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CHRIS REA è morto: addio al cantautore britannico aveva 74 anni

Chris Rea è morto all’età di 74 anni dopo una breve malattia. A confermarlo sono state la moglie e le due figlie con una nota sobria e privata sui social. 

 

 
 
 
 
 
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Christopher Anton Rea  nato a Middlesbrough il 4 marzo 1951 da padre italiano e madre irlandese, ha incarnato una forma di rock britannico anomala e profondamente personale: blues contaminato, pop adulto, soul rallentato, sempre filtrati da una voce cavernosa e immediatamente riconoscibile. Autore di classici come The Road to Hell, Fool (If You Think It’s Over) e On the Beach, ha costruito una carriera lunga oltre cinquant’anni, pubblicando più di 25 album in studio e vendendo oltre 30 milioni di dischi nel mondo.

Il successo planetario arrivò tra la fine degli anni Settanta e gli Ottanta, culminando con The Road to Hell (1989) e Auberge (1991), entrambi in vetta alle classifiche britanniche. Ma la sua popolarità non si è mai tradotta in posa da star: Rea ha sempre preferito l’immaginario dell’uomo in movimento, del narratore malinconico, dell’osservatore laterale.

Emblematica, in questo senso, è Driving Home for Christmas: nata quasi per caso e pubblicata su New Light Through Old Windows, è diventata negli anni un rituale collettivo, un classico natalizio atipico che parla più di solitudine, traffico e attese che di celebrazione. Ogni dicembre, puntuale, torna in classifica come una cartolina emotiva senza tempo.

La sua vita artistica è stata segnata anche da prove durissime. Nel 2001 gli venne diagnosticato un cancro che lo costrinse a interventi chirurgici devastanti. Nel 2016 un ictus rallentò ulteriormente la sua attività dal vivo. Eppure Rea non ha mai smesso di fare musica, scegliendo anzi una strada ancora più libera, spesso lontana dalle logiche dell’industria.

Chris Rea lascia un’eredità che va oltre i numeri e le classifiche: un canzoniere fatto di atmosfere, di paesaggi interiori. 

Lo vogliamo ricordare così: con lo sguardo rivolto all’orizzonte, una chitarra che racconta storie senza clamore e un drink tra le dita, on the beach.
Un’immagine semplice e definitiva, come la sua musica, capace di restare anche quando tutto il resto si dissolve.

 

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