un mestiere, voglio mandare il mio messaggio più sincero: non vi lasciate intimidire dalle difficoltà, mettetevi in gioco, abbiate fiducia nella musica e nell’arte e sarete ripagati: il settore creativo è in fermento e noi siamo fieri di farne parte.

Il consiglio che mi sento di dare a chi vuole avvicinarsi a questo mondo è di considerarlo fin dal primo giorno come un contesto lavorativo al pari di tutti gli altri, con le sue regole e le sue dinamiche, le sue difficoltà e le sue prerogative. Trasformare una passione in professione, specialmente nel mondo creativo, è possibile se si crede nei valori che da sempre contraddistinguono la comunità SAE: resilienza, avventura, rispetto, genuinità, convinzione ma, soprattutto, rigore”.

WEB & INFO 

Per consultare il report completo: https://www.sae.edu/ita/insights/sae-institute-lindagine-job-placement/
[1] Fonte: FIMI

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